sabato 27 luglio 2019

47° gruppo di 5 micro-recensioni 2019 (231-235)

Questa cinquina è fra le peggiori ... si salva (ma soprattutto per gli effetti, scenografie e costumi) solo Il Signore degli Anelli: il ritorno del Re seguito dall’originale collage Across the Universe, ma niente di che). Di conseguenza, l’abbastanza scadente Sette Anime è terzo visto che gli altri due sono gli ancora peggiori Hitch e Il Codice da Vinci.
Con il prossimo gruppo (236-240) concluderò la mia serie di visione dei tre cofanetti Bluray riguardanti rispettivamente Steven Spielberg, della Warner Bros. (Best Pictures) e della Sony (10 anni di Bluray) e tornerò a guardare film più confacenti ai miei interessi di cinefilo: 3 muti di Josef von Sternberg di fine anni ‘20, per poi passare a 7 film francesi girati fra il 1955 e il 1987, 3 di Agnès Varda e 4 di Louis Malle.

   


231  The Lord of the Rings: the Return of the King (Peter Jackson, UK, 2003) tit. it. “Il Signore degli Anelli: il ritorno del Re”  * con Elijah Wood, Viggo Mortensen, Ian McKellen * IMDb  8,8 RT 95%  *  4 Oscar (fotografia, trucco, commento musicale ed effetti speciali) e 9 Nomination (miglior film, regia, Ian McKellen non protagonista, sceneggiatura,  scenografia, montaggio, costumi, canzone e sonoro)  *   all’11° posto nella classifica IMDb
Un kolossal pieno di effetti speciali, scenografie fantasiose (non so quanto attinenti al libro di Tolkien), una sori a mio parere senza troppo senso, certamente una meraviglia per gli appassionati di questa serie di romanzi e per il fantasy moderno.
Mi ha lasciato più o meno indifferente nel complesso, ma devo ammette che la realizzazione è spettacolare.
In quanto alla visione, tutto dipende dai vostri gusti.

234  Across the Universe (Julie Taymor, USA, 2007) * con Evan Rachel Wood, Jim Sturgess, Joe Anderson * IMDb  7,4  RT 53%  * Nomination Oscar per i costumi
Costruito in modo fantasioso seguendo i testi delle oltre 30 canzoni dei Beatles che costituiscono la colonna sonora. I protagonisti si chiamano (guarda caso) Lucy (Lucy in the Sky with Diamonds) e Jude (Hey Jude). Vari altri personaggi hanno nomi collegati ai testi (e.g. Prudence / Dear Prudence) e, oltre alle suddette, si ascoltano canzoni ultrafamose come Let It Be e Come together (interpretata da Joe Cocker) e molte altre meno note, almeno per me, pur avendo vissuto gli anni dei Beatles.
La debole e forzata trama si sviluppa fra UK e USA alla fine degli anni ’60, negli anni delle grandi proteste contro la guerra in Vietnam e dell’assassinio di Martin Luther King. Le parti onirico/psichedeliche sono molto originali e oltre agli effetti speciali sono arricchite da coloratissimi disegni che in più punti ricordano quelli dei film dei Monty Python.
Imperdibile per i fan dei Beatles (anche se le canzoni non sono interpretate da loro), piacevoli per chi ama il loro genere, trascurabile per chi ama il cinema nel senso più tradizionale del termine.


      

235  Seven Pounds (Gabriele Muccino, USA, 2008) tit. it. “Sette Anime”  * con Will Smith, Rosario Dawson, Woody Harrelson * IMDb  7,6  RT 26%
Una storia piena di buone intenzioni, tendente al genere strappalacrime, ma sviluppata molto male, la sceneggiatura è in effetti debole ed i dialoghi peggiori. Will Smith non riesce ad essere incisivo né credibile, gigioneggia come in Hitch, in pratica è quasi ridicolo. Senz’altro meglio di lui fanno Rosario Dawson e Woody Harrelson , quest’ultimo relegato in una parte veramente striminzita.
Film ignavo tendente all’inutile.

232  Hitch (Andy Tennant, USA, 2005) tit. it. “Lui Sì Che Capisce le Donne”  * con Will Smith, Eva Mendes, Kevin James * IMDb  6,6  RT 68%
Con un soggetto / sceneggiatura che rasenta il demenziale è molto peggiore di Seven Pounds (che perlomeno si basava su buoni sentimenti). Le tante “massime” declamate dal date doctor Alex "Hitch" Hitchens (quasi un paraninfo) sono quanto di più banale si possa immaginare, sia dal punto di vista femminile che da quello maschile, stereotipi e cliché da bar.
Da evitare.

233  The Da Vinci Code (Ron Howard, USA, 2006) tit. it. “Il Codice Da Vinci”  * con Tom Hanks, Audrey Tautou, Jean Reno * IMDb  6,6  RT 24% 
Lessi il romanzo di Dan Brown in viaggio, pur essendo rimasto molto deluso dal suo primo libro (Digital Fortress, 1998, Crypto in italiano), ma speravo che questo bestseller fosse in qualche modo migliore. Neanche per idea ... era un’accozzaglia di notizie storiche spesso non verificate e leggende collegate fra loro da labilissimi collegamenti basati su simboli (il cui significato oggettivamente varia nel corso dei secoli), ridicole interpretazioni di acronimi e numeri. Il film non migliora il contesto e non è certo Tom Hanks che possa risollevare le sorti di tale polpettone.
Da evitare a tutti i costi.

