mercoledì 4 marzo 2015

Dall’Odissea al narcotraffico … 3000 anni di cantori

Aedi e Rapsodi - Nella Grecia antica, cantori di professione e spesso anche compositori di canti epici, che accompagnavano col suono della cetra.
Bardi - antichi poeti cantori dei popoli celti, simili agli aedi dei Greci; scomparsi dalla Gallia dopo la conquista romana, sopravvissero fino al XVII sec. in Irlanda e al XVIII in Scozia e Galles; cantavano soprattutto poesie celebrative o elogiative, accompagnandosi con uno strumento simile alla lira.
Trovatóri - Poeti provenzali del XII e XIII secolo, rappresentanti della nuova lirica d’amore sorta negli ambienti aristocratici della cultura romanza e della società feudale della Provenza dell’ultimo medioevo, e diffusasi successivamente in varie corti e città di Catalogna, Aragona e Castiglia, Francia e Italia, influendo sulla lirica delle letterature europee neolatine e anche germaniche.
Menestrèlli - recitavano e cantavano le poesie composte dai trovatori, raramente da loro stessi. Erano anche uno strumento sociale di grande valore, raccontando di costumi ed ambienti diversi.
Cantastorie – Divulgatori girovaghi, e talvolta compositori, di storie in versi generalmente a soggetto drammatico o passionale che recitavano commentando i semplici disegni raccolti su cartelloni descrittivi della storia stessa. Famosi cavalli di battaglia dei cantastorie (eredi degli aedi e rapsodi greci e dei trovatori e menestrelli medioevali) sono la Baronessa di Carini e la storia del bandito Giuliano”. 
A partire dal XIV secolo contribuirono a diffondere in dialetto le gesta dei paladini carolingi, successivamente argomento favorito dell'Opera dei Pupi. Ebbero grande successo e diffusione nella Sicilia del XVII secolo dove furono anche appoggiati dalla Chiesa con lo scopo di diffondere presso il popolo le storie dei santi e della Bibbia. Nel 1661 a Palermo i Gesuiti costituirono la congregazione degli Orbi, cantori ciechi a cui veniva insegnato a suonare uno strumento musicale e che erano legati a temi esclusivamente religiosi sotto il controllo ecclesiastico. 
Recentemente l'UNESCO ha dichiarato il Teatro dell'Opera dei Pupi Capolavoro del patrimonio Orale e Immateriale dell'Umanità, primo italiano a esser inserito in tale lista. I pupari curavano spettacolo, sceneggiature e pupi e, pur essendo molto spesso analfabeti, conoscevano a memoria opere come la Chanson de Roland, la Gerusalemme liberata e l'Orlando furioso. L'opera è tipica della tradizione siciliana dei cuntastori (da non confondere con i "cantastorie" che narravano fatti di cronaca).
Con la Conquista molti dei suddetti generi poetici e musicali approdarono anche nelle Americhe dove la tradizione carolingia mise radici in particolare in Nicaragua e Gualtemala. In Messico, invece, nacque il Corrido, forma musicale e letteraria caratteristica della cultura mestiza, diretto discendente del romance español (composizione in versi di tema epico o lirico). Raggiunsero il massimo sviluppo durante la Rivoluzione Messicana, periodo nel quale contribuirono a diffondere notizie, esaltare imprese e raccontare semplici avvenimenti. Successivamente si sono evoluti di pari passo con le rancheras, condividendone famosi interpreti come Pedro Infante, Jorge Negrete e, in tempi più recenti, Vicente Fernandez e oggi formano il repertorio quasi esclusivo dei Mariachi. 
Infine, cambiando ulteriormente i protagonisti dei testi, da qualche anno si è giunti ai narcocorridos che cantano le “gesta” dei trafficanti di droga nel nord del paese, al confine con gli Stati Uniti. Hanno contribuito a far aumentare sparatorie, attentati, e quindi numero morti, tanto da essere addirittura messi al bando: è proibito suonarli e cantarli in locali pubblici. Gli stessi cantanti sono stati oggetto di minacce, attentati e vari sono stati assassinati per aver cantato di o per un gruppo rivale. 
  
Bei tempi quelli dei corridos de caballos, nei quali i protagonisti erano i cavalli (realmente esistiti e famosi), da quelli preferiti da Pancho Villa a quelli morti per salvare chi li montava e a quelli la cui fama era legata alle popolarissime corse nelle quali quasi tutti scommettevano e a causa delle quali molti hanno perso tutto ciò che avevano. 
La diffusione orale ed itinerante di storia e storie, leggende e religione, imprese eroiche, battaglie e rivoluzioni, è argomento interessante e affascinante, presente in quasi ogni cultura e epoca.

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