sabato 1 febbraio 2014

Varie: Occhi aperti e cervello in moto!

Facendo seguito a quanto scritto nel post precedente e forte del commento di Quattroframmenti ritorno brevemente sul tema della fiducia (mai cieca) in quello che si legge, in particolare in internet.
Come al solito mi avvalgo di esempi che, pur nella loro estraneità ai temi dell’escursionismo, nella loro essenzialità suggeriscono di stare sempre allerta e di valutare quanto si legge. 
Comincio con una regola fondamentale della logica: quando, su un qualunque tema, vi trovate di fronte a teorie o affermazioni in contrasto fra loro, tenete ben presente che solo una può essere giusta o anche nessuna, ma mai due di esse in quanto si negano a vicenda. E ciò vale per notizie assolutamente contrastanti che si leggono su giornali di diverso colore politico, per teorie scientifiche, per misurazioni e chiaramente anche per le religioni. Solo una di esse è, forse, vera.
Classifiche e suggerimenti. Cercate di immaginare chi possa aver valutato o votato. Se, per esempio su TripAdvisor compare una classifica delle migliori pizzerie di una qualunque località turistica, è più che lecito pensare che i votanti/esperti/giudici siano per la maggioranza stranieri, casomai provenienti da paesi in cui le pizze surgelate vengono reclamizzate come “croccanti come le vere pizze italiane”!!
Asserzione quantomeno blasfema e sacrilega. Vi fidereste di queste pizzerie? Per me sarebbe un buon motivo per evitarle.
E per rimanere in tema gastronomico vi racconto di una geniale messa in ridicolo della più famosa rivista americana che tratta del buon bere: Wine Spectator.
Robin Goldstein (autore, difensore dei consumatori e creatore di Fearless Critic, nemico delle bestialità scritte su cibo e vino) nel 2008 decise di verificare come venivano attribuiti i premi Award of Excellence di Wine Spectator.
Quindi decise di aprire un ristorante “virtuale” a Milano (L’Intrepido) con un telefono al quale rispondeva una segreteria telefonica, pagò la quota di 250 US$, inviò un bel menù (una improbabile amalgama di originali ricette di nouvelle cuisine italiana) e la lista dei vini.
Nell’agosto 2008 all’Intrepido fu conferito il premio Award of Excellence, ma poco dopo sparì dal sito di Wine Spectator non perché si accorsero di essere stati presi in giro, ma perché fu lo stesso Goldstein che il 15 agosto rese pubblica la storia al meeting dell’American Association of Wine Economists a Portland, Oregon.
I responsabili della rivista sostennero di aver chiamato più volte il ristorante, ma nell’unico loro messaggio registrato sulla segreteria proponevano solo di comprare uno spazio pubblicitario (altra bella figura).
Per aggiungere la ciliegina sulla torta, Goldstein oltre alla necessaria lista di circa 250 vini aveva aggiunto una lista di vini ufficialmente “riserva”, ma scelti fra quelli ai quali Wine Spectator aveva attribuito punteggi molto bassi. Ciò dimostrava che era possibile attribuirsi il premio anche con una cantina pessima che per di più non esisteva!
Al link seguente trovate tutta la storia, nonché la lista dei vini e addirittura la registrazione del messaggio lasciato sulla segreteria telefonica (mp3)
Altra famosa genialità che vi segnalo fu quella attuata da ricercatori dell’università di Bordeaux, Francia, che presentarono un nuovo vino rosso che in effetti era un bianco colorato artificialmente senza alcuna variazione di sapore. Altra bella figura per esperti e sommelier.

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