lunedì 4 settembre 2023

Sentiero Sirenuse - “A pensar male degli altri si fa peccato, ma spesso si indovina”

In attesa che al comune di Sorrento qualcuno si renda conto dell'insensatezza dell’ordinanza n. 276, torno sull'argomento riassumendo alcune incongruenze e riportando una “malignità” che sta circolando e prendendo piede, tenendo conto di quanto soleva ripetere Andreotti. La possibile “malignità” consiste nel pensare che la chiusura imposta tramite ordinanza ai proprietari dei fondi lungo tutto il tratto non comunale e non solo in pochi metri effettivamente più accidentati (certamente non più pericolosi della maggior parte dei sentieri dei Monti Lattari) serva solo per giustificare una futura chiusura da parte di qualche proprietario, in modo da facilitare possibili abusi correndo meno rischi di essere visto e denunciato.


Nella mappa qui in alto è evidenziata la divisione del sentiero così come è indicato nella relazione. Dopo l’inizio in territorio santanellese, si passa a quello sorrentino con il primo tratto (“tra prati, boschi e scarpate naturali”) fino al Pizzettiello; il secondo tratto è definito di “natura più ripida ed accidentata, ...” ma certamente non è mai (e quindi non) a rischio di caduta dalla falesia (a meno che non lo si abbandoni!). Il terzo tratto definito “pericoloso” come il secondo, pur essendo in piano e ben tracciato, abbastanza largo e solido da essere normalmente percorso da quad. Una vera e propria falsità, evidente anche dalle seguenti 3 immagini ricavate da GoogleEarth; chiunque può rendersi conto con assoluta certezza della non pericolosità di quest’ultima sezione, che non è stata “oggetto di ispezione", e non "supporre con ragionevole certezza che sia in cattivo stato manutentivo". Chi deve stendere una relazione va a verificare lo stato dei luoghi, non può supporre!




Fra i tanti commenti ricevuti (in vario modo), quelli più frequenti sono:

  • se si chiude il sentiero per un evento verificatosi al di fuori di esso, si dovrebbero chiudere la ss 145 Sorrentina ogni volta che qualcuno si lancia dal ponte di Seiano, via Caselle per i suicidi dal ponte dell’Annunziata e si potrebbe continuare all’infinito. Quasi ogni giorno si legge di incidenti mortali in montagna in ogni parte d'Italia, ma nessun sentiero viene chiuso. Cosa ha di speciale il tratto dell’Alta Via dei Monti Lattari (CAI 300) in questione???;
  • certamente gli interventi del CNSAS sono stati molto più numerosi su altri sentieri dei Lattari, come Ferriere, Monte di Monticchio e area San Costanzo, per non parlare del Sentiero degli Dei, anche se ciò deriva ovviamente da una frequentazione molto maggiore;
  • è stato richiamato l’art. 677 c.p. che però è relativo alla sola “omissione di lavori in edifici o altre costruzioni che minacciano rovina” mentre nell’ordinanza si citano solo particelle del catasto terreni e del sentiero non accatastato. Quale sarebbe il nesso?
  • sono stati sollevati dubbi in merito alla validità della comunicazione tramite la sola pubblicazione all’Albo Pretorio, nei casi in cui residenza, dimora e domicilio del destinatario non siano esattamente individuati;
  • tanti sono tornati sul tema della pericolosità delle staccionate prive di regolare e seria manutenzione e molti di loro sostengono che non dovrebbero essere previste se non in casi molto particolari e quelle esistenti che non possono essere manutenute dovrebbero essere rimosse al più presto.

Non sarebbe forse il caso di riconsiderare l'ordinanza e variarla se non addirittura annullarla per le tante illogicità e imprecisioni?

Inoltre, per tutti, sarebbe opportuno approfondire argomenti quali percezione del rischio e autoresponsabilità in montagna, concetto strettamente correlato alla libera autodeterminazione dell’individuo, tenendo comunque presente che:

  • la montagna è di tutti e ciascuno è libero di affrontarla come crede;
  • l’escursionismo è attività potenzialmente pericolosa nella quale un certo margine di rischio è inevitabile ed ineliminabile;
  • l'ambiente naturale può essere pericoloso, perfino mortale, se affrontato con superficialità e senza un'adeguata preparazione.