lunedì 16 giugno 2014

Escursionismo - nuova cartina: Monte Cerreto e dintorni

Ho appena pubblicato la mappa dei principali sentieri di accesso al Cerreto, seconda cima (1316 m) dei Monti Lattari, considerando un tutt’uno il tricuspide Sant’Angelo a Tre Pizzi con i monti S. Michele o Molare (1444), di Mezzo o Canino (1426) e Catiello (1393).
La parte sud-occidentale di questa cartina coincide con quella nord-orientale della mappa dell’area del Cervigliano e Santa Maria dei Monti, da poco pubblicata. 
La scala è identica (1:15.000), ma l’equidistanza è di 50 metri e non 25 come la precedente. Ho comunque disegnato alcune isoipse significative a 25m utilizzando chiaramente il simbolo per le ausiliarie (linea tratteggiata).
Poiché una piccola parte del sentiero fra Monte Rotondo e il Megano restava non rappresentato anche dopo la sovrapposizione delle due carte, ho provveduto a creare un inserto, evidenziato da bordo verde e colore di fondo, che mostra anche quel tratto. 
Dovrebbe essere tutto abbastanza chiaro, almeno spero.
In sostanza vengono rappresentati:
  • l’Alta Via dei Monti Lattari (CAI 300) dalla sella di Monte Rotondo - Acqua Vrecciara fino al Cerreto
  • l’inizio dei sentieri che dal Cerreto conducono a Chiunzi (CAI 300) e ad Angri (CAI 340)
  • il percorso che da quota 1099 (inizio del sentiero meridionale di accesso al Cerreto) va fino a Ravello rasentando Monte Brusara
  • tutto il sentiero da S. Maria dei Monti a Santa Caterina (Scala), via Bosco Annunziata
  • la parte alta (oltre la metà) del sentiero dello Scalandrone (S. Maria dei Monti - Minuta)
  • l’inizio della strada sterrata che collega il Megano con Aurano (Gragnano)
Ci tengo a ricordare che la carta rappresenta solo i sentieri più evidenti, utili e frequentati, tuttavia non tutti provvisti di segnavia o altra segnaletica.
Si raccomanda quindi di prestare sempre attenzione, in particolare nei pascoli del Ceraso e del Megano dove, a causa del passaggio di greggi, si trovano sempre nuove tracce e un sentiero vero e proprio in molti casi non esiste. In particolare nei giorni di scarsa visibilità (spesso ridotta a poche decine di metri) si rischia di girare a vuoto prima di ritrovare il giusto cammino.

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