Le oltre 1.400 precedenti micro-recensioni dei film visti a partire dal 2016 sono sul mio sito www.giovis.com; le nuove continueranno ad essere pubblicate su questo blog. 

lunedì 22 luglio 2019

46° gruppo di 5 micro-recensioni 2019 (226-230)

Man mano che procedo in ordine cronologico nella visione dei Blu-ray facenti parte delle cofanetti che comprai tempo fa, mi sembra (e non è solo una mia sensazione visti anche rating e riconoscimenti) che il livello sia sempre più basso ... e certamente il peggio deve ancora venire.
Di conseguenza, il quasi demenziale Snatch (con i suoi semplici relativi meriti) riesce a prevalere senza problemi sugli altri 4 di questa cinquina, della quale fanno parte film con budget e promozioni ben più consistenti. Ecco le micro-recensioni ordinate secondo il mio gradimento.


   

229  Snatch (Guy Ritchie, UK, 2000) tit. it. “Lo Strappo”  * con Jason Statham, Brad Pitt, Benicio Del Toro * IMDb  8,3  RT 73%  *  Oscar fotografia e 2 Nomination (scenografia e sonoro)  *   al 105° posto nella classifica IMDb
Un cult che lanciò definitivamente sulla scena mondiale Guy Ritchie, alla sua seconda regia, dopo aver esordito due anni prima con Lock, Stock and Two Smoking Barrels (Lock & Stock - Pazzi scatenati), altro gran successo al botteghino, attualmente al 144° posto nella classifica IMDb. Lo stile e i contenuti dei due film si somigliano, con una miriade di personaggi dalle origini più svariate (ma tutti più o meno fuori di testa) che parlano uno slang difficilmente comprensibile senza sottotitoli (ma vale senz'altro la pena di guardarlo con audio originale), montaggio rapido, scene che si spostano rapidamente da un luogo all’altro, anche quando non tende allo splatter la violenza abbonda ma in chiaro stile dark humor, con alcune situazioni e sorprese veramente geniali.
Cast molto vario, ma ben scelto ... tanti bravi attori che si calano perfettamente nei panni dei personaggi interpretati.
Se non si ha assoluta idiosincrasia per tutto ciò, vale assolutamente la visione.

226  As Good as It Gets (James L. Brooks, USA, 1997) tit. it. “Qualcosa è cambiato”  * con Jack Nicholson, Helen Hunt e Greg Kinnear * IMDb  7,7  RT 85%  * 2 Oscar (Jack Nicholson protagonista e Helen Hunt non protagonista) e 5 Nomination (miglior film, Greg Kinnear non protagonista, sceneggiatura, montaggio e commento musicale)
Non mi attirava molto ma, facendo parte del cofanetto di 25 film Sony, l’ho guardato comunque e devo dire che non è tanto male. La sceneggiatura è in gran parte socialmente scorretta, ma ciò è ampiamente giustificato dal fatto che si tratta di una dark comedy che tira in ballo (oserei dire quasi con garbo) omosessualità, manie quasi da psicopatico, malattie, misantropia, rapporto/dipendenza da animali da compagnia (in questo caso un cane).
Jack Nicholson (Oscar) riesce ad essere quasi perfetto anche in questo film tutt’altro che drammatico ed è ben coadiuvato da Helen Hunt (Oscar) e Greg Kinnear (Nomination).
Tutto sommato abbastanza divertente e a tratti arguto da farsi guardare piacevolmente.

      

228  The Patriot (Roland Emmerich, USA, 2000) tit. it. “Il patriota”  * con Mel Gibson, Heath Ledger, Joely Richardson * IMDb  7,2  RT 61%  *  3 Nomination (scenografia, musica e sonoro)
Kolossal incentrato su un alcuni avvenimenti della guerra d’indipendenza (o rivoluzione, 1775-1783) americana, che portò alla costituzione degli Stati Uniti. Belli gli scenari, soprattutto gli esterni, esagerati e quindi poco credibili gli scontri fra i patrioti e i regolari britannici, vari buoni attori nel cast (a cominciare dal sempre bravo Tom Wilkinson) ma Mel Gibson si distingue per essere uno dei meno convincenti. Roland Emmerich conferma di essere regista non del tutto malvagio, ma certamente mediocre.
Da guardare solo se piace il genere.

227  Seven Years in Tibet (Jean-Jacques Annaud, USA, 1997) tit. it. “Sette anni in Tibet”  * con Brad Pitt, David Thewlis, BD Wong * IMDb  7,1  RT 60% 
Non fra i migliori film di Jean-Jacques Annaud, si fa guardare soprattutto per gli scenari naturali solo in minima parte tibetani, gli altri - e anche l’ambiente sociale e la popolazione - sanno troppo di artificioso. Delle riprese (non autorizzate) in Tibet Annaud parlò solo un paio di anni dopo l’uscita del film, che fu girato per lo più in Argentina, Canada e Nepal.
Basata sul libro di memorie del protagonista, la sceneggiatura non è fedelissima e la rappresentazione dei tibetani buoni e dei cinesi cattivi non fu per niente gradita da Pechino che, nell’immediato, proibì l’ingresso di Annaud, Brad Pitt e David Thewlis vita natural durante, ma in effetti il bando durò solo una quindicina di anni.
Senza infamia e senza lode.

