mercoledì 10 luglio 2019

44° gruppo di 5 micro-recensioni 2019 (216-220)

Anche questa seconda cinquina di grandi film del passato è di livello veramente ottimo; tre di essi si trovano fra i primi 100 film di tutti i tempi (classifica IMDb, 16° - 96° - 90°) e c’è anche Gandhi al 231° posto fra i migliori di sempre. Complessivamente hanno ottenuto “appena” 20 Oscar e 16 Nomination, ma c’è da dire che Taxi Driver all'epoca fu assolutamente sottovalutato con le sue sole 4 Nomination a nessun Oscar, quell'anno divisi fra Network, All the President's Men, Rocky e altri di minor rilievo.
Al contrario, per quanto mi concerne, trovo che il film di Scorsese non solo era migliore dei succitati sotto tanti punti di vista (regia, sceneggiatura, interpretazioni, fotografia, ...) ma lo metto al primo posto anche in questa cinquina, preferendolo al pur ottimo Qualcuno volò sul nido del cuculo e allo spettacolare kolossal Lawrence of Arabia che, sebbene assolutamente diversi  e non paragonabili in alcun modo, giudico alla pari fra loro. 
Con questi concorrenti, Gandhi e Easy Rider inevitabilmente risultano inferiori, in particolare il secondo essendo un film troppo legato al suo tempo e, oggettivamente, non un granché pur essendo un cult hippie/pacifista/road movie.

219  Taxi Driver (Martin Scorsese, USA, 1976) * con Robert De Niro, Jodie Foster, Cybill Shepherd, Harvey Keitel * IMDb  8,3  RT 98%  *  4 Nomination (miglior film,  Robert De Niro protagonista, Jodie Foster non protagonista e commento musicale) *  96° nella classifica IMDb dei migliori film di tutti i tempi
Uno dei miei film preferiti in assoluto, una delle migliori regie di Scorsese non ancora preoccupato di dover produrre e dirigere il “film dell'anno”, il regista realizza uno dei migliori film della sua carriera, con nomi non ancora altisonanti e grande cura della regia. Tutto ciò con un budget ridotto, così come aveva fatto con Mean Streets (mezzo milione di dollari). Giusto per fare un paragone con gli altri capolavori di questo gruppo, Taxi Driver costò 1,3 milioni contro i 4,4 di Qualcuno volò ... dell’anno precedente e i 15 milioni di Lawrence d’Arabia (... nel 1962).
Le scene del taxi che attraversa lentamente i vari quartieri di New York forniscono l'occasione per descrivere, seppur sommariamente, il popolo della notte della Grande Mela. Il commento musicale è perfettamente attinente, l'escalation della follia paranoica di Travis Bickle è narrata in modo succinto, ma preciso, esauriente e senza sbavature.
Gli angoli di ripresa originali, sia quelli con la cinepresa fissata a rotazione in qualsiasi punto del taxi, interno o esterno che sia, le lentissime carrellate, nonché le scene conclusive nelle scale del bordello e le indimenticabili riprese dall'alto della stanza con Robert De Niro sanguinante sul divano sono una vera e propria lezione di cinema.
Non saprei dire quante volte ho già visto Taxi Driver, ma certamente questa non è stata l'ultima! 

   
   
218  One Flew Over the Cuckoo's Nest (Milos Forman, USA, 1975) * con Jack Nicholson, Louise Fletcher, Michael Berryman * IMDb  8,7  RT 95%  *  5 Oscar (miglior film, regia, Jack Nicholson e Louise Fletcher protagonisti, sceneggiatura) e 4 Nomination (Brad Dourif non protagonista, fotografia, montaggio e commento musicale) *  16° nella classifica IMDb dei migliori film di tutti i tempi
Certamente i personaggi degli ospiti del sanatorio sono sensazionali (ognuno a modo suo) ed interpretati alla perfezione. Fra vari illustri sconosciuti si notano Danny DeVito in una delle sue prime apparizioni, Christopher Lloyd (al suo esordio assoluto, poi divenuto famoso interpretando Dr. Emmett Brown in Back to the Future e sequel), Will Sampson (il grande capo), Scatman Crothers (indimenticabile cuoco in Shining), ma si deve sottolineare la perfetta scelta degli attori visto che anche Louise Fletcher (Oscar) e Brad Dourif (Nomination) erano all'inizio della loro carriera.
Il maggior pregio di questo film quasi corale è una grande sceneggiatura che si dipana alla perfezione fra dramma e commedia, sostenuta da un cast di grande valore, pur contando sul solo Jack Nicholson come star.
Certamente da guardare più di una volta.

