Sono
stato quasi rimproverato (simpaticamente) per aver chiesto alla direttrice del
Museo dei pupi di Ortigia se quelli esposti fossero di tipo
"palermitano" o "catanese". Con una lunga e dotta
spiegazione, mi ha detto che nella maggior parte dei testi (e quindi dei siti)
si fa questa semplicistica divisione, non del tutto esatta. Infatti oltre a
queste due scuole, che pur avendo molti elementi in comune hanno sostanziali differenze,
ce ne sono molte altre tipiche di varie città o aree siciliane. Per farla breve,
i pupi palermitani hanno molti più movimenti di quelli catanesi ma sono più
piccoli (ma comunque alti circa 80cm). Potete leggere un interessante e
puntuale approfondimento in questa pagina.
Ovviamente
quelli esposti nel Museo dei Pupi di Siracusa sono di scuola siracusana, più simile
alla catanese che alla palermitana e con la particolarità dell’uso di maschere
di cartapesta montate sulla testa di legno. In
questo album Google+ ho raccolto una quarantina di foto scattate nel Museo che
vanno dai pupi classici (paladini e mori) ai personaggi fantastici di contorno
(draghi e diavoli), dalle scene ai pupi utilizzati per rappresentazioni più moderne (per
esempio Cavalleria rusticana) e a una serie di marionette di altre culture.
Continuando
“l’intervista” sono passato a chiederle quale fosse il numero standard di
personaggi e mi ha raccontato che ogni puparo degno di tale nome ne ha almeno
100, ma il numero arriva addirittura a 1500 anche se la maggior parte ha ruoli
brevissimi, come le comparse in un film. Attenzione, ciò non significa che si
abbiano altrettanti pupi. Infatti pur essendo vero che i protagonisti non
vengono modificati, i personaggi secondari vengono spesso creati cambiando
parte del pupo, di solito la testa (la sola maschera per i pupi siracusani) o
parte dell'abbigliamento.
Potrete
cominciare ad approfondire l’argomento navigando all’interno di www.teatrodeipupisiracusa.it e anche
del vecchio sito www.pupari.com dove
troverete ben descritta la storia delle famiglie di pupari Mauceri e Vaccaro i
cui discendenti si occupano oggi del Museo, del Laboratorio e del Teatro. Si trovano
tutti e tre lungo via Giudecca ad Ortigia (l’isola centro storico di Siracusa) e
nel teatro si svolgono frequenti rappresentazioni la cui durata standard varia
fra 45 minuti e un’ora. Spesso vengono presentate storie singole (con inizio e
conclusione), ma in altri casi vicende più complesse suddivise in puntate, proposte
in giorni consecutivi.
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