230  Spider-Man (Sam Raimi, USA, 2002) * con Tobey Maguire, Kirsten Dunst, Willem Dafoe * IMDb  7,3  RT 90%  *  2 Nomination (effetti speciali e sonoro)
Una storia trita e ritrita, fra supereroe di turno, identità misteriosa, un amore impossibile, il cattivo cattivissimo, eccetera eccetera. Apprezzabili solo alcuni effetti speciali.
Valutazione da prendere con le pinze, qualcuno potrà dirmi che sono un po’ prevenuto nei confronti dei fantasy in genere e di quelli derivanti da comics, ma certamente non mi è piaciuto e trovo che altri film del genere siano nettamente migliori.

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sabato 20 luglio 2019

Farfalle e divagazioni, anche classiche

Sembra che ogni settimana appaia una nuova (per l’anno in corso) specie vistosa. Dopo il Podalirio e il Macaone, ieri sempre nelle stessa area di Monte San Costanzo, svolazzavano tante Vanessa Atalanta (Nymphaldae).
A parte questa novità, l’uscita non è stata particolarmente soddisfacente a causa del vento sostenuto che faceva ondeggiare in modo irregolare piante e fiori e, penso, non era neanche tanto gradito alle farfalle. Le indisponenti Vanessa, non trovavano pace e, forse per avere un appoggio solido e sicuro, non oscillante ad ogni minima raffica, si sono venute a posare più volte sulla mia spalla o sul braccio, dove era ovviamente impossibile fotografarle. Il fatto mi ha fatto sentire come Taddeo (Elmer J. Fudd, il cacciatore di Looney Tunes) quando Bugs Bunny o Daffy Duck si piazzano sorridenti sulla canna del suo fucile! 



Comunque, ne ho approfittato per addentrarmi in un roveto seguendo una Megera (Pararge megera, una farfalla - foto sotto a sx-, non una donnaccia e tanto meno un essere mitico), chissà per quale colpa si è meritata tale nome, non certo lusinghiero. Questo è estratto da quanto riportato dal vocabolario Treccani
... una delle tre Furie (latine) o Erinni (greche) della mitologia classica. Per antonomasia, donna di carattere aspro, litigioso e violento, per lo più brutta e vecchia, o fisicamente malmessa.
Essendo certo dell’origine mitologica del termine e volendo soddisfare la mia solita innata curiosità, sono andato a verificare a quale gruppo appartenesse MegeraInsieme con le altre due (Aletto e Tisifone) in origine erano nuvola tempestosa apportatrice di malattia e di morte; in seguito, punivano chi violava l’ordine morale e, specialmente nelle tragedie classiche greche, vendicavano i delitti di sangue.
  
     

In una delle poche zone riparate dal vento mi sono anche imbattuto in alcuni degli ultimi Dianthus rupicola (garofanino di scogliera o delle rupi, foto sopra a dx) ancora in perfetta forma, la maggior parte erano già appassiti o addirittura secchi già un paio di settimane fa.
Tipico caso della mia tanto amata serendipity è stato il summenzionato inseguimento della Megera in quanto mi ha portato in un appezzamento, mai raggiunto in precedenza, dal quale ho potuto osservare un affascinante esemplare di pino (Pinus sp.), solitario e dal portamento abbastanza insolito, al lato di un vecchio fico (Ficus carica) inselvatichito, almeno a giudicare dalla grande, fittissima chioma. 
Come si vede da questa foto, sembra quasi di trovarsi in una savana e non sulla cima di un colle calcareo, a quasi 500m di quota e a meno di un chilometro dal mare, sia a NW che a SE.

giovedì 18 luglio 2019

45° gruppo di 5 micro-recensioni 2019 (221-225)

Complessivamente una buona cinquina, ma senza eccellenze. Ognuno dei cinque risulta meritevole per aspetti diversi, ma nessuno mi ha completamente convinto ... nonostante gli Oscar, i riconoscimenti ottenuti e la fama di alcuni di essi. 
Avendo tutti notevoli pro e contro, che spesso quasi si bilanciano, stavolta elenco i 5 film in ordine di visione (cronologica) ed essendo tutti ben noti mi limito a sottolineare brevemente aspetti positivi e negativi.

