Cry of the City (Robert Siodmak, USA, 1948)
L’unico
vero e classico noir di questo gruppo. Protagonisti sono
due italoamericani che si conoscono dall'infanzia ma che hanno preso strade
diverse, uno è tenente della omicidi, l'altro un balordo privo di scrupoli con
reati di ogni tipo sulla coscienza, fra il quali l'omicidio di un poliziotto.
Ben strutturato, pieno di twist piazzati al momento giusto, scorrevole e rapido
pur se con poca vera azione. Tuttavia, la regia mi è sembrata poco solida e
specialmente nel montaggio mi è sembrata carente. Perfetti i due interpreti
principali: Victor Mature (il poliziotto Lt. Candella) e Richard
Conte (il criminale Martin Rome). Molto ben descritti anche i rapporti fra
i membri della famiglia (numerosa) Rome, con la classica madre italoamericana
(probabilmente di prima generazione) che si preoccupa per tutti. C’è anche
tanto italiano dei dialoghi ma nella v.o. che ho visto non c’è traccia di
sottotitoli … gli americani capivano tutto?
Interessanti anche i tanti personaggi di contorno, avvocato
ricettatore, medico senza licenza, infermiera, massaggiatrice, … fra gli interpreti c'è anche una giovane Shelley Winters.
Nonostante le succitate pecche, lo consiglio.
The Suspect (Robert Siodmak, USA,
1944)
Noir sui generis, è ambientato a Londra all’inizio del secolo
scorso e non si sviluppa nel mondo del crimine bensì in una famiglia borghese
benestante. I coniugi di mezza età e senza figli tuttavia non vanno per niente
d’accordo e l’apparizione della giovane e avvenente Mary Gray (interpretata da Ella
Raines) porterà lo scompiglio nella famiglia. Ennesima ottima prova di Charles Laughton, protagonista assoluto
del film; purtroppo per lui, sarà “perseguitato” dal flemmatico ispettore Huxley
di Scotland Yard. Ironico e in più occasioni divertente, in particolare nei
battibecchi fra marito e moglie.
Il
finale sembra un po’ edulcorato, probabilmente anche in questo caso la ragione
deve essere individuata nel Code (vedi commento seguente). Consigliato.
The Strange Affair of Uncle Harry (Robert Siodmak, USA,
1945)
Palesemente rovinato dalla scelta del finale, cosa che causò
addirittura le dimissioni del produttore esecutivo, in pieno disaccordo come
tanti. Furono proposte e girate ben 5 diverse conclusioni; non conosco le altre
ma quella inserita nella pellicola che giunse nelle sale è certamente
deludente, assolutamente insensata e dissonante rispetto a quanto mostrato in
precedenza. Oltretutto tradisce il finale dell’omonimo lavoro teatrale dal
quale è tratto. Chiaramente la causa è da individuare nell’obbligo di rispettare
il Motion Picture Production Code, la serie di regole molto prossime
alla censura che fra il 1934 e il 1968 condizionò (in negativo) tanti film
potenzialmente più che buoni rendendoli poco credibili e stravolgendo nelle
ultime scene i caratteri di personaggi. Ottimamente interpretato da George
Sanders e dalle attrici che vestono i panni delle 4 donne che lo circondano.
Christmas Holiday (Robert Siodmak, USA, 1944)
Tratto da un racconto di Somerset Maugham,
Nomination Oscar per il commento sonoro. Sorprende la presenza di Gene Kelly
che non accenna neanche un passo di ballo e se la cava più che dignitosamente come
attore vero e proprio.
Si basa su due storie parallele, messe insieme da un incontro casuale che porta
a galla le storie sentimentali dei due perfetti sconosciuti facendo
riconsiderare loro alcune valutazioni e conseguenti programmi. Gli
indispensabili flashback sono ben organizzati e i dialoghi ovviamente di
livello visto che per lo più sono frutto della penna di Maugham.
Time Out of Mind (Robert Siodmak, USA,
1947)
Il più deludente del gruppo, strano soggetto
per Siodmak, senza morti e senza polizia, un dramma famigliare puro e semplice, con un
padre despota e un figlio con poca spina dorsale, che si fa condizionare dalle
donne che lo circondano e si rifugia nell'alcol.
Nessun commento:
Posta un commento