Riporto quasi integralmente la traduzione della presentazione della rassegna Flores en el infierno. La edad de oro del cine coreano organizzata dalla Filmoteca Española in collaborazione con la Filmoteca Vasca e il Centro Cultural Coreano en España. Tale retrospettiva dell'Epoca d’oro del cinema coreano era programmata per l'anno scorso nell'ambito del Festival di San Sebastián e poi rimandata a quest'anno causa covid. Ma, per quanto ci riguarda, il fatto interessante è che i 10 film restaurati sono disponibili su YouTube, quasi tutti in HD e con sottotitoli inglesi, in vari casi anche italiani. La considero come un'occasione imperdibile non solo per conoscere gli albori della cinematografia sudcoreana i cui meriti, in occidente, vengono riconosciuti solo da pochi decenni a questa parte (da Park Chan-wook, regista del ben noto Oldboy, 2003, fino a Bong Joon-ho che con Parasite, 2019, l’anno scorso si aggiudicò ben 4 Oscar), ma anche per rendersi un po' conto della situazione sociale negli anni successivi alla guerra (1950-53) e alla definitiva separazione dalla Corea del Nord e della sua evoluzione. Le micro-recensioni relative ai film della rassegna saranno pubblicate in due post fra un paio di settimane, al termine del megaciclo Hitchcock; nel frattempo i più "audaci" sono invitati a iniziare ad esplorare ...
Cine coreano: l’epoca
d'oro degli anni '60
Anche se il cinema sudcoreano è ormai una presenza costante nei Festival internazionali e integrato nel cinema contemporaneo, la storia di questa cinematografia resta sconosciuta al pubblico occidentale e la nostra conoscenza solitamente si limita ai titoli degli ultimi 30 anni. Questo ciclo si focalizza sulla cosiddetta epoca d’oro del cinema sudcoreano, quando, nonostante la precaria situazione economica del dopoguerra e il controllo della dittatura militare di Park Chung-hee, si sviluppò una industria cinematografica capace di soddisfare la domanda di film popolari per la gran parte del pubblico e di consolidare le carriere di registi di stili diversi: alcuni mostravano una immagine della società moderna in via di sviluppo, mentre altri denunciavano le dure condizioni di vita dell’epoca. La selezione include 10 film prodotti fra il 1958 ed il 1968 e mira a rivalutare un gruppo di cineasti che possono essere considerati i più indicati a rappresentare il cinema classico sudcoreano e fornire un panorama dei generi più comuni del periodo, alcuni dei quali ispirati al cinema americano e adattati alla realtà locale, altri propriamente autoctoni.
Fra i film della
retrospettiva sono stati inclusi i più emblematici dell’epoca:
- Hanyeo / The Housemaid (1960,
di Kim Ki-young), considerato un capolavoro del cinema sudcoreano;
- cronache dure e realiste della vita in Corea del Sud del dopoguerra come Ji-okhwa / The Flower in Hell (1958) e Obaltan / Aimless Bullet (1961);
- classici melodrammi come Gwiro / Homebound (1967), Angae / Mist (1967) e Hyu-il / A Day Off (1968);
- il noir Geom-eun meori / Black Hair (1964);
- il thriller Ma-ui gyedan / The Devil’s Stairway (1964);
- il film romantico/drammatico/giovanile Maenbal-ui cheongchun / The Barefooted Young (1964);
- il bellico/partigiano Dumangang-a jal itgeora / Farewell Duman River (1962), film d’avventura ambientato in Manchuria, in stile western americano.
NOTA BENE – tutti i film citati sono disponibili online su YouTube con sottotitoli. La maggior parte di essi sono restaurati e caricati in HD, 720p o anche 1080p.
Nessun commento:
Posta un commento