mercoledì 4 marzo 2020

Escursionisti, gente strana … almeno agli occhi di tanti

Ma chi v’’o fa fa’?” è uno dei commenti/domanda più frequenti che gli escursionisti si sentono rivolgere, per lo più in senso bonario, quasi una presa in giro.
Ricordo perfettamente gli sguardi inquisitori e sbalorditi di chi una trentina di anni fa mi vedeva in pantaloncini da escursionismo (anche con temperature non proprio calde) avviarmi ad esplorare sentieri, da quelli a monte di Amalfi a quelli del Faito e poi fino all'estremità della Penisola Sorrentina. L’escursionismo di massa con i gruppi organizzati da tour operator stranieri sarebbe arrivato solo una decina di anni più tardi, alle soglie del nuovo millennio. Contemporaneamente si cominciarono a vedere anche gruppi più o meno estemporanei di camminatori locali con mentalità più easy going di quella professionale dei gruppi CAI (lo storico Club Alpino Italiano, fondato nel 1863), come fu per gli Escursionisti Lubrensi (poi trasformatisi in FREE) che si costituirono l’8 novembre 1999 in quel di Schiazzano.
Ricordo la volta in cui, dirigendomi verso San Nicola per un sopralluogo, poco dopo aver superato Sambuco (frazione di Ravello, e non S. Buco come era riportato sugli orari SITA …) una simpatica signora intenta a fare l’erba per gli animali mi chiese “addò jate? a scaccia’ ’e sierp?”, domanda giustificata anche per essere una tarda mattinata di una calda giornata di giugno. Poi la rividi guidando i miei primi gruppi inglesi e da allora avrà visto sempre più escursionisti passare di lì, senza più meravigliarsi.
Tutt’oggi, nelle località meno frequentate da escursionisti, c’è chi ci guarda con sguardo perplesso, e spesso chiedono “addò jate?”; a chi risponde e intavola una conversazione taluni poi suggeriscono mete e percorsi secondo loro sconosciuti a tutti o, al contrario, sconsigliano di andare perché non si passa più essendo tutto abbandonato.
Ai loro occhi (e per tanti altri), gli escursionisti in genere sono tipi quasi fuori di testa, per lo più detto in modo benevolo, per inerpicarsi anche fuori sentiero fino in cima alle montagne, casomai sotto un sole cocente o con cielo che minaccia pioggia. Oltretutto, nei decenni scorsi, anche gli abbigliamenti degli escursionisti, sempre più colorati e sgargianti, indossati da donne e uomini ben oltre i 50, hanno spesso attirato l’attenzione … in qualche caso suscitando quasi scandalo, ma ora nessuno si meraviglia più di niente.

Forse non hanno tutti i torti, ma a noi piace così e, dicendo noi, penso di interpretare il pensiero di molti. Essendo sempre pronto allo scherzo e all’autoironia, ho quindi realizzato (male, … malo mast’ songo e mali fierr tengo) questo schizzo che penso ben rappresenti l’opinione che molti hanno degli escursionisti e specialmente di quelli locali. Visione che - in modo ironico e chiaramente includendomi nel lotto - in buona parte condivido, in particolare per la nostra mancanza di coordinamento e coesione, pur avendo indubbiamente opinioni e obbiettivi sostanzialmente simili. Sono contento di includermi senz'altro nella banda ma, ovviamente, lascio la libertà a chiunque altro di dissociarsi. Tuttavia ricordo che uno dei Comandamenti dei Camminanti (già dei FREE, dal significativo titolo meglio ‘na mala jurnata ca nu malo compagno) sottolinea che: 
non sono ammesse "facce appese", ‘mpicciusi e persone lamentose.
Di conseguenza sono esclusi anche quelli che non sanno ridere di sé stessi.

5 commenti:

  1. Grande Giovis!!
    Ed avevi anche il barbaro coraggio di portarti dietro un gruppetto di ragazzini indifesi! :-)

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    1. Mi illuderò, ma sono quasi sicuro che anche grazie a ciò (e ancor di più con l’orienteering) i “ragazzini indifesi” di allora sono oggi persone di successo, di mentalità aperta, e sereni!

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    2. No, non ti illudi! Ci hai dato grandi lezioni di vita e non potremo mai smettere di ringraziarti!

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  2. Giovis, può essere anche "Na banda 'e sciem, ma certamente non sbarcano a Na barc sbandata". 😜😜😀😀😝😝
    Saludos da Donato

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  3. Verissimo!
    Anche a me capitava una quindicina di anni fa (ancora!) di sentirmi dire "signurí, ma addó jate cu 'sti bastuni, ca nun ce sta 'a neve"! ��
    E mi unisco al commento di unknow, che sei stato un grande e per me, come credo per molti della stessa "leva" , resti un un punto di riferimento inossidabile.
    viva " 'e sciem "!!! ����
    Se non ci fossimo, dovrebbero inventarci!��
    Ciaoooo! Barbara

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