domenica 30 agosto 2015

Nuova idea balzana (ma non tanto) e provocazione (costruttiva)

Molti conoscono la piccola Pineta di San Costanzo, che copre circa 13 ettari della parte alta dei pendii meridionali del monte omonimo, dal crinale fino a quote di circa 200 inferiori. Fu impiantata a metà del secolo scorso e furono anche costruiti una marea di bassi muretti a secco creando una lunga teoria di stretti terrazzamenti collegati fra loro in più parti con lunghi sentierini longitudinali (quindi quasi assolutamente in piano) e qualcuno diagonale o zigzagante per consentire agevoli cambi di quota. Queste tracce sono tuttora facilmente individuabili ed in discreto stato, ma sono pochissimi quelli che le hanno percorse e ancor meno coloro che continuano a frequentarle. Pur non conoscendole tutte, io le ho percorse numerose volte, soprattutto percorrendo l’Alta Via dei Monti Lattari (CAI300) da Nerano, per passare direttamente al sentiero verso Campo Vetavole senza dovermi sobbarcare la ripida e più assolata salita che bordeggia il limite orientale del bosco.

Essendomi recato in loco per rendermi conto degli effettivi danni riportati dalla vegetazione a seguito dell’incendio del 13 agosto scorso, mi è balenata in mente l’idea (certamente balzana per alcuni) di profittare del disastro dell’incendio (che ha bruciato quasi tutto il sottobosco) per ricavarne almeno qualcosa di buono. Eccola:
  • ripristinare ed evidenziare i sentieri della pineta per consentire facili passeggiate,
  • rilevarli e mapparli eventualmente proponendo un percorso circolare,
  • facilitare l'accesso all’area in caso di emergenze,
  • creare una scorciatoia per il percorso CAI300,
  • rendere facilmente fruibili punti panoramici e/o meditativi (entrambi non mancano) con il posizionamento di qualche panchina, anche semplicemente in pietra,
  • ovviamente non prevedere alcuna area barbecue!!!
Quest’ultimo è un chiaro riferimento alle cause del recente incendio e qui entra in gioco un’ulteriore idea balzana, ma anche per questa mi sento di affermare che gli aspetti positivi sono di gran lunga maggiori di quelli negativi. Preciso che ciò che vado ad esporre si basa su quanto è stato detto e scritto in merito “all’incidente” in questione. Considerato che tutte le versioni lette e campane ascoltate sono più o meno concordanti ritengo che quanto segue sia vero:
  • si è trattato di puro incidente (dovuto a leggerezza, irresponsabilità o sfortuna poco importa non dovendo giudicare),
  • i giovani piromani accidentali hanno poi tentato di fare qualcosa per limitare i danni anche se senza successo,
  • buona parte di loro sono stati identificati,
  • gli stessi si sono dichiarati “pentiti”.
Quello che non so assolutamente è se siano stati sanzionati, denunciati, scagionati o in attesa di giudizio. In altri paesi in tempi brevi si sarebbe deciso qualcosa e molto probabilmente (al di là di eventuali risarcimento danni, multe, ecc.) i giovani sarebbero stati “condannati” a prestare la propria opera gratuita nell’ambito dei servizi sociali per un certo periodo di tempo. Considerata la natura del “misfatto”, e soprattutto delle sue conseguenze, perché non anticipare i tempi ed invitarli (non certo obbligarli) a partecipare volontariamente alla pulizia, individuazione e sistemazione dei sentieri, rimozione di alcuni tronchi e rami che ostruiscono il passaggio e altri piccoli lavori per i quali non è richiesta alcuna competenza specifica, il tutto sotto la direzione e vigilanza di personale comunale, della Forestale o della Comunità Montana?
   

   
Se questa fosse una strada praticabile, con la loro volontaria collaborazione i giovani incendiari involontari potrebbero dimostrare in modo tangibile la loro buona fede e il loro “pentimento”, agendo in modo pratico per riparare, seppur in minima parte, ai danni accidentalmente provocati.
Sono sicuro che non sarebbe neanche necessario contattarli direttamente in quanto un semplice appello diramato via social network, internet o stampa locale potrà fungere da convocazione informale e giungerà alle loro orecchie. Chi vorrà potrà partecipare, anche con amici solidali, e a nessuno verrà chiaramente chiesto se effettivamente fosse presente al party (e quindi è venuto ad “espiare”) o se è venuto per puro spirito civico e collaborativo.
Vedendolo come un inusuale parco pubblico, sarà senz’altro opportuno e gradito il coinvolgimento della comunità terminese in senso lato, al di là delle appartenenze ad associazioni e gruppi politici.
Similmente ad altre mie proposte, anche questo programma non esige grandi progetti redatti da supertecnici e tantomeno budget esorbitanti. Buonsenso, criterio e buona volontà saranno più che sufficienti, sempre e comunque nel rispetto delle norme.
Al più presto formalizzerò una richiesta ufficiale in tal senso al Comune, allegando planimetria e un buon numero di foto.

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