mercoledì 26 agosto 2020

Micro-recensioni 281-285: ultima cinquina noir, più che buona

Gruppo costituito dai più recenti fra i film noir americani che ho recuperato (li ho guardati in ordine cronologico), solo l’ultimo è degli anni ’60 ed è anche l’unico a colori. Dei 5 solo uno è stato deludente, gli altri 4 per un motivo o per l’altro sono senz’altro da raccomandare e non solo per gli ottimi interpreti e i buoni registi che li hanno diretti.
 
The Killers (Don Siegel, USA, 1964)
Singolare remake dell’omonimo film del 1946 diretto da Robert Siodmak e interpretato da Burt Lancaster e Ava Gardner, che ottenne ben 4 Nomination Oscar. Gli eventi sono più o meno gli stessi ma se nel primo l’interessato a scoprire chi fosse il mandante e perché la vittima non fosse scappata era un investigatore, in questa nuova versione sono gli stessi killer a chiederselo e cercheranno di venire a capo dell’intricata vicenda, supponendo che ci sia una grossa somma di denaro in ballo. Accanto ai protagonisti Lee Marvin (senior killer), John Cassavetes (la vittima) e Angie Dickinson (la vamp di turno), ci sono ottimi caratteristi dai volti ben noti ed anche Ronald Reagan (poi Presidente USA 1981-1989).
Entrambi i film meritano un’attenta visione anche conoscendo il finale della trama in qualunque ordine si guardino (il soggetto è adattato da uno stesso racconto di Ernest Hemingway); è interessante il diverso approccio e gli ovvi opposti punti di vista.

The Big Knife (Robert Aldrich, USA, 1955)
Dramma/noir di evidente derivazione teatrale, con un ottimo cast, ben diretto dal solito Aldrich. Al fianco dei mattatori Jack Palance, Rod Steiger e Ida Lupino (ben nota star dei noir, sia come attrice che come una delle poche donne regista dell’epoca) c’è ancora una volta la giovane Shelley Winters, ma anche ottimi caratteristi come Everett Sloane (famosi i suoi personaggi in due film di Orson Welles: Citizen Kane e The Lady from Shangai) e Wendell Corey (il poliziotto di Rear Window - La finestra sul cortile). Ottimo noir da guardare con attenzione anche se non ci sono assassini, poliziotti e inseguimenti.
  
The Scarface Mob (Phil Karlson, USA, 1959)
Primo e originale The Untouchables, presentato in due parti come film TV, subito dopo distribuito nelle sale con questo nome e poi divenuto una serie TV di successo. Basato sulle memorie di Eliot Ness (morto appena due anni prima, interpretato da Robert Stack nel film e nella serie) viene proposto in puro stile noir, con precisi riferimenti, nomi e date.
Solido noir-quasi documentario, per quanto sia essenziale è piacevole da guardare, ben diretto e ben interpretato.

Tight Spot (Phil Karlson, USA, 1955)
Ottima interpretazione di Ginger Rogers che, dopo aver ottenuto fama mondiale al fianco di Fred Astaire negli anni ’30 (10 film con lui), qui si distingue come attrice di ottimo livello, senza accennare alcun passo di danza. Girato soprattutto in interni, narra delle titubanze e paure di una reclusa prelevata dal carcere e tenuta sotto protezione poche ore prima di un processo contro un importante gangster, per essere una importante testimone d’accusa. Dovrà scegliere fra tentare di ottenere uno sconto di pena rischiando la vita o rinunciare a testimoniare sperando di essere lasciata in pace.
Nel ruolo del procuratore c’è il sempre impeccabile Edward G. Robinson, il poliziotto che la protegge è Brian Keith. Da guardare.

The Burglar (Paul Wendkos, USA, 1957)
Nettamente al di sotto degli agli 4 di questo gruppo, sia perché la storia è debole e mal messa in scena, sia perché il cast, pur includendo nomi di cartello per il genere (Dan Duryea, Jayne Mansfield, Martha Vickers) appare mal diretto o quantomeno “svogliato”. Evitabile.

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