Mi è sempre piaciuto fotografare, in oltre 40 anni di “carriera”
ho cambiato soggetti, apparecchiature, stili, scopi e interessi. Ho cominciato
con foto di viaggio, necessariamente poche in quanto rollini, sviluppo e stampa
erano cari e il mio budget era limitatissimo (molte volte dormivo in treno per
risparmiare sugli ostelli). A 17 anni avevo la mia prima vera macchina
fotografica (una Zenith, russa) e qualche anno dopo comprai una Pentax e cominciai
anche a stampare in b/n, soprattutto foto sportive e di spettacoli. Poi sono passato alle diapositive, ho cambiato qualche
altra macchina e infine sono passato al digitale.
Questo passaggio mi ha aperto nuovi orizzonti, non ho stampato
quasi più niente per me - anche se varie mie foto sono apparse su riviste, giornali,
cartine, opuscoli e depliant – e nell’ultimo decennio ho pubblicato online varie
decine di migliaia di foto sui miei vari siti.
Da quando nel giugno 2004 creai www.meditflora.com (attualmente gestita mirabilmente e con maggior competenza dal naturalista Nando Fontanella)
fui ovviamente costretto ad interessarmi meno dei panorami ed avvicinarmi ai soggetti: nella fattispecie i fiori. Di pari passo con l’evoluzione della
fotografia digitale è aumentata rapidamente la qualità delle immagini ed è
diminuita la distanza minima di messa a fuoco dando così la possibilità di
evidenziare sempre più dettagli, spesso non rilevabili ad occhio nudo. Le
compatte che ho utilizzato negli ultimi anni (e che ancora uso quando voglio
viaggiare leggero e non ho molto tempo da dedicare alle foto) mi hanno permesso
di avere risultati soddisfacenti - per il web – ma pochi mesi fa ho deciso di dedicare
più tempo alle macro e mi sono attrezzato di conseguenza. Avendo ridotto di
molto i miei impegni, ora me ne vado in giro scattando foto soprattutto ai
fiori e, credetemi, per ottenere buoni risultati ci vuole tanto tempo, pazienza
e passione.
Invece di procedere a passo spedito lungo i sentieri, con lo
zaino in spalla (non sempre) e la compatta in tasca, scattando foto “al volo”,
con una sola mano, fermandomi solo raramente casomai per un’orchidea poco comune, ora mi
muovo portando con me non solo lo zaino, ma anche una macchina fotografica ben
più ingombrante della compatta, un secondo obiettivo e un relativamente pesante
cavalletto. Questo è il necessario prezzo da pagare per il piacere della macrofotografia
anche se, per ora, sto ancora combattendo con settaggi, esperimenti e tentativi.
Indipendentemente dalla mia scarsa esperienza in questo settore
specifico, mi sto confrontando con dei problemi oggettivi creati da tante variabili distinte, a
molte delle quali ci si deve per forza adattare essendo impossibile
controllarle. Ma questo aumenta la gratificazione quando, per abilità o per fortuna,
si realizzano buoni “scatti”.
Fra le concrete difficoltà in primis metterei il vento. Anche
la minima brezza fa ondeggiare i soggetti a meno che non siano veramente raso
terra. Mi è capitato più volte di piazzare il cavalletto, scegliere l’inquadratura,
regolare tutto, mettere a fuoco un certo punto di un fiore fino a quell’istante
immobile (o quasi) ma che al momento di scattare comincia a ondeggiare.
Al
vento segue la luce: se la si vuole naturale (quindi senza usare fonti di luce
artificiale come il flash) si deve trovare un fiore che sia rivolto più o meno
nella direzione giusta, che non abbia grandi contrasti o ombre nette. E non
dimentichiamoci della posizione: tante volte i fiori che si vogliono
fotografare si trovano in punti dove è impossibile posizionarsi con il
cavalletto, altre volte ci si deve arrampicare o si è quasi costretti a stendersi
a terra, cosa non sempre piacevole (fango, spine, pietre e anche peggio se l'area è frequentata da animali al pascolo ...). In questi ultimi giorni sto facendo pratica in Sicilia dove ci sono tanti possibili soggetti di macro, ma non c’è quasi mai calma di vento ed in particolare oggi è peggio del solito. In compenso c'è un sole splendente adatto all'arrivo della primavera (stasera alle 22:45) .
Ma la soddisfazione nello scattare macro deriva anche dall’inaspettato,
da ciò che si scopre solo osservando attentamente le foto. Potrei sottoporvi
infiniti esempi, da linee colorate non apprezzate a prima vista, spine e peli microscopici,
ospiti che pensano di essere perfettamente mimetizzati come quello sul Lotus tetragonolobus (ginestrino purpureo, foto in alto a sx), granelli di sabbia su quest’altra Fabacea (in basso a sx, probabilmente una Medicago),
o giovani coppie (clandestine?) colte in flagrante nonostante il loro tentativo
di nascondersi (in basso a dx).- 11 del 14 marzo - dintorni di Marzameni
- 23 del 18 marzo - verso Portopalo
- 16 del 19 marzo - Pantano Morghella
A breve aggiungerò le
didascalie con i nomi delle specie fotografate (quelle che conosco). Se in futuro vorrete vedere
altre mie macro sappiate che le caricherò, parimenti alle foto di viaggio e di
escursionismo, sul mio account Google+
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