giovedì 19 giugno 2014

Botanica e Alimentazione: Capperi e Cucunci

Quanti sanno che i capperi (Capparis spinosa L.) non sono né frutti, né bacche, né drupe, ma semplicemente i boccioli dei fiori non ancora aperti?
Della stessa pianta si mangiano anche i frutti, ma questi sono meno ricercati, meno saporiti, grandi quanto un'oliva e vengono di solito commercializzati con il loro nome dialettale siciliano: cucunci (ma vengono anche chiamati capperoni o cetrioli di cappero).
 
I fiori  sono grandi e particolarmente vistosi, con i petali di un bianco immacolato e i tanti stami violetti che vanno a formare un caratteristico "ciuffo".
Spesso le piante fuoriescono da piccole crepe nelle rocce e dalle fessure dei muri. Raramente si vedono in piena terra.
Scheda su meditflorawww.meditflora.com/flora/capparis_spinosa.htm
 
Prodotti tipici del Mediterraneo, i capperi e cucunci più famosi e ricercati (si dovrebbe supporre anche i più prelibati) crescono sulle isole, in particolare sui terreni calcarei. In Italia i più conosciuti sono quelli delle Eolie e di Pantelleria. Si conservano sia sotto sale che sotto aceto. E' opinione comune che la bontà sia inversamente proporzionale alle dimensioni. 
Sono ingredienti fondamentali in molte ricette tradizionali (la puttanesca, per esempio) e si accompagnano spesso con le quasi inseparabili olive (aulive e chiapparielli).
I capperi sono stati  inseriti fra i prodotti agroalimentari tradizionali italiani (P.A.T), elenco compilato dal Ministero delle Politiche Agricole.
In napoletano il termine chiappariello viene anche utilizzato in senso figurato per indicare uomini o ragazzi piccoli di statura e magri. E in questo senso è il soprannome del ragazzino protagonista della classica canzone omonima di Salvatore Palomba e Sergio Bruni.
Ecco il testo e la traduzione www.napoligrafia.it/musica/testi/chiappariello.htm 

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