   

221  Amadeus (Milos Forman, USA, 1984) * con F. Murray Abraham, Tom Hulce, Elizabeth Berridge * IMDb  8,3  RT 95%  *  8 Oscar (miglior film, regia, F. Murray Abraham protagonista, sceneggiatura, scenografia, costumi, sonoro e trucco) e 3 Nomination (Tom Hulce protagonista, fotografia e montaggio) *  81° nella classifica IMDb dei migliori film di tutti i tempi
Quasi un biopic kolossal, ma troppo tendente alla commedia; senza dubbio ricchi i costumi, gli ambienti e gli arredi, ma ho trovato il trucco di Salieri anziano (interpretato da F. Murray Abraham sia da adulto che da vecchio) veramente pessimo; il cast lo definirei scadente, almeno per le prove offerte, in contrasto con la colonna sonora, ovviamente ottima; interessante il soggetto, molto meno la sceneggiatura e i dialoghi. Certamente la regia di Milos Forman non è di livello pari a quella di Qualcuno volò sul nido del cuculo che aveva diretto con grande successo 9 anni prima, nel 1975.
Già visto all'epoca dell'uscita, resta in sostanza abbastanza deludente rispetto alle aspettative, alle recensioni e ai rating.

222  Unforgiven (Clint Eastwood, USA, 1992) tit. it. “Gli spietati” * con Clint Eastwood, Morgan Freeman, Gene Hackman, Richard Harris  * IMDb  8,3  RT 97%  *  4 Oscar (miglior film, regia,  Gene Hackman non protagonista e montaggio) e 5 Nomination (Clint Eastwood protagonista, sceneggiatura, fotografia, scenografia e sonoro)  *  122° nella classifica IMDb dei migliori film di tutti i tempi
Pur essendo un estimatore di Clint Eastwood, questo Unforgiven è secondo me molto sopravvalutato, nonostante il cast di alto livello. La palla al piede è secondo me la sceneggiatura, mal trattata e con dialoghi scadenti. Il personaggio interpretato da Richard Harris (English Bob) resta avulso dal contesto e non mi sembra fosse strettamente necessario per introdurne un altro (quello del biografo/cronista), egualmente abbastanza insulso e inutile per le vicende narrate. Ridicola la presentazione del di Bill Munny (Clint Eastwood) che cade continuamente, sia nel letame dei maiali, sia tentando di salire a cavallo.
Western revisionista dove trovano posto un afroamericano indipendente, le prostitute quasi santificate, un cronista incapace, un fanfarone aspirante mito del west, un pistolero/vendicatore solitario estremamente miope, insomma troppe falle in una sceneggiatura raffazzonata. Secondo me è un passo falso del buon Clint, veramente non comprendo l'entusiasmo di tanti.

      

223  A Few Good Men (Rob Reiner, USA, 1992) tit. it. “Codice d'Onore” * con Tom Cruise, Jack Nicholson, Demi Moore * IMDb  7,7  RT 82%  *  4 Nomination (miglior film, Jack Nicholson non protagonista, montaggio e sonoro)
La regia è quasi televisiva con troppi primi piani dell’incapace Tom Cruise e della belloccia di turno Demi Moore, anche lei non una grande attrice; per fortuna ci hanno risparmiato una love story fra i due.
Si tratta di courtroom movie (in ambito militare) che segue uno schema troppo semplice e prevedibile, visto e rivisto in tutte le salse. Nel cast si distingue ovviamente Jack Nicholson, certamente oltre una spanna al di sopra dei protagonisti, e vari altri interpreti di personaggi secondari.

224  Dracula (Francis Ford Coppola, USA, 1992) * con Gary Oldman, Winona Ryder, Anthony Hopkins * IMDb  7,5  RT 72%  *  3 Oscar (costumi, effetti speciali e trucco) e Nomination per la scenografia
Se per gli effetti speciali probabilmente ha meritato l’Oscar, e forse anche per i costumi, il trucco mi è sembrati esagerato in questa versione di Dracula fra il romantico e l’erotico.
Pur vantando uno delle sceneggiature più attinenti al romanzo originale di Bram Stoker, il film resta di gran lunga inferiore ai più essenziali (e liberamente adattati) Nosferatu - Il Vampiro di Murnau (1922) e Nosferatu - Il principe della notte di Herzog (1979, praticamente un remake del film di Murnau), giustamente molto più famosi.

225  Legends of the Fall (Edward Zwick, USA, 1994) tit. it. “Vento di Passioni”  * con Brad Pitt, Anthony Hopkins, Aidan Quinn * IMDb  7,5  RT 57%  *  Oscar fotografia e 2 Nomination (scenografia e sonoro)
Una vera pappolata ... gli splendidi scenari del Montana e vari nomi di richiamo (come Brad Pitt e Anthony Hopkins) non bastano a fare un buon film.
Storia quasi melodrammatica, nella quale sono stati inseriti argomenti tipici dei western revisionisti come la il nativo (che funge anche da narratore) e la sua famiglia mezzosangue. Trama debole seppur non tutta scontata; ma ogni nuova situazione ha sempre una conclusione abbastanza prevedibile.

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lunedì 15 luglio 2019

E sono tornati anche i Macaoni!

Nel post della settimana scorsa mi ero “lamentato” per non aver ancora visto un Macaone quest’anno e sono subito stato accontentato. Ieri, pur battendo le stesse aree, la situazione è molto cambiata e queste grandi, colorate e per questo vistose farfalle erano tante.
Il Macaone (Papilio machaon, Papilionidae) viene spesso indicata come la più grande delle quasi 500 specie di farfalle censite in Europa, primato che si contende con il Podalirio (Iphiclides podalirio, Papilionidae) e Charaxes jasius (Nimphalidae), visto che tutte e tre superano gli 8 cm di apertura alare e varie fonti citano misure fino a 9 cm.

