Breve discettazione in merito ad un particolare aspetto della ricetta campana di questo ottimo liquore (quindi nocillo e non nocino) senza assolutamente pretendere di dirimere la questione in quanto, come tutte le “vere ricette tradizionali e originali”, non esiste certezza poiché ogni famiglia tramanda la propria (vedi ragù, pastiera, casatiello, lasagna, …).
Ieri sera, attorno a un tavolo al quale sedevano note mastrechef (purtroppo mancava il mastrochef per antonomasia), si è accesa una diatriba in merito a dove debba conservarsi l’infusione nei giorni successivi alla preparazione: al sole o al buio? Ecco il risultato (meramente statistico, riportando quanto scritto nelle prime dieci ricette affidabili trovate su Google) che vede una netta prevalenza di “al sole”, seguito da “zona soleggiata” e solo uno sostiene che debba restare “al buio”:
- … infusione per 40 giorni, possibilmente in luogo assolato.
- … infusione e affinamento vanno effettuati al buio.
- … infusione per 40 giorni al sole agitando la bottiglia settimanalmente.
- … tenetelo in zona soleggiata per 2 giorni, poi esposto al sole almeno per metà giornata.
- … in infusione per 40 giorni in un luogo in cui ci sia il sole.
- … per circa un mese il barattolo deve essere esposto alla luce del sole.
- … per due mesi posizionare il vaso al sole.
- … barattolo alla luce parziale del sole per 60 giorni.
- … recipiente ed esponetelo al sole per 40 giorni.
- … la bottiglia all’aria aperta ed al sole per 40 giorni.
A chi gradisce la propria ricetta consiglio di non
modificarla, ma se siete intraprendenti avrete infinite possibilità di provare
nuove combinazioni fra durata di infusione, ingredienti aromatici, numero di
noci, periodo d’infusione, quantità di zucchero e di acqua. Da tempo quest’ultima
(ml di acqua per litro di alcool) ha dato luogo ad accesi dibattiti nel nostro ristretto
gruppo di mastre e mastrichef. Molti si sorprendevano del solo
bicchiere d’acqua utilizzato da Maria, ma la maggior parte degli assaggiatori
ammettevano che il suo nocillo era ottimo e non eccessivamente
forte. Approfittando di questa rapida ricerca sole/buio, ho dato uno
sguardo anche alle quantità d’acqua scoprendo che in più ricette si
suggeriscono 150ml (+ o – un bicchiere …), quindi congruenti con quanto
affermato da Maria (e messo in dubbio da alcuni).
Restando in argomento liquidi che vanno a comporre il nocillo, aggiungo che nelle introduzioni delle ricette ho trovato citata più volte anche la interessante tradizione che vorrebbe che le noci si cogliessero la sera del 23 giugno e fossero lasciate tutta la notte di San Giovanni (quando passano le janare e ‘o trave ‘e fuoco care a mare) all’aperto, per trovarsi bagnate di rugiada all’alba del 24. Quindi oltre al bicchiere d’acqua e gli umori contenuti nelle noci fresche anche la rugiada della magica notte dovrebbe contribuire a diluire l’alcool e quindi abbassare la gradazione finale.
Probabilmente avrò creato solo ulteriori dubbi fra quelli
che lo producono autonomamente, ma spero di aver anche pungolato qualcuno a sperimentare
varianti della ricetta di casa o altri a iniziare a cimentarsi nella produzione
di nocillo!
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