giovedì 28 maggio 2020

Micro-recensioni 186-190: dopo i noir, ecco 5 commedie d’epoca (1933-66)

Due sono musical (uno americano e l'altro sovietico), due contano su Cary Grant come protagonista (il migliore e il più deludente di questa cinquina), c'è un film cecoslovacco vincitore di Oscar come miglior film straniero e uno con ben 7 Nomination.
The Talk of the Town (George Stevens, USA, 1942)
Ottenne ben 7 Nomination (miglior film, soggetto, sceneggiatura, fotografia, scenografia, montaggio, musica), ma nessun Oscar. Commedia brillante con una miscela di generi dal crime al romantico e al legale. Per pura casualità, assolutamente imprevedibile, si ritrovano in una casa fuori città un integerrimo giurista di fama, un evaso che rischia la pena di morte e la padrona dell’abitazione concessa in fitto. In teoria dovrebbe essere una residenza tranquilla, ma per vari motivi sarà sempre movimentata, con un andirivieni di persone: poliziotti, un avvocato