Da ieri è già online un nuovo album con una quindicina di foto, una decina delle quali ritraenti macaoni in varie posizioni con alcuni primi piani che permettono di apprezzare dettagli non visibili ad occhio nudo, in vari momenti di attività, in un paio di casi “in compagnia”. 
Infatti, ho avuto la fortuna di beccare un ragnetto con un interessante dorso in primo piano sullo stesso fiore (foto all lato) e, poco dopo, sono riuscito ad inquadrare un podalirio e un macaone sulla stessa pianta, una valeriana rossa (foto in basso). 
Questa pianta (Centranthus ruber, detta anche Lattarola o Lattarulo in napoletano) sembra essere la preferita da queste due specie di Papilionidae, ma forse è il colore rosa che le attrae visto che le ho viste spesso interessate anche ai molto più piccoli garofanini di scogliera (Dianthus rupicola, Caryophyllaceae).

Nel corso di questa ennesima battuta di caccia fotografica sono riuscito a beccare anche due belle farfalle della famiglia delle Pieridae, una Cedronella (Gonepteryx rhamni, a sinistra) e una Colias crocea (a destra), entrambe piuttosto difficili da fotografare a causa della loro perenne "irrequietezza" ... ci vuole molta pazienza o una buona dose di fortuna. 
   

Nella mia pagina dedicata alle fotografie macro trovate i link agli album di quest'anno, nonché a corpose collezioni degli anni precedenti, riguardanti non solo farfalle, ma anche e soprattutto fiori.

mercoledì 10 luglio 2019

44° gruppo di 5 micro-recensioni 2019 (216-220)

Anche questa seconda cinquina di grandi film del passato è di livello veramente ottimo; tre di essi si trovano fra i primi 100 film di tutti i tempi (classifica IMDb, 16° - 96° - 90°) e c’è anche Gandhi al 231° posto fra i migliori di sempre. Complessivamente hanno ottenuto “appena” 20 Oscar e 16 Nomination, ma c’è da dire che Taxi Driver all'epoca fu assolutamente sottovalutato con le sue sole 4 Nomination a nessun Oscar, quell'anno divisi fra Network, All the President's Men, Rocky e altri di minor rilievo.
Al contrario, per quanto mi concerne, trovo che il film di Scorsese non solo era migliore dei succitati sotto tanti punti di vista (regia, sceneggiatura, interpretazioni, fotografia, ...) ma lo metto al primo posto anche in questa cinquina, preferendolo al pur ottimo Qualcuno volò sul nido del cuculo e allo spettacolare kolossal Lawrence of Arabia che, sebbene assolutamente diversi  e non paragonabili in alcun modo, giudico alla pari fra loro. 
Con questi concorrenti, Gandhi e Easy Rider inevitabilmente risultano inferiori, in particolare il secondo essendo un film troppo legato al suo tempo e, oggettivamente, non un granché pur essendo un cult hippie/pacifista/road movie.

219  Taxi Driver (Martin Scorsese, USA, 1976) * con Robert De Niro, Jodie Foster, Cybill Shepherd, Harvey Keitel * IMDb  8,3  RT 98%  *  4 Nomination (miglior film,  Robert De Niro protagonista, Jodie Foster non protagonista e commento musicale) *  96° nella classifica IMDb dei migliori film di tutti i tempi
Uno dei miei film preferiti in assoluto, una delle migliori regie di Scorsese non ancora preoccupato di dover produrre e dirigere il “film dell'anno”, il regista realizza uno dei migliori film della sua carriera, con nomi non ancora altisonanti e grande cura della regia. Tutto ciò con un budget ridotto, così come aveva fatto con Mean Streets (mezzo milione di dollari). Giusto per fare un paragone con gli altri capolavori di questo gruppo, Taxi Driver costò 1,3 milioni contro i 4,4 di Qualcuno volò ... dell’anno precedente e i 15 milioni di Lawrence d’Arabia (... nel 1962).
Le scene del taxi che attraversa lentamente i vari quartieri di New York forniscono l'occasione per descrivere, seppur sommariamente, il popolo della notte della Grande Mela. Il commento musicale è perfettamente attinente, l'escalation della follia paranoica di Travis Bickle è narrata in modo succinto, ma preciso, esauriente e senza sbavature.
Gli angoli di ripresa originali, sia quelli con la cinepresa fissata a rotazione in qualsiasi punto del taxi, interno o esterno che sia, le lentissime carrellate, nonché le scene conclusive nelle scale del bordello e le indimenticabili riprese dall'alto della stanza con Robert De Niro sanguinante sul divano sono una vera e propria lezione di cinema.
Non saprei dire quante volte ho già visto Taxi Driver, ma certamente questa non è stata l'ultima! 

