giovedì 2 gennaio 2020

82° e ultimo gruppo di micro-recensioni 2019 (406-409)

Ecco gli ultimi 4 del 2019 … quale 409° e conclusivo dell’anno ho voluto scegliere un film divertente, folle, oserei dire geniale e tendente al demenziale come le commedie che piacciono a me: Gatto Nero, Gatto Bianco. Con i precedenti ho comunque mantenuto fino in fondo la mia predilezione per la varietà e peculiarità (quando non mi dedico a visioni quasi esaustive di autori o generi) e quindi prima del film jugoslavo di Kusturica, ho scelto di guardare uno spagnolo, un americano e un australiano a me completamente sconosciuti, ma di rating relativamente promettente. 
Rimanendo in tema varietà, anticipo che il 2020 inizierà con Rams (islandese, vincitore pel Premio Un Certain Regard a Cannes), seguito da un film ambientato in Zambia (co-produzione UK/Ger/Fra/Zambia), diretto da una regista originaria di tale paese, vincitrice del Premio Outstandig Debut ai BAFTA e candidata alla Golden Camera a Cannes ma, nonostante questi e altri riconoscimenti internazionali, non se ne trova traccia in Italia.


 

409  Gatto Nero, Gatto Bianco (Emir Kusturica, Yug, 1998) * con Bajram Severdzan, Srdjan 'Zika' Todorovic, Branka Katic * IMDb 8,1  RT 88%  *  3 Premi e Nomination Leone d’Oro a Venezia
Avendo guardato di nuovo e con rinnovato interesse questo film di Kusturica, mi sono chiesto se il regista avesse prima scelto il cast e poi attribuito i ruoli o avesse cercato per ognuno dei personaggi il volto e fisico perfetto. Il dubbio resta e a conforto delle mie perplessità c’è da sottolineare che Kusturica partì con l’idea di realizzare un documentario (Musika Akrobatika) sulle ottime e coinvolgenti musiche balcaniche (del genere di quelle di Goran Bregović, che aveva curato le colonne sonore di tre suoi precedenti film), ma in corso d’opera decise di legarle ad una trama, fornita dalla sceneggiatura di Gordan Mihić,.
Si tratta di una commedia caricaturale dell’ambiente “zingaro”, fra l'estremo e il demenziale, pieno di tutti i peggiori luoghi comuni e stereotipi, certamente lontano dall’ossessivo e ormai asfissiante politically correct
Chiunque abbia un certo spirito umoristico e senso del ridicolo non potrà che apprezzare ed amare ogni singolo personaggio. Inoltre, sono certo che tutto il cast e anche lo staff sia divertito un mondo a girare questo folle film sulle rive del Danubio con tutti i soggetti chiaramente esagerati sotto ogni punto di vista, così come i costumi, accessori, mezzi di locomozione e la storia in stessa.
Non mancano un paio di tormentoni come l’anziano boss che guarda all’infinito l’ultima scena di Casablanca e quello quasi surreale dell’enorme maiale che implacabilmente divora una Trabant abbandonata. 
Un film da guardare e basta!

408  Lantana (Ray Lawrence, Aus, 2001) * con Anthony LaPaglia, Geoffrey Rush, Rachael Blake * IMDb 7,2  RT 90%
A differenza dei due visti in precedenza, al di sotto delle pur limitate aspettative, questo film australiano mi è sembrato molto ben costruito e diretto; la sceneggiatura mette in contatto per cause più o meno fortuite quasi tutti i protagonisti di questo film quindi quasi corale. Una dozzina di personaggi, per lo più coppie con problemi di relazione, ognuno con le sue angosce e paure, incroceranno le loro strade in attesa che agli spettatori vangano chiarite le immagini mostrate all’inizio del film.
Le interpretazioni sono buone e i dialoghi sono interessanti e significativi, forse talvolta troppo in quanto sembra che per ogni situazione si voglia dare una spiegazione o un consiglio assoluto nella gestione dei rapporti interpersonali. Tuttavia, c'è da dire che molti di questi assiomi sono effettivamente abbastanza reali e credibili alcuni sono anche da sottoscrivere in pieno.
Gli avvenimenti precedenti a quanto mostrato in apertura verranno spiegato solo molto più avanti e la soluzione del caso sarà imprevista e originale, eppure del tutto plausibile.
In sostanza si tratta di un film molto più che sufficiente, che senza dubbio merita una visione.


 

407  White Oleander (Peter Kosminsky ,USA, 2002) * con Alison Lohman, Michelle Pfeiffer, Renée Zellweger, Robin Wright * IMDb 7,1  RT 68%
Non del tutto malvagio, ma confuso, discontinuo, con personaggi poco convincenti e tantomeno coinvolgenti. Michelle Pfeiffer interpreta la (pessima) madre di Alison Lohman, la prima non si rende del proprio egoismo quasi folle, la seconda si rende conto di essere quasi plagiata ma non fa molto per uscire da tale situazione.
La scelta di una 23enne (seppur minuta) per interpretare una teenager mi è sembrata poco appropriata. Certamente non fornisce una buona immagine del sistema di affidamento familiare per giovani rimasti senza famiglia che, in attesa di trovare accoglienza, vengono tenuti in strutture quasi carcerarie, pur essendo solo vittime di una “cattiva sorte”.
Senza infamia e senza lode.

406  Libertarias (Vicente Aranda, Spa, 1996) * con Ana Belén, Victoria Abril, Ariadna Gil * IMDb 7,1  RT 83%p 
Deludente … Aranda non riesce a prendere una strada definitiva fra i generi commedia, bellico, storico e drammatico. Interessante solo per apprendere qualcosa di più (specialmente se non spagnoli) in merito alla Guerra Civile della seconda metà degli anni ’30, che si concluse con l’ascesa al potere di Francisco Franco. Certamente risalta il caos che regnava nelle differenti fazioni che, pur essendo schierati dalla stessa parte, non erano assolutamente coordinate fra loro.
Evitabile … se interessati all’argomento, molto meglio leggere qualche testo, di punti di vista diversi.


Le oltre 1.400 precedenti micro-recensioni dei film visti a partire dal 2016 sono sul mio sito www.giovis.com; le nuove continueranno ad essere pubblicate su questo blog.

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