Ho appena
pubblicato la mappa dei principali sentieri di accesso al Cerreto, seconda cima (1316 m ) dei Monti
Lattari, considerando un tutt’uno il tricuspide Sant’Angelo a Tre Pizzi con i
monti S. Michele o Molare (1444), di Mezzo o Canino (1426) e Catiello (1393).
La parte
sud-occidentale di questa cartina coincide con quella nord-orientale della
mappa dell’area del Cervigliano e Santa Maria dei Monti, da poco pubblicata.
La
scala è identica (1:15.000), ma l’equidistanza è di 50 metri e non 25 come la
precedente. Ho comunque disegnato alcune isoipse significative a 25m
utilizzando chiaramente il simbolo per le ausiliarie (linea tratteggiata).
Poiché una piccola
parte del sentiero fra Monte Rotondo e il Megano restava non rappresentato
anche dopo la sovrapposizione delle due carte, ho provveduto a creare un
inserto, evidenziato da bordo verde e colore di fondo, che mostra anche quel
tratto.
Dovrebbe essere tutto abbastanza chiaro, almeno spero.
In sostanza vengono
rappresentati:
- l’Alta Via dei Monti Lattari (CAI 300) dalla
sella di Monte Rotondo - Acqua Vrecciara fino al Cerreto
- l’inizio dei sentieri che dal Cerreto
conducono a Chiunzi (CAI 300) e ad Angri (CAI 340)
- il percorso che da quota 1099 (inizio del sentiero
meridionale di accesso al Cerreto) va fino a Ravello rasentando Monte Brusara
- tutto il sentiero da S. Maria dei Monti a Santa
Caterina (Scala), via Bosco Annunziata
- la parte alta (oltre la metà) del sentiero
dello Scalandrone (S. Maria dei Monti - Minuta)
- l’inizio della strada sterrata che collega il
Megano con Aurano (Gragnano)
Ci tengo a
ricordare che la carta rappresenta solo i sentieri più evidenti, utili e
frequentati, tuttavia non tutti provvisti di segnavia o altra segnaletica.
Si raccomanda
quindi di prestare sempre attenzione, in particolare nei pascoli del Ceraso e
del Megano dove, a causa del passaggio di greggi, si trovano sempre nuove
tracce e un sentiero vero e proprio in molti casi non esiste. In particolare
nei giorni di scarsa visibilità (spesso ridotta a poche decine di metri) si
rischia di girare a vuoto prima di ritrovare il giusto cammino.
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