   
   
218  One Flew Over the Cuckoo's Nest (Milos Forman, USA, 1975) * con Jack Nicholson, Louise Fletcher, Michael Berryman * IMDb  8,7  RT 95%  *  5 Oscar (miglior film, regia, Jack Nicholson e Louise Fletcher protagonisti, sceneggiatura) e 4 Nomination (Brad Dourif non protagonista, fotografia, montaggio e commento musicale) *  16° nella classifica IMDb dei migliori film di tutti i tempi
Certamente i personaggi degli ospiti del sanatorio sono sensazionali (ognuno a modo suo) ed interpretati alla perfezione. Fra vari illustri sconosciuti si notano Danny DeVito in una delle sue prime apparizioni, Christopher Lloyd (al suo esordio assoluto, poi divenuto famoso interpretando Dr. Emmett Brown in Back to the Future e sequel), Will Sampson (il grande capo), Scatman Crothers (indimenticabile cuoco in Shining), ma si deve sottolineare la perfetta scelta degli attori visto che anche Louise Fletcher (Oscar) e Brad Dourif (Nomination) erano all'inizio della loro carriera.
Il maggior pregio di questo film quasi corale è una grande sceneggiatura che si dipana alla perfezione fra dramma e commedia, sostenuta da un cast di grande valore, pur contando sul solo Jack Nicholson come star.
Certamente da guardare più di una volta.

216  Lawrence of Arabia (David Lean, UK, 1962) * con Peter O'Toole, Alec Guinness, Anthony Quinn, Omar Sharif * IMDb  8,3  RT 97%  *  7 Oscar (miglior film, regia, fotografia, montaggio, scenografia,  sonoro e commento musicale) e 3 Nomination (Peter O'Toole protagonista, Omar Sharif non protagonista, sceneggiatura) *  90° nella classifica IMDb dei migliori film di tutti i tempi
Se Qualcuno volò sul nido del cuculo si distingue per sceneggiatura e interpretazioni, Lawrence of Arabia ha dalla sua scenografia e fotografia, senza sottovalutare le prove di Peter O'Toole nei panni di Lawrence e di Anthony Quinn e Omar Sharif (al suo esordio internazionale, ma già star in Egitto) quali suoi alleati/antagonisti.
I paesaggi dei deserti (nel film arabi ed egiziani, in realtà location giordane, marocchine e andaluse) sono esaltati da fotografia e riprese eccezionali che, aggiunte a varie spettacolari scene di massa con centinaia e centinaia di uomini, cavalli e cammelli, formano un film visualmente affascinante.
Anche questo, nonostante le 3 ore e mezza di durata, si lascia ri-guardare con molto piacere ... e consiglio di farlo appena se ne ha l'occasione.

    

220  Gandhi (Richard Attenborough, USA, 1982) * con Ben Kingsley, John Gielgud, Candice Bergen * IMDb  8,1  RT 86%  *  8 Oscar (miglior film, regia, Ben Kingsley protagonista, sceneggiatura,  fotografia, scenografia, montaggio e costumi) e 3 Nomination (sonoro, commento musicale e trucco) *  231° nella classifica IMDb dei migliori film di tutti i tempi
A mio modesto parere, sopravvalutato pur essendo un film di ottimo livello. Risulta spesso ripetitivo e troppo incentrato sul personaggio principale, mettendo in luce ben poco della reale (complicatissima) situazione in India verso la fine del periodo coloniale inglese. Si va avanti per singoli episodi distribuiti in luoghi e tempi diversi, con personaggi che, seppur fondamentali, appaiono solo in occasione dei loro incontri con Gandhi. Certamente molto bravo Ben Kingsley, non particolarmente convincente il resto del cast nel suo complesso. Buona la messa in scena (costumi, scenografia, scene di massa), ma appare molto edulcorata e legata ai soliti cliché.
Pur avendo molti  punti in comune con Lawrence of Arabia (fine di domini inglesi in Asia, grandi eventi storici che hanno cambiato la geopolitica del XX secolo, scontri fra masse di persone e pochi soldati, politici che tramano più o meno nell’ombra) trovo che Gandhi sia inferiore sotto ogni punto di vista. 
Interessante ma insufficiente storicamente, in particolare in merito alla tragica e contestata decisione di dividere India e Pakistan suggerisco di guardare Earth (1998), secondo film della trilogia di Deepa Mehta, dopo Fire (1996) e prima di Water (2005), tutti con temi scottanti e controversi.

217  Easy Rider (Dennis Hopper, USA, 1969) * con Peter Fonda, Dennis Hopper, Jack Nicholson * IMDb  7,4  RT 89%  *  2 Nomination Oscar (Jack Nicholson non protagonista e sceneggiatura)
Film rappresentativo di un’epoca, quando negli States divampava la rivoluzione giovanile, con le proteste contro la guerra in Vietnam e per i diritti civili, gli hippies erano generalmente malvisti per la loro vita sregolata, i capelli lunghi e l’uso di droghe. Gli stili di vita cambiavano rapidamente, così come la musica e il modo di vestirsi, era quindi normale che i normali attriti fra chi la pensava in modo diverso per questioni morali, politiche  o semplicemente razziste fossero all’ordine del giorno.
Easy Rider fornisce uno spaccato di quegli anni, con un mix di comunità hippy, viaggi on the road con classici chopper, confronti con personaggi dalla mentalità estremamente arretrata che portano all’incredibile tragico epilogo.
In quanto all’originale cast, Peter Fonda è assolutamente incapace di recitare, Jack Nicholson (nonostante già avesse interpretato già una ventina di film nei 10 anni precedenti) è ancora “grezzo”, Dennis Hopper (al suo esordio alla regia) si trova a suo agio nel ruolo di ribelle anticonformista, come è più o meno sempre stato e non a caso il suo primo ruolo sullo schermo fu quello di Goon in Rebel Without a Cause (Nicholas Ray, 1955, tit. it. Gioventù bruciata).
Interessante, ma certamente non un gran film.

