sabato 10 luglio 2021

Micro-recensioni 151-155: conclusione del ciclo Hitchcock

Con questi ultimi 4 ho completato la filmografia di Hitchcock tutta di un fiato, vale a dire i suoi 53 film esistenti (fra muti, in b/n e a colori, girati in UK e USA) guardati in ordine cronologico. Alcune liste ne contano 56 ma, come forse i più sanno, Number 13 (1922) non fu mai completato, di The Mountain Eagle (1926) non esistono copie, ma pare che non si sia perso molto in quanto lo stesso Hitchcock (intervistato da Truffaut) lo definì awful (= pessimo, terribile, bruttissimo) e di Elstree Calling (1930) girò solo poche scene. Questi quattro, girati far il 1966 ed il 1976 sono di poco interesse e non ebbero neanche un gran successo all’uscita tranne, forse, Torn Curtain ma più che altro per le star protagoniste. Per completare la cinquina ho scelto un thriller-horror poco conosciuto, realizzato sotto forma di commedia leggero, un genere insolito per Polanski.

 
Frenzy (1972)

Film tutto inglese, ambientato e girato in UK, con cast completamente autoctono, attori pressoché sconosciuti. Rientra nel genere dell’uomo comune accusato di un crimine non commesso da lui e quindi si segue la solita routine della fuga, arresto e tentativo di incastrare il vero colpevole. Il personaggio più interessante (divertente ed ironico) è quello della moglie dell’ispettore, che continua a proporre al marito e agli occasionali ospiti quelle che secondo lei sono delle prelibatezze di alta cucina francese. Senza l’oppressione dei produttori e senza superstar fra i piedi, questo film è il più interessante di questo gruppo e Hitchcock sembra tornare al suo stile originale.

Family Plot (1976)

Ultimo film diretto da Hitchcock (all’epoca 77enne, sarebbe morto 4 anni più tardi), stavolta di nuovo in USA, una dark comedy senza star ma con vari giovani attori della American New Wave. Fra i protagonisti ritroviamo Bruce Dern (quasi esordiente in Marnie), Karen Black, presente in tanti film cult di quel periodo come Easy Rider (1970, Dennis Hopper), Five Easy Pieces (1970, Nomination Oscar, Bob Rafelson), Nashville (1975, Robert Altman) e Barbara Harris (Golden Globe per questo film e per il precedente Nashville). Per una serie di casi a dir poco fortuiti, due coppie di malviventi (una di truffatori quasi dilettanti e una più professionale dedita a rapimenti a fini di riscatto) entrano in contatto/contrasto con conseguenze inaspettate per tutti. Nettamente diverso da tutti precedenti, veramente in stile New Hollywood … si lascia guardare.

 
Torn Curtain (1966)

Inizio con il sottolineare l’ennesimo fuorviante titolo italiano … Il sipario strappato; infatti, non c’è nessun sipario notevole ai fini della trama. Pur essendo vero che curtain significhi anche sipario, in questo caso ci si riferisce alla iron curtain, vale a dire la cosiddetta cortina di ferro degli anni della guerra fredda, periodo nel quale si svolge il film, parzialmente ambientato a Berlino est. Noioso e per niente plausibile, l’interesse si riduce alla incredibile serie di intoppi che si presentano sulla strada dei due protagonisti (interpretati da Paul Newman e Julie Andrews) nel corso del loro tentativo di fuga.

Topaz (1969)

Ennesimo film a soggetto spionistico che si sviluppa fra Cuba e Parigi, presentando una serie di doppiogiochisti cubani, americani e francesi. Per la parte finale (ambientata in Francia) furono ingaggiati gli allora relativamente giovani Michel Piccoli e Philippe Noiret. Per lo più prevedibile, come del resto la maggior parte dei film di questo genere.

The Fearless Vampire Killers (Roman Polanski, 1967, UK/Pol)

Una delle tantissime parodie dei film di vampiri, nella quale lo stesso Polanski è protagonista, ma c’è anche da notare la presenza di Sharon Tate, sua futura moglie, trucidata dalla Famiglia Manson un paio di anni dopo. La storia è proposta in modo abbastanza originale, ma con tutti gli stereotipi possibili e immaginabili (aglio, mancati riflessi negli specchi, picchetti da conficcare nel cuore, croci, raggi di luce, il servitore deforme, la cripta con le bare, ecc.).

Questo l’ho messo in ultimo solo perché non fu diretto da Hitchcock ma, in quanto al mio gradimento, meriterebbe senz'altro il secondo o terzo posto in questa cinquina. Commedia leggera, piacevole da guardare, un buon modo per passare quasi un paio d’ore di svago.

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