venerdì 29 novembre 2019

A furia di mangiarne, diventerò un tacchino?

Ultima settimana a Honolulu, completati rilievi e compilazioni mappe, sono "impegnato" in relax, mare (foto sotto, Magic Island Lagoon) e festeggiamenti, questi ultimi condizionati dal Thanksgivingla festivià americana che riunisce le famiglie più che il Natale, ed è ben noto che la sua pietanza simbolo è il tacchinoFa riferimento al primo anno di soggiorno dei pellegrini/coloni del Mayflower, giunti in Massachusetts nel 1620, al termine del quale festeggiarono insieme con i nativi ma non è certo che i tacchini furono inclusi nel menu. La festività moderna (mobile, ultimo giovedì di novembre) fu tuttavia istituita solo nel 1863 da Lincoln, in piena Guerra Civile.


   

Martedì 26 al Foster BG organizzarono per me un potluck (evento mangereccio per il quale ognuno porta qualcosa) con tanto di puakalaunu (la ghirlanda a mo’ di corona) e il vero e proprio lei (al collo), al quale parteciparono a turno buona parte dello staff amministrativo, botanici, giardinieri e volontari. 


Ovviamente non mancava il tacchino, in questo caso cotto in grosse foglie di Ti (Cordyline fruticosa, non tè, foto sotto a sx) come se fosse al cartoccio, similmente a come tradizionalmente si cuociono anche altre carni e pesci nelle isole del Pacifico, nel caratteristico forno interrato. Era accompagnato da Lomi salmon, Jook soup, SukimonoKorean kimchee pancake, Loaded mashed potatoes (bacon & cheese), Pan fried shrimpsPan fried chicken wonton, 2 Pumpkin pie (with and without crust), Lomi Sami dip, Hot jalapeño sauce, fried garlic e vari altri condimenti e snack.
   

Dopo la pausa di mercoledì (con un buon piatto di garlic and beef veggie crispy ramen in stile vietnamita (sopra a dx) è arrivato il Thanksgiving luncheon organizzato dalla coppia coreano-americana di cui sono ospite (AirBnB) al quale hanno partecipato 4 dei 5 figli, con qualche consorte, una decina di nipoti dai 10 mesi ai 10 anni e altri tre ospiti della casa. (sottto Vance, il capofamiglia, al taglio del tacchino)




Essendo tutto preparato dallo stesso gruppo, c’era minor varietà ma maggior quantità (sotto a sx solo parte del cibo, e i dolci erano su altro tavolo) e, con mio sommo piacere, c'era abbondante ed ottima cranberry sauce (a dx), salsa a base di ossicocco (Vaccinium sub. Oxycoccus, alias mirtillo palustre) che tradizionalmente accompagna le fette di tacchinopenso quasi del tutto sconosciuta in Italia. Si tratta di ricetta estremamente semplice visto che combina mirtilli, acqua e zucchero (da restringere sul fuoco) e aggiunta di buccia di arancia, anche se molti preferiscono il limone. In questo caso, erano anche state aggiunte noci, variante abbastanza comune. 

   

Come in ogni pranzo tradizionale legato a festività, è rimasto tanto cibo, in parte ripartito fra i convitati, in parte sistemato in contenitori messi poi in frigo. In ogni famiglia che si rispetti non si spreca cibo e quindi, visto che al party di martedì al Foster Botanical Garden la mia partner di rilievi cartografici era bloccata a casa con febbre, non mi ha meravigliato e tantomeno offeso il suo invito per un pranzo di arrivederci a base di leftovers (avanzi) che certamente includeranno tacchino ... terza volta in 4 giorni!

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