Gun Crazy (Joseph H. Lewis, USA, 1950)
Un Bonnie and Clide ante
litteram, vagamente simile alla coppia di famosi criminali; anche se i due
erano già stati uccisi nel 1934 e il primo film biopic più o meno ufficiale fu
quello del 1958 diretto da William Witney. Da sottolineare che la
sceneggiatura è opera di Dalton Trumbo, uno dei più rinomati autori di Hollywood
seppur in molti anni fosse stato inserito nella black list e quindi bandito (Trumbo
di Jay Roach, 2015, è il suo biopic). In questo caso i due si
incontrano in una fiera itinerante, lui semplice fanatico di armi, lei
tiratrice eccezionale che si esibisce come fenomeno dalla mira infallibile. L’avidità
e la mancanza di scrupoli (specialmente della ragazza) condurrà entrambi su una
via senza ritorno.
Side Street (Anthony Mann, USA,
1950)
Un giovane in procinto di diventare
padre coglie l’occasione per impossessarsi di 200 dollari, ma scoprirà che il
reato è di ben altra entità e ciò scatenerà una sequela di avvenimenti che porteranno
anche a varie morti violente. Tutti i tentativi per redimersi e mettersi la coscienza
a posto si riveleranno inutili … anzi in parecchi casi peggioreranno la
situazione.
Hollow Triumph (Steve Sekely,
USA, 1948)
Aka The Scar (= cicatrice,
quasi uno spoiler …), film ben realizzato e ben interpretato da Paul Henreid,
il Victor Lazlo di Casablanca. Interessante sceneggiatura con l’unica
pecca del chiarire troppo palesemente (cosa facilmente evitabile) la causa
della scoperta della differenza fra i due sosia. Tutto il resto è sapientemente
messo in scena. Non mancano vari twist né la femme fatale.
Thieves' Highway (Jules Dassin, USA, 1949)
C’è un ottimo trio di protagonisti in
questo crime che si sviluppa nel mondo del mercato ortofrutticolo: Richard
Conte, Lee J. Cobb e Valentina Cortese. La precisa regia di Jules
Dassin (già apprezzato per The Naked City, 1949) ben rende
la buona sceneggiatura.
Not Wanted (Elmer Clifton, USA,
1949)
Dramma a tutti gli effetti,
assolutamente non un noir. La protagonista è una brava ragazza ma superficiale,
quasi in rotta con i genitori, troppo ingenua e sognatrice. Come avverte la
voce fuori campo all’inizio del film, si narra una storia che si ripete quasi
quotidianamente. In effetti il personaggio (ben descritto) non è tanto da
compatire ma da biasimare per comportarsi in modo insulso e irrazionale ogni
volta che debba prendere delle decisioni. La giustificazione dell’età (19 anni)
non è sufficiente per “scagionarla” da ogni responsabilità.
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