sabato 20 giugno 2020

Micro-recensioni 216-220: b/n, con macchie di colore

Giorni fa mi capitò sottocchio un articolo sui migliori film in bianco e nero di questo secolo. Per fortuna, dico io, dopo il quasi totale abbandono durante la fine del secolo scorso, questa tecnica è stata rivalutata, i mezzi moderni riescono ad esaltarne le qualità e tutti ricorderanno che vari sono finiti agli Oscar, conseguendo anche molte statuette. Giusto per ricordarne qualcuno, cominciò Schindler’s List (1993, Steven Spielberg, 7 Oscar) che fu il primo fra in b/n moderni ad aggiudicarsi il premio come miglior film, ci riuscì’ anche The Artist (2011, Michel Hazanavicius, 5 Oscar), mentre l’anno scorso andarono deluse le speranze di Alfonso Cuarón per Roma (3 Oscar, ma non miglior film, nonostante l’enorme battage pubblicitario). Oltre ai due succitati, nell’ultimo decennio hanno ottenuto Nomination per la fotografia The Man Who Wasn't There, The White Ribbon, Nebraska, Ida, Cold War, The Lighthouse (ve lo segnalo ancora una volta), e molti altri sono stati premiati nei più importanti Festival internazionali.
Fra quelli segnalati dall’articolo, ne ho recuperati 4 (tutti più che notevoli per la fotografia) e vi ho aggiunto un film del 1963 ad episodi, diretti da 4 noti registi, motivato specialmente da quello diretto da Pasolini.

Ro.Go.Pa.G. (Rossellini, Godard, Pasolini, Gregoretti, Ita/Fra, 1963)
Ai primi due episodi poco significativi, direi quasi banali, segue il geniale (così lo definì Moravia) ed esplosivo La ricotta (di Pasolini), con contenuto che fu censurato e il regista condannato per vilipendio della religione; conclude Gregoretti con una divertente analisi critica del consumismo all’epoca del boom economico, ma molto di ciò che dice resta assolutamente valido oggi, oltre mezzo secolo dopo. Esordio di Ricky Tognazzi (a 8 anni), nel suo ruolo naturale, figlio del protagonista interpretato da suo padre Ugo.
Aggiungo solo poche parole su La ricotta, in bianco e nero come gli altri episodi ma con alcune inquadrature molto colorate. Si tratta di (tentati) tableaux vivants riproducenti due celebri dipinti: la Deposizione dalla Croce di Rosso Fiorentino (1521) e il Trasporto di Cristo di Jacopo da Pontormo (1526-1528). Nelle campagne romane si sta girando un film sulla Passione diretto da un annoiato regista (interpretato da Orson Welles) che ha a disposizione un’attrice e un gruppo di comparse indisciplinate e affamate. Fra croci che vengono erette e riposte e attori crocifissi, nelle pause si balla il twist e la Maddalena esegue uno striptease mentre il ladrone buono cerca disperatamente di riempire lo stomaco.


Vi propongo La ricotta in HD 720p, peccato per i sottotitoli francesi sovraimpressi, ma forse l’episodio di trova anche libero da essi e di pari qualità.


Heimat - Cronaca di un sogno (Edgar Reitz, Ger, 2013)
Heimat - Home from Home (Edgar Reitz, Ger, 2013)
Questi (o questo) sono gli ultimi della serie Heimat, strettamente collegati ed in continuità fra loro talvolta proposti come unico film di quasi 4 ore. In effetti si tratta del prequel degli episodi precedentemente proposti (soprattutto per la tv) per un totale di quasi 60 ore, tutti scritti e diretti da Edgar Reitz a partire dal 1979. Heimat significa terra natia, riferita di solita all’ambiente rurale. Gli avvenimenti narrati si svolgono nei primi anni ’40 dell’800 e sono in relazione all’emigrazione verso il Sudamerica, in particolare il Brasile. La saga precedentemente prodotta continua fino a tutto il secolo scorso.
Girato in ottimo b/n di tanto in tanto impreziosito da elementi colorati, nella maggior parte dei casi non i soliti rossi, conta anche su buone interpretazioni e ottime scenografie.

November (Rainer Sarnet, Est, 2017)
Molto ben fotografato, atmosfere magiche, ma trama troppo confusa, basata sul nulla o tradizioni e leggende molto poco credibili. Pregevole e interessante l’ambientazione nel piccolo villaggio estone circondato da foreste, durante un freddo inverno. Anche il cast merita una citazione non solo per le capacità degli attori ma soprattutto per la scelta dei volti “felliniani”. Molto originale anche l’animazione dei kratt, demoni ladruncoli e dispettosi, che hanno un ruolo fondamentale nella storia.

A Girl Walks Home Alone at Night (Ana Lily Amirpour, USA, 2014)
Buone idee originali e ben girato, con fotografia più che apprezzabile e soggetto molto originale. Allo stravolgimento dei canoni vampireschi, con twist sorprendenti e idee originali, non corrisponde però una continuità nella narrazione, gravata da troppe pause. Nata in UK, residente in USA, Ana Lily Amirpour ha girato in California questo suo primo lungometraggio in farsi (persiano) da lei stessa definito “il primo spaghetti western di vampiri iraniano”. 

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