domenica 13 giugno 2021

micro-recensioni 111-115: nei primi anni '30 Hitchcock non aveva potere

Proprio così, doveva subire le scelte (spesso infelici) dei produttori. In questo gruppo si salvano Murder! (1930) e Mary che però, in pratica, sono lo stesso film. E sì, perché il secondo altro non è che la versione tedesca del primo. Questa era operazione non certo comunissima, ma già praticata varie volte in diversi paesi. Si giravano le scene tante volte quante erano le versioni richieste (sono noti casi in cui ne furono prodotte perfino 9!) utilizzando cast completamente differenti (madrelingua e noti nel paese nel quale il film doveva essere distribuito) con le stesse scenografie … praticamente usciva una troupe e ne entrava un’altra. Mary, arrivò nelle sale europee un anno dopo Murder! ed essendo la versione tedesca fu distribuito solo in Austria, Germania e Cecoslovacchia e durava una ventina di minuti in meno.

 
Un paio di osservazioni di segno opposto: la prima drammatica parte anticipa di un quarto di secolo la situazione portante dell’acclamatissimo 12 Angry Men (1957, Sidney Lumet, 5° miglior film di sempre secondo IMDb) mentre nella seconda, fra le varie situazioni di taglio ironico, si assiste ad una relativamente lunga scena a dir poco esilarante. L’investigazione che Sir John ha deciso di intraprendere lo porta a passare una notte in una stanza d’affitto dove al mattino verrà svegliato dalla proprietaria, accompagnata dalla sua orda di figli piccoli e un gatto (inizia a 1:07:00 circa, non vi perdete questa scena). Tornando al tema dell’ironia di Hitchcock, riporto che, una volta gli fu chiesto perché non dirigesse commedie (affermazione oltretutto non vera), rispose: “Ma ogni film che ho fatto è una commedia!”.

Anche gli altri tre film di questa cinquina hanno ciascuno le proprie particolarità. Number Seventeen  (1932) era un film che Hitchcock non avrebbe voluto girare ma gli fu imposto, mentre quello al quale ambiva (London Wall) fu affidato a John Maxwell che invece sperava di dirigere Number Seventeen. Approfittando della caotica sceneggiatura il regista si divertì ancora una volta a produrre un film dissacrante, breve ma con infiniti colpi di scena, con una decina di personaggi la maggior parte dei quali non sono chi dicono di essere e si confrontano in varie combinazioni prima in una casa disabitata e poi in una folle corsa verso il porto dell’intero gruppo su un treno fuori controllo, tranne uno che li insegue su un bus dirottato. Con il senno di poi si apprezzano il montaggio e le rapide sequenze, ma non certo la qualità delle movimentate azioni assemblate fra studio e risibili modellini di treni e bus. Nella biografia scritta da Donald Spoto si legge che Hitchcock con sua moglie Alma Reville e Rodney Ackland si divertirono moltissimo a scrivere l’assurda sceneggiatura (che il pubblico però non gradì). Questo fu l’ultimo film di Hitchcock prodotto dalla BFI a giungere nelle sale, anche se fu girato prima del successivo Rich and Strange, terminando così un rapporto di lavoro travagliato che non apportò niente di memorabile nella sua ricca filmografia.

 
Altro discorso The Skin Game (1931) che soffre dell’origine teatrale del dramma basato su avidità, perdita di ogni senso morale ed un ricatto che porterà alla rovina le due famiglie che si affrontano senza esclusione di colpi. Seppur ben interpretato, resta sostanzialmente statico e poco cinematografico.

Infine, altro film di derivazione teatrale (al quale i più attribuiscono il poco ambito titolo di peggior film di Hitchcock) è Juno and the Paycock (1930) del quale lo stesso regista disse a Truffaut: “Non ha niente a che vedere con il cinema”. La storia è ambientata a Dublino al tempo della dichiarazione d’indipendenza dell’Irlanda (1922).

Come ripetuto già più volte, spesso agli inizi della sua carriera fu praticamente costretto a accettare lavori non suoi, dei quali non era assolutamente entusiasta.

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