venerdì 11 giugno 2021

micro-recensioni 106-110: gli altri 4 muti di Hitchcock e il suo primo sonoro

Comincio con un breve commento in merito a quelli che (in questo gruppo) ho più apprezzato, sia alla prima visione molti anni fa, sia in questa serie cronologia: The Manxman (1929, il suo ultimo muto) e Blackmail (1929, il primo sonoro inglese in assoluto). Il primo è molto ben diretto e mostra come Hitchcock si trovi a suo agio anche girando in esterni naturali; veramente avvincenti le immagini delle coste e del villaggio dell’isola di Man (manxman = abitante dell’isola di Man). Blackmail è in effetti il secondo crime/thriller dopo The Lodger e lo si potrebbe etichettare quasi come un noir ante litteram; solo successivamente, in particolare nel periodo americano, si dedicò quasi esclusivamente a crimini di vario genere e suspense. In questo caso si tratta di un omicidio (casuale) e di un ricatto altrettanto occasionale. Viene citato come uno dei pochi film nel quale già si conosce l’assassino e la suspense resta nel se, come e quando verrà smascherato. Entrambi sono da non perdere, e non solo per i cinefili più incalliti.

 
Anche gli altri 3 silent di questo gruppo sono di genere molto diverso, spaziando da un dramma con al centro una donna contesa fra due pugili e che dovrà scegliere fra l’innamorato sincero e il campione di successo - The Ring (1927, mediamente il più quotato di questo gruppo, ma io dissento) - alla commedia romantica ambientata nella campagna inglese del secolo precedente - The Farmer's Wife (1928), datato ma molto ben congegnato, a tratti ricorda il teatro di Eduardo de Filippo – e ad un’altra commedia, di livello ben inferiore, che vede protagonisti ricchissimi contemporanei che viaggiano in areo (privato) - Champagne (1928).

Aggiungo che ho notato che in questi primi 9 film (gli 8 muti ed il primo sonoro) solo in The Farmer’s Wife non si trova un tradimento o quasi-tradimento, non solo in quanto a relazioni di coppia ma anche nel campo dell’amicizia. Inoltre, il passaggio dal muto al sonoro è legato anche alla presenza di Anny Ondra, famosa attrice e poi produttrice mitteleuropea, protagonista sia in The Manxman che il Blackmail, uniche sue due collaborazioni con Hitchcock.

  
Cosa risulta comunque ben chiaro dopo la visione dei muti di Hitchcock a nostra disposizione? Fin dagli inizi la sua tecnica è sopraffina nel raccontare storie e descrivere personaggi anche se banali o se inseriti nel film semplicemente per distrarre gli spettatori (è noto che fosse un grande osservatore di umanità). Per di più, oltre alle sue esperienze precedenti nel campo cinematografico, contava su approfonditi studi di quelli che erano i maestri del cinema di allora (e molti lo sono ancora oggi), in particolare quelli delle scuole russa e tedesca. Con immagini di oggetti, primi piani, una parte per il tutto, messaggi scritti o vere e proprie lettere, manifesti e insegne che scorrono velocemente Hitchcock riesce a narrare in modo chiaro anche senza l’ausilio dei cartelli (ai quali ricorre solo quando sia indispensabile) o della parola nel caso del primo parlato. Ciò dimostra che il regista era assolutamente sincero e credeva fermamente in ciò che faceva, tanto che fra le sue più famose citazioni in merito al suo stile troviamo:

  • I film muti erano la forma di cinema più pura
  • Quando filmiamo una storia dovremmo ricorrere al dialogo solo quando è impossibile fare altrimenti.
  • Se un film è buono, anche senza audio il pubblico avrebbe un’idea perfettamente chiara di ciò che succede.

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