giovedì 29 luglio 2021

Micro-recensioni 176-180: commedie di vario genere, di 5 paesi diversi

Gruppo molto eterogeneo (5 nazionalità diverse) ma parzialmente accomunati dal genere commedia, con varie sfaccettature: surreale per l’ultimo film di Buñuel, grottesca con Catch-22, dark l’inglese, crime l’argentina e popolare-musicale quella messicana.

 
Catch-22 (Mike Nichols, 1970, USA) tit. it. Comma 22

Cult anti-bellico che deve la maggior parte dei suoi meriti al soggetto tratto dall’omonimo famoso romanzo di Joseph Heller dal quale nel 2019 è stata tratta una miniserie di 6 ep. diretta, interpretata e prodotta da George Clooney. Tratta di un reparto di aviazione di stanza in Italia nella seconda metà della II Guerra Mondiale. Consiglio a tutti di leggere il libro che si compone di una serie di assurdità, paradossi e nonsense sostenuti, tuttavia, da una parvenza di ferrea logica. Senz’altro bravo Nichols a farne un film mettendone insieme alcune delle tante e variegate vicende, con i personaggi più significativi. Dà l’idea di un film fatto fra amici (anche se con un buon budget) vista la presenza di tanti attori noti, molti dei quali in parti secondarie: Orson Welles, Martin Balsam, Anthony Perkins, Martin Sheen, Jon Voight, Richard Benjamin, Art Garfunkel (proprio quello del duo Simon & Garfunkel), Paula Prentiss e infine l’ineffabile Alan Arkin, perfetto nei panni del protagonista Yossarian, assolutamente fuori di testa ma l’unico ancora umano. Commedia grottesca sì, ma anche dark e molto critica non solo nei confronti della guerra in genere e dei vertici della gerarchia militare, ma anche dei sottufficiali e soldati che si lasciavano andare ad azioni a dir poco biasimevoli. Consigliato.

Cet obscur objet du désir (Luis Buñuel, 1977, Fra)

Ultimo film del grande regista ispano-messicano, prodotto in Francia. Secondo me non è all’altezza degli altri di questo suo ultimo periodo, anche se è molto interessante l’utilizzo alternato di due attrici ben diverse fra loro (Ángela Molina e Carole Bouquet) per lo stesso personaggio, anche in scene in continuità; il protagonista maschile è ancora una volta Fernando Rey, dopo Viridiana, Tristana, Il fascino discreto della borghesia. Resta comunque un ottimo film, ben valutato anche dalla critica (IMDb 7,9 e RT 97%), ma lo vedo troppo lineare e privo di quei colpi di genio (spesso incomprensibili) che caratterizzano il regista. Nomination Oscar miglior film straniero e sceneggiatura.

  
El robo del siglo
(Ariel Winograd, 2020, Arg)

Furto al caveau di una banca di Buenos Aires realmente avvenuto, romanzato per trarne una piacevole sceneggiatura. Interessante l’organizzazione, ottima caratterizzazione dei componenti della banda, ben gestiti i tempi per dare la giusta suspense. La cinematografia argentina non è molto conosciuta al di fuori del Sudamerica, ma vanta ottime radici e quindi di tanto in tanto riesce ad esportare qualche film oltreoceano e talvolta è presente agli Oscar. Dopo le Nomination di La tregua (1974) e Camila (1984) arrivarono:

  1. 1985 La historia oficial (di Luis Puenzo) Oscar miglior film straniero (primo argentino) e Nomination sceneggiatura
  2. 1998 Tango, no me dejes nunca (Carlos Saura)
  3. 2001 El hijo de la novia (Juan José Campanella)
  4. 2009 El Secreto de sus Ojos (Juan José Campanella), secondo Oscar argentino per il miglior film straniero
  5. 2014 Relatos Salvajes (Damián Szifrón)

Ovviamente, tutti poco e mal distribuiti in Italia. Non è certo un capolavoro, ma nel suo genere è molto ben realizzato e non ha nulla da invidiare a tanti film più conosciuti americani ed europei.

O Lucky Man! (Lindsay Anderson, 1973, UK)

Come anticipato nel post precedente dedicato a Lindsay Anderson, si tratta dell’elemento centrale della cosiddetta Trilogia di Mike Travis, ma si rivela essere troppo lungo (quasi 3 ore) e poco interessante. Il soggetto dello stesso Malcolm McDowell (Mike Travis) appare essere troppo pretestuoso ed esagerato, mentre è interessante l’utilizzo degli stessi attori in ruoli differenti nel corso del film. Come spesso accade, il migliore della Trilogia è il primo, vale a dire If ….

El lunar de la familia (Fernando Mendez, 1953, Mex)

Commedia musicale-ranchera con il terzo cantante più famoso dell’epoca (Antonio Aguilar), da sempre sovrastato dagli idoli delle folle Pedro Infante e Jorge Negrete. Struttura standard fra amori ufficialmente non corrisposti, serenate, l’anziana despota (la solita ineffabile Sara Garcia), ubriacature, cantine e risse.

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