giovedì 31 dicembre 2020

micro-recensioni 441-444: quest’anno sono stati 444

Avrei avuto il tempo di guardarne anche un altro, ma mi piaceva il numero 444!

Ho concluso con un gruppo (ridotto) abbastanza anomalo, con un giapponese muto d’avant-garde, pietra miliare della cinematografia del sol levante, e tre russi degli anni ’70, un dramma (altra versione di Delitto e castigo, visto pochi giorni fa) e due commedie che all’epoca ebbero il loro bravo successo. Ho anche pensato a come cominciare bene il 2021, con un gran bel film guardato per l’ultima volta oltre 8 anni fa: There Will Be Blood (2007, aka Il petroliere).

 

A Page of Madness (Teinosuke Kinugasa, Jap, 1926)

Lavoro dato per perduto per quasi mezzo secolo e poi ritrovato dallo stesso regista, ma solo in parte. Ciò che è possibile guardare adesso rappresenta solo i due terzi dell’intero film. Per questo motivo si consiglia a chi lo volesse guardare (e capire qualcosa) di leggere la trama prima di cimentarsi nell’impresa, anche perché non esistono cartelli originali e non ne sono stati aggiunti. All’epoca in Giappone non si usavano, ma di norma c’era un “narratore” in sala che li sostituiva.

Il film è ricordato soprattutto per essere fra l’espressionismo, l’impressionismo e il surrealismo, specialmente nella prima parte, ma non se ne può giudicare la struttura nel complesso poiché non si è certi di quali parti manchino. Ci sono effetti speciali, tantissime doppie esposizioni, movimenti di macchina (non comunissimi all’epoca) e montaggio a tratti velocissimo con riprese di pochissimi secondi. A ciò si aggiunga che si svolge in un asilo per malati di mente e quindi vengono mostrarti sogni, fantasie e allucinazioni. Per soli cinefili incalliti …

Crime and Punishment (Lev Kulidzhanov, URSS, 1970)

La mia 435^ visione (pochi giorni fa) era stata l’adattamento realizzato da Josef von Sternberg (1935, protagonista Peter Lorre, di soli 85’) che avevo apprezzato ma, pur non avendo mai letto il romanzo, mi sembrava che la storia fosse stata troppo ridotta. Questa versione russa di 3h40’, è chiaramente più completa ma forse riduce troppo i rapporti fra il commissario e il protagonista, che invece era la parte più interessante e avvincente del film americano. Qui prendono invece molto spazio i vari pretendenti della sorella del protagonista distraendo lo spettatore dal tema principale, quello chiaramente esposto nel titolo. Nel complesso ho preferito il primo, più compatto e focalizzato sui tormenti di Peter Lorre, anche se l’ambientazione mi ha lasciato perplesso. Al contrario il russo è di gran lunga migliore per le scenografie e costumi, ma non mi hanno convinto le interpretazioni e la lunghezza poteva essere senz’altro ridotta.

 

Gentlemen of Fortune (Aleksandr Seryy, URSS, 1971)

Si basa su un soggetto già utilizzato tante volte (un sosia “per bene” che sostituisce un criminale), ma i caratteri dei suoi due compagni di avventura (che poi diventano 3) sono molto diversi e le trovate sono piuttosto originali. ,Commedia per famiglie, grazie anche alla presenza della star Yevgeny Leonov nei panni del direttore di asilo / malvivente, fu il film sovietico più visto nel 1971, ben 65 milioni di spettatori.

Afonya (Georgiy Daneliya, URSS, 1975)

Meno interessante e più lenta dell’altra commedia di questo gruppo, segue le giornate sconclusionate di un idraulico sfaticato, beone e donnaiolo, che si caccia regolarmente nei guai. Divertenti le scene nelle quali il protagonista viene sottoposto al giudizio della commissione che lo deve giudicare per le sue mancanze. I colleghi di lavoro appaiono apatici e quasi assopiti, eppure sono obbligati a presenziare e decidere se il colpevole di turno è meritevole di un semplice richiamo o di una severa reprimenda! Anche questa fu vista da oltre 60 milioni di spettatori.

 

#cinema #cinegiovis

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