... porto sempre con me il gps, soprattutto per misurare i percorsi e memorizzare nuove "tracce".
Ambedue
sono corretti modi di utilizzare il gps sfruttandone le potenzialità, ma sempre
a patto di sapere cosa si stia facendo e questo è certamente il caso di Luigi. Come
lui, anche io sfrutto spesso la basilare funzione contachilometri (odòmetro)
del gps e l'ho quasi sempre utilizzata nel corso delle MaraTrail e nel corso di
altre lunghe escursioni. In
questo modo ero in grado di sapere in ogni momento quanti km avevo già percorso (e di
conseguenza quanti ne mancavano) e sul display mi veniva anche indicata la
velocità media che diventa significativa dopo almeno un’ora (quella istantanea
non serve assolutamente a niente per l’escursionismo).
Ciò ovviamente risulta utile quando si sa con buona approssimazione la distanza totale prevista e si deve saper calcolare la media da mantenere per completare l’escursione entro un determinato orario, il che può rivelarsi fondamentale sia per non perdere un mezzo di trasporto (forse l’ultimo) sia per non rimanere al buio.
Ciò ovviamente risulta utile quando si sa con buona approssimazione la distanza totale prevista e si deve saper calcolare la media da mantenere per completare l’escursione entro un determinato orario, il che può rivelarsi fondamentale sia per non perdere un mezzo di trasporto (forse l’ultimo) sia per non rimanere al buio.
Le
misurazioni devono ovviamente essere fatte in precedenza se non si possono
ricavare, già belle e pronte, da guide o mappe, cartacee o digitali che siano. Per
facilitare la raccolta di questi dati, quando posso, indico sulle mie cartine le distanze
parziali che, per i percorsi principali, possono altrimenti essere ricavate anche dai
profili altimetrici.
Prima di andare in escursione lungo itinerari poco conosciuti sarebbe opportuno riportare i suddetti dati in una essenziale tabella elencando le varie tratte con al lato le distanze parziali e progressive in modo da rendersi conto di quando si giunge in prossimità di un elemento notevole o di un bivio e non “andare lungo”, cioè passare il luogo senza accorgersene.
Per la propria sicurezza, suggerisco di aggiungere una ulteriore colonna nella quale riportare la distanza mancante, cioè quella che ancora ci separa dal punto di arrivo, senza doverla calcolare volta per volta (la sottrazione a mente per qualcuno è ostica). Talvolta è utile riportare anche le quote come in questa tabella esemplificativa con i dati significativi e arrotondati del tratto dell’Alta Via dei Monti Lattari (CAI 300) fra Colli di Fontanelle e Punta Campanella.
Prima di andare in escursione lungo itinerari poco conosciuti sarebbe opportuno riportare i suddetti dati in una essenziale tabella elencando le varie tratte con al lato le distanze parziali e progressive in modo da rendersi conto di quando si giunge in prossimità di un elemento notevole o di un bivio e non “andare lungo”, cioè passare il luogo senza accorgersene.
Per la propria sicurezza, suggerisco di aggiungere una ulteriore colonna nella quale riportare la distanza mancante, cioè quella che ancora ci separa dal punto di arrivo, senza doverla calcolare volta per volta (la sottrazione a mente per qualcuno è ostica). Talvolta è utile riportare anche le quote come in questa tabella esemplificativa con i dati significativi e arrotondati del tratto dell’Alta Via dei Monti Lattari (CAI 300) fra Colli di Fontanelle e Punta Campanella.
E ora
torniamo al vecchio e già ampiamente dibattuto problema degli indicatori e delle unità di misura utilizzate. Più di una volta
ho evidenziato che i tempi dipendono sempre dalla velocità dell’escursionista e
quindi sono valori relativi, sorvolando sul fatto che molte volte quelli
indicati sono dei veri e propri numeri al lotto. Al contrario, indicare le
distanze da punto a punto sarebbe estremamente utile in quanto sono misure oggettive che possono essere calcolate in vari modi con una certa precisione e gli
eventuali errori dell'odometro del gps influiscono ben poco sulla
sicurezza della navigazione.
Mi spiego
meglio: se da Santa Maria del Castello (inizio via Conocchia) fosse indicata la
Forestale a 1.900m, indipendentemente dalla precisione del proprio gps, un
escursionista comincerà a guardarsi attorno dopo i 1.800m; passati i 2km
dovrebbe avanzare con molta cautela e poco dopo tornare indietro se non la
trova. Quindi anche con un errore di oltre il 5% sappiamo in che tratto dobbiamo prestare attenzione. Al contrario, scrivere 45min o 1h
non ha quasi significato in quanto un camminatore medio, con passo allegro, ci
mette meno di mezz’ora mentre altri posso impiegare molto di più. Ricordo che un paio di domeniche fa incontrai un
gruppetto che procedeva molto a fatica a qualche centinaio di metri dalla
Forestale lamentandosi del fatto che gli avevano detto che ci volevano tre
quarti d’ora, mentre avevano camminato per quasi un’ora e non erano ancora
arrivati!
Con
questo esempio spero di aver suggerito e spiegato un buon utilizzo del gps
invece di portarselo in giro, come fanno alcuni, avendo sul display le coordinate (a cosa gli servono?) e
sullo sfondo una cartina non nata per l’escursionismo, completamente errata.
Nel
prossimo post fornirò invece qualche suggerimento pratico (cioè racconto come procedo io) su come utilizzare il gps quando si va su nuovi
sentieri o anche "fuori sentiero", ma sempre con carta ...
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