Ritenendo
l’argomento non solo interessante ma direi di vitale importanza, riporto alcuni
stralci dei commenti al post relativo agli scout ed un’ulteriore considerazione
suffragata da uno scambio di email di un paio di mesi fa. Spesso chi legge un
post appena pubblicato, anche se lo trova interessante, non ci ritorna per
vedere se ci sono commenti, quindi ripropongo i passi più significativi, i
testi integrali sono in calce al post del 18 novembre.
Comincio
con Ciro Di Martino, consigliere del CAI Stabia, il quale affronta il problema
dal punto di vista della formazione, parlando per esperienza personale:
Il problema degli scout è vecchio e non VOGLIONO, essi stessi, risolverlo: sono incapaci di programmare un'escursione, non conoscono neanche i rudimenti dell'orientamento in montagna e sono male organizzati. Posso dire ciò a ragion veduta perché molti capi dei gruppi scouts si sono rivolti al CAI di Castellammare per acquisire le conoscenze base di un buon accompagnatore: mancavano spesso alle lezioni, erano poco attenti e, sembravano, più propensi alla socializzazione tra loro che alle problematiche della sicurezza in montagna. Un socio CAI, per fare l'accompagnatore di alpinismo giovanile (giovani iscritti al CAI dagli 8 ai 17 anni) deve frequentare un corso al quale si accede già con documentata esperienza personale, ed avrà istruttori nazionali che insegnano l'orientamento, la psicologia di gruppo, la conduzione, la meteorologia, come procedere su roccia fino al 2°-3° grado di difficoltà, su neve e su ghiaccio, come prestare il primo soccorso e come allertare i soccorsi!!!
I
seguenti sono stralci di commenti che sottolineano soprattutto la necessità di
prevedere (ed evitare per quanto possibile) situazioni di pericolo ed è assolutamente
vera (e sconsolante) la considerazione con la quale Anna Naclerio ha concluso il
suo commento:
… non credo che con quel tempo si sarebbe dovuta iniziare una escursione su un sentiero del genere e chi gestisce dei ragazzi dovrebbe avere il buon senso, così come lo dovrebbero avere certe guide, di non affrontare certi percorsi con condizioni meteo avverse. (Luigi Esposito, Tecnico del Soccorso Alpino)
… le mappe vanno studiate a casa e il tramonto non aspetta nessuno. (Andrea Milano)
… la ricognizione preventiva e la valutazione della sicurezza sono elementi fondamentali per un'escursione, e aggiungo che purtroppo i capogruppo hanno fallito un obiettivo importante della loro associazione, cioè avvicinare i ragazzini alla natura allo scopo di farla apprezzare e rispettare. Non biasimo quei ragazzini che dopo un'avventura simile, penseranno che i sentieri siano simili a buchi neri pronti a inghiottire i passanti! (Anna Naclerio, guida escursionistica)
A ulteriore
sostegno di quanto scritto di Ciro Di Martino, vi propongo una sintesi delle
email scambiate con un assistente AGESCI (scout) un paio di mesi fa:
… sto organizzando un campo nazionale parto da Bomerano. Volevo sapere se c'è un sentiero che da Bomerano conduce ad Amalfi o a Minori. Da Amalfi farei poi la valle della ferriera per raggiungere Ravello, si può raggiungere senza passare per Scala? Spero di essere stato chiaro. (Ass. AGESCI)
Ci sono molti itinerari da Bomerano ad Amalfi, così come da Amalfi a Ravello, tutti fattibili ed in buone condizioni. Scegli in base ai km che vuoi percorrere ed al dislivello. Tutte le cartine sono sul sito. Ciao. (Giovanni)
Scusa se ti disturbo ancora... Se dalla frazione di San Lazzaro ad Agerola scendo per Pogerola ed arrivo ad Amalfi ed il giorno dopo da Amalfi per valle della Ferriera (si chiama sentiero "Giustino Fortunato"?) arrivo a Ravello: corro il rischio di fare lo stesso pezzo di strada in alcuni tratti, naturalmente? Grazie! (Ass. AGESCI)
Per organizzare escursioni bisogna saper leggere le cartine e testare i sentieri. Qualunque cosa ti dica non è detto che riuscirai a trovare il sentiero giusto, ci sono un cumulo di bivi. Devi andarci … prima di portare altri. (Giovanni)
La
sostanza è che per la maggior parte di loro basta chiedere una informazione
generica per portare in giro senza alcuno scrupolo persone (peggio se
minorenni) convinti che un sentiero sia come un’autostrada con poche uscite ben segnalate, aree di sosta ecc. Vi invito
a riflettere sulla prima domanda postami dallo scout:
Volevo sapere se c'è un sentiero che da Bomerano conduce ad Amalfi o a Minori.
Anche senza
dover tirare in ballo la Teoria dei Grafi (prima o poi ne parlerò in questo Blog), dovrebbe essere chiaro a chiunque
che due località raggiunte da strade e/o sentieri sono connesse tra loro e le possibili scelte di percorso aumentando con la distanza.
Se solo
avesse guardato una cartina, anche a piccola scala, e avesse deciso la sua meta
(Amalfi e Minori sono separate da due crinali e ovviamente una valle) si
sarebbe reso conto dei pressoché infiniti itinerari possibili compresi fra
quello più vicino al mare e quello che passa per lo spartiacque dei Lattari ed
infine scende al mare.
La domanda, quindi, dimostra la totale impreparazione a
cominciare dal metodo, e non si trattava di una passeggiata fuori porta ... "sto organizzando un campo nazionale".
...Non mi stupisco più di niente...sembrano le stesse chiacchiere che si sentono sempre...anche da nostri amici, soliti frequentatori "una sola volta" anche dei sentieri di casa nostra...Tanti di questi, anche se ci vanno una sola volta (nella vita..) dicono di conoscerli, ed a chi gli propone di ripercorrerli rispondono: "vai sempre sugli stessi percorsi", gia ci sono stato....Solo frequentando, più volte un sentiero, si può dire di conoscerlo bene....a meno che questo "non abbia incroci e deviazioni possibili sul percorso"...Saper leggere una carta poi è di fondamentale importanza..."il capo scout" con le domande fatte, dimostra di non conoscere nè la zona nè le carte..."poveri ragazzi"....saluto MatteoFREE PS: vari di questi amici, comunque, ancora oggi si perdono quando decidono di "rifare" percorsi non più da loro battuti...ma, "non lo dicono a nessuno..."
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