216  Lawrence of Arabia (David Lean, UK, 1962) * con Peter O'Toole, Alec Guinness, Anthony Quinn, Omar Sharif * IMDb  8,3  RT 97%  *  7 Oscar (miglior film, regia, fotografia, montaggio, scenografia,  sonoro e commento musicale) e 3 Nomination (Peter O'Toole protagonista, Omar Sharif non protagonista, sceneggiatura) *  90° nella classifica IMDb dei migliori film di tutti i tempi
Se Qualcuno volò sul nido del cuculo si distingue per sceneggiatura e interpretazioni, Lawrence of Arabia ha dalla sua scenografia e fotografia, senza sottovalutare le prove di Peter O'Toole nei panni di Lawrence e di Anthony Quinn e Omar Sharif (al suo esordio internazionale, ma già star in Egitto) quali suoi alleati/antagonisti.
I paesaggi dei deserti (nel film arabi ed egiziani, in realtà location giordane, marocchine e andaluse) sono esaltati da fotografia e riprese eccezionali che, aggiunte a varie spettacolari scene di massa con centinaia e centinaia di uomini, cavalli e cammelli, formano un film visualmente affascinante.
Anche questo, nonostante le 3 ore e mezza di durata, si lascia ri-guardare con molto piacere ... e consiglio di farlo appena se ne ha l'occasione.

    

220  Gandhi (Richard Attenborough, USA, 1982) * con Ben Kingsley, John Gielgud, Candice Bergen * IMDb  8,1  RT 86%  *  8 Oscar (miglior film, regia, Ben Kingsley protagonista, sceneggiatura,  fotografia, scenografia, montaggio e costumi) e 3 Nomination (sonoro, commento musicale e trucco) *  231° nella classifica IMDb dei migliori film di tutti i tempi
A mio modesto parere, sopravvalutato pur essendo un film di ottimo livello. Risulta spesso ripetitivo e troppo incentrato sul personaggio principale, mettendo in luce ben poco della reale (complicatissima) situazione in India verso la fine del periodo coloniale inglese. Si va avanti per singoli episodi distribuiti in luoghi e tempi diversi, con personaggi che, seppur fondamentali, appaiono solo in occasione dei loro incontri con Gandhi. Certamente molto bravo Ben Kingsley, non particolarmente convincente il resto del cast nel suo complesso. Buona la messa in scena (costumi, scenografia, scene di massa), ma appare molto edulcorata e legata ai soliti cliché.
Pur avendo molti  punti in comune con Lawrence of Arabia (fine di domini inglesi in Asia, grandi eventi storici che hanno cambiato la geopolitica del XX secolo, scontri fra masse di persone e pochi soldati, politici che tramano più o meno nell’ombra) trovo che Gandhi sia inferiore sotto ogni punto di vista. 
Interessante ma insufficiente storicamente, in particolare in merito alla tragica e contestata decisione di dividere India e Pakistan suggerisco di guardare Earth (1998), secondo film della trilogia di Deepa Mehta, dopo Fire (1996) e prima di Water (2005), tutti con temi scottanti e controversi.

217  Easy Rider (Dennis Hopper, USA, 1969) * con Peter Fonda, Dennis Hopper, Jack Nicholson * IMDb  7,4  RT 89%  *  2 Nomination Oscar (Jack Nicholson non protagonista e sceneggiatura)
Film rappresentativo di un’epoca, quando negli States divampava la rivoluzione giovanile, con le proteste contro la guerra in Vietnam e per i diritti civili, gli hippies erano generalmente malvisti per la loro vita sregolata, i capelli lunghi e l’uso di droghe. Gli stili di vita cambiavano rapidamente, così come la musica e il modo di vestirsi, era quindi normale che i normali attriti fra chi la pensava in modo diverso per questioni morali, politiche  o semplicemente razziste fossero all’ordine del giorno.
Easy Rider fornisce uno spaccato di quegli anni, con un mix di comunità hippy, viaggi on the road con classici chopper, confronti con personaggi dalla mentalità estremamente arretrata che portano all’incredibile tragico epilogo.
In quanto all’originale cast, Peter Fonda è assolutamente incapace di recitare, Jack Nicholson (nonostante già avesse interpretato già una ventina di film nei 10 anni precedenti) è ancora “grezzo”, Dennis Hopper (al suo esordio alla regia) si trova a suo agio nel ruolo di ribelle anticonformista, come è più o meno sempre stato e non a caso il suo primo ruolo sullo schermo fu quello di Goon in Rebel Without a Cause (Nicholas Ray, 1955, tit. it. Gioventù bruciata).
Interessante, ma certamente non un gran film.

Le oltre 1.400 precedenti micro-recensioni dei film visti a partire dal 2016 sono sul mio sito www.giovis.com; le nuove continueranno ad essere pubblicate su questo blog. 

Nessun commento:

Posta un commento