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domenica 7 luglio 2019

Due mattine a caccia di farfalle e giovedì ricominciamo a camminare(?)

Il caldo (e l’umidità) consigliano di non andare troppo in giro e, a chi come me pur avendo tempo non riesce a stare troppo a casa o a non far niente steso al sole in riva al mare, non resta che effettuare solo brevi uscite finalizzate ... nel mio caso le macro sono un’ottima scusa.

Quest’anno la fioritura è stata relativamente breve e, al momento, le mie “prede” più ambite sono le farfalle, che per fortuna mi sembrano più numerose del solito. L’anno scorso si vedevano abbastanza Macaone (la specie più grande in Europa), quest’anno non se ne vedono quasi, in compenso sono apparsi i Podalirio (foto sopra; per apertura alare secondi solo ai Macaone), che non erano ancora nel mio “carniere”, e ce ne sono altre che ho avvistato o fotografato in modo insufficiente (come questa Pontia daplidice, Pieridae), il che mi "costringerà" a tornare sul Monte.
Nel corso di questo week-end sono andato due volte su Monte San Costanzo / Santa Croce e sono tornato con varie decine di scatti decenti, di numerose differenti specie di farfalle, un fiore e un ragnetto come quello beccato lunedì scorso (foto sotto). 
   
In settimana le massime dovrebbero tornare stabilmente sotto i 30° e quindi si potrà ricominciare a camminare piacevolmente. Giovedì sembra essere al momento il giorno più adatto per un'uscita mattutina, probabilmente un semplice Giro di Santa Croce, sperando che nel frattempo alcuni tratti del percorso siano stati effettivamente "disboscati" e ripuliti come il sentiero della sella di San Costanzo (foto sotto). 
In questi tre album Google Foto trovate un'altra quarantina di macro:
domenica 7 (16)    *   sabato 6 (16)   *   lunedì 1 (9)  


venerdì 5 luglio 2019

43° gruppo di 5 micro-recensioni 2019 (211-215)

Ho messo mano ai grandi film del passato procedendo per quanto possibile in ordine cronologico e questa prima cinquina è di livello veramente ottimo, anche non volendo considerare rating, Oscar e Nomination, è comunque al top. Per pura statistica, 4 su 5 si trovano fra i primi 200 film di tutti i tempi (classifica IMDb, 36° - 148° - 164° - 198°) e complessivamente hanno ottenuto 36 Oscar e 17 Nomination, per una media di oltre 7 Oscar e 3 Nomination a testa ... certamente non mi fido ciecamente di questo tipo di dati, ma per tali risultati qualcosa più di un fondo di verità ci deve essere.
Come mio solito, elenco i film in ordine di preferenza e chi mi segue può già immaginare che i primi due sono quelli in bianco e nero noir/drammatici, seguiti dai due kolossal per concludere con il musical (oggettivamente non al livello degli altri).
   

212  Casablanca (Michael Curtiz, USA, 1942) * con Humphrey Bogart, Ingrid Bergman, Paul Henreid, Claude Rains, Peter Lorre * IMDb  8,6  RT 97%  *  3 Oscar (miglior film, regia e sceneggiatura) e 5 Nomination (Humphrey Bogart protagonista, Claude Rains non protagonista, fotografia, montaggio e commento musicale) *  36° nella classifica IMDb dei migliori film di tutti i tempi
Il mio preferito di questo gruppo; essendo un noir (genere che prediligo) ed essendo ottimo praticamente non c’è storia. Nel post scorso avevo sottolineato la pochezza dei dialoghi in vari famosi film di Spielberg, al contrario in questo caso ogni battuta è incisiva, piazzata al momento giusto e piena di sottintesi. I personaggi sono estremamente diversi, accomunati solo dal fatto di trovarsi a Casablanca nello stesso momento ... molti sperano di essere solo di passaggio, gli altri vivono delle loro speranze. Molti caratteri sono indecifrabili, quasi ognuno ha un secondo fine. Tutti perseguono i propri obiettivi, cercando al tempo stesso di sopravvivere quanto meglio possibile.
Sono stato molto soddisfatto della mia ennesima visione, stavolta versione originale restaurata, (in HD) di questo film che tutti avranno visto almeno in parte tante volte, almeno la scena finale all’aeroporto
Imperdibile, da gustare con calma facendo attenzione a tutti i dettagli e ai dialoghi.

214  On the Waterfront (Elia Kazan, USA, 1954) tit. it. “Fronte del porto” * con Marlon Brando, Karl Malden, Lee J. Cobb, Rod Steiger * IMDb  8,2  RT 98%  *  8 Oscar (miglior film, regia, Marlon Brando protagonista, Eva Marie Saint non protagonista, sceneggiatura, fotografia, montaggio, scenografia) e 4 Nomination (Karl Malden, Lee J. Cobb e Rod Steiger non protagonisti, commento musicale) * 148° nella classifica IMDb dei migliori film di tutti i tempi
Stranamente, questo non l’avevo mai visto per intero e sono contento di averlo recuperato, oltretutto in versione originale HD.
Trama interessante, anche se a tratti scontata, perfettamente messa in scena e ripresa con un bianco e nero eccellente, opera di quel Boris Kaufman che aveva filmato l’intera produzione di Jean Vigo. Avevo subito apprezzato le prove dei vari ottimi attori non protagonisti e poi ho letto che ottennero un Oscar e tre Nomination che, sommate alla statuetta di Marlon Brando, portano a 5 le candidature nel solo cast ... caso piuttosto raro se non unico, possibile solo con attori di altri tempi.
Come scritto per Casablanca, è un film imperdibile, almeno per i cinefili.
  
      

215  Ben Hur (William Wyler, USA, 1959) * con Charlton Heston, Jack Hawkins, Hugh Griffith, Omar Sharif, Stephen Boyd * IMDb  8,1  RT 88%  *  11 Oscar (miglior film, regia, Charlton Heston protagonista, Hugh Griffith non protagonista, fotografia, montaggio, scenografia, costumi, sonoro, effetti speciali, commento musicale) e Nomination per la sceneggiatura * 198° nella classifica IMDb dei migliori film di tutti i tempi
Se ci avessero risparmiato l’ultima parte religiosa/miracolosa sarebbe stato comunque un ottimo film epico di azione e non sarebbe durato 3 ore e mezza. Già nel corso delle prime 3 ore non erano mancati i riferimenti alla vita di Gesù, a cominciare dalla nascita, con l’adorazione dei magi (Baldassarre, avrà un ruolo anche successivamente). A parte questa scelta che mi è sembrata superflua, Ben Hur è un classico kolossal, con scenografie immense, scene di massa e, ovviamente, la corsa di cavalli più famosa della storia del cinema. Tuttavia, con la mia “pignoleria”, devo sottolineare l’inconsistenza di dette scene non solo per le solite ombre le cui lunghezze cambiano troppe volte, ma anche in fatti strettamente numerici come i giri di pista e le bighe (la somma di quelle ancora in corsa e quelle fuori gioco è sempre maggiore delle 9 che si vedono in partenza) ... comunque gara spettacolare e avvincente.
Gli 11 Oscar, o almeno gran parte di essi, furono certamente meritati.

211  Gone with the wind  (Victor Fleming, USA, 1939) tit. it. “Via col vento” * con Clark Gable, Vivien Leigh, Thomas Mitchell, Hattie McDaniel, Olivia de Havilland * IMDb  8,2  RT 94%  *  8 Oscar (miglior film, regia, Vivien Leigh protagonista, Hattie McDaniel non protagonista, fotografia, scenografia, montaggio e sceneggiatura) e 5 Nomination (Clark Gable protagonista, Olivia de Havilland non protagonista, sonoro, effetti speciali e commento musicale) * 164° nella classifica IMDb dei migliori film di tutti i tempi
Altro film che, nonostante la fama, non avevo mai visto ... non mi ha mai ispirato. Una volta guardato, devo dire che sono rimasto quasi deluso, trovandolo in linea di massima sopravvaluto, pur comprendendo che per nel 1939 fu qualcosa di eccezionale.
In occasione degli Oscar, fu consegnato a William Cameron Menzies un Premio Speciale per “l’eccezionale uso del colore ...”, motivazione che non mi trova tanto d’accordo, in quanto i troppi sfondi arancione - rossastri, tutti molto simili e distribuiti nell’arco dell’intero film, sono esagerati, assolutamente non reali e alla lunga stancano. Vivien Leigh è brava nel riuscire a interpretare alla perfezione la protagonista Scarlett O’Hara, archetipo di donna insopportabile, arrogante, volubile, egoista e chi più ne ha più ne metta; al contrario Clark Gable sembra essere troppo gigione. Anche la sceneggiatura mi è sembrata più vicina a un romanzo d’appendice che a un trama seria.
213  An American in Paris (Vincent Minelli, USA, 1951) tit. it. “Un americano a Parigi” * con Gene Kelly, Leslie Caron, Oscar Levant * IMDb  7,2  RT 95%  *  6 Oscar (miglior film, fotografia, scenografia, costumi, commento musicale e sceneggiatura) e 2 Nomination (miglior regia e montaggio)
Commedia leggera e abbastanza scontata, comunque portata degnamente avanti da Gene Kelly e dalla debuttante Leslie Caron. Non particolarmente coinvolgenti le coreografie, molte delle quali concentrate nella parte finale. Al contrario, mi sono sembrate pregevoli fotografia e scenografia che, insieme con i costumi, forniscono una  piacevole immagine della Parigi bohémienne di metà secolo scorso, seppur probabilmente poco reale.

Le oltre 1.400 precedenti micro-recensioni dei film visti a partire dal 2016 sono sul mio sito www.giovis.com; le nuove continueranno ad essere pubblicate su questo blog.