martedì 6 luglio 2021

Micro-recensioni 141-145: Hitchcock si avvicina all’apice

La metà degli anni ’50 rappresentarono il periodo frenetico per Hitchcock con 2 film nel 1954 e 3 nel 1955, oggettivamente molto diversi fra loro. Il primo in ordine cronologico di questo gruppo è il famosissimo La finestra sul cortile, un vero thriller quasi teatrale, seguito da un remake, una commedia, poi Caccia al ladro (che non è fra i miei preferiti a dispetto della sua notorietà) e infine una storia vera. Li tratto brevemente in ordine di mio gradimento.

 
Rear Window (1954)

Straconosciuto, stravisto eppure sempre piacevole da guardare di nuovo, cogliendo nuovi particolari, specialmente negli sguardi indiscreti negli appartamenti di fronte a quello del protagonista, e godendosi le interpretazioni dell’ottimo James Stewart e della grande caratterista Thelma Ritter (Stella), affiancati da Grace Kelly (secondo film con Hitchcock), il semisconosciuto ma bravo Wendell Corey e Raymond Burr, che poi sarebbe diventato il più famoso Perry Mason televisivo. Se esistesse ancora qualcuno che non l’ha mai visto e vuole guardare un buon film, questa può essere l’occasione giusta.

The Wrong Man (1956)

Come lo stesso Hitchcock spiega agli spettatori nel corso della scena d'apertura, il soggetto è tratto da eventi reali avvenuti pochi anni prima, fatto ribadito nei titoli di coda, nei quali si aggiungono informazioni sui successivi sviluppi. Da notare la fuorviante indicazione fornita dal titolo italiano (Il ladro, ma si tratta di un rapinatore), mentre sarebbe stato molto più facile utilizzare la traduzione letterale (L’uomo sbagliato) più attinente alla trama, come nella maggior parte degli altri paesi ... ci dobbiamo sempre far conoscere! Dopo questa dovuta, seppur non indispensabile premessa, vengo al film che assomiglia più a un noir che a un thriller (di thrilling non c'è quasi niente), con qualche concessione ai generi court movie, drammatico e romantico. Questa fu la prima volta in cui Hitchcock affidò il commento sonoro a Bernard Herrmann che, nell’arco di quasi 50 anni ha composto musiche di stili completamente diversi per film indimenticabili; basti pensare che iniziò con Citizen Kane (1941, Orson Welles), per arrivare anche a Taxi Driver (1975, Martin Scorsese). Per Hitchcock diresse in ben 9 occasioni fra le quali si contano Vertigo (1958), North by Northwest (1959), Psycho (1960) e Torn Curtain (1966). Lungi dall'essere un prodotto in puro stile hitchcockiano, resta un buon prodotto che conta sulle ottime performance di Henry Fonda, Anthony Quayle, Vera Miles e Esther Minciotti (specializzata nei ruoli di madre italiana, come p.e. in Marty, 4 Oscar, 1956, di Delbert Mann). Considerati i rating, penso sia generalmente sottovalutato; io lo consiglio.

  
The Trouble with Harry (1955)

Pura commedia che ruota attorno ad una morte misteriosa, della quale più persone si sentono responsabili e per questo più volte interrano e poi disseppelliscono il cadavere. Come ogni buona commedia, conta molto sui sagaci dialoghi e le divertenti caratterizzazioni di personaggi a dir poco singolari, dal bambino con il fucile, all’anziano capitano fanfarone. Consigliato per l’originalità della sceneggiatura, che dimostra ancora una volta la passione di Hitchcock per l’ironia. Poco conosciuto, con attori poco noti, eppure molto piacevole da guardare.

The man who knew too much (1955)

Remake americano del suo stesso film, con identico titolo, prodotto in UK del 1934, con Peter Lorre. In effetti la struttura è identica: una coppia in vacanza all’estero con figlia/figlio, loro malgrado viene a conoscenza di un piano terroristico e per questo è minacciata e ricattata. Anche se lo stesso Hitchcock nel corso della famosa intervista con Truffaut affermò che “il primo fu un lavoro di un talentuoso dilettante amatoriale, il secondo fu diretto da un professionista”, successivamente confessò che preferiva la prima versione, soprattutto perché era più genuina e meno ricercata. Io concordo con la seconda affermazione, trovando molto più interessanti i concisi 75’ della produzione inglese in b/n e formato 1.37:1 delle lunghe 2 ore a colori della versione USA, in formato 1.85:1. Quindi, dovendo scegliere, guardate quello del 1934.

To Catch a Thief (1955)

Come anticipato nell’introduzione, anche questa volta ho trovato questo film poco avvincente, poco plausibile, sembra che conti più sulle poco convincenti schermaglie fra le due star Grace Kelly e Cary Grant che sulla trama che si rivela tutt’altro che solida. La sarà pure una voce fuori dal coro, ma non lo consiglio, anche perché (pur avendo un dvd edizione speciale originale) il colore (Technicolor) è veramente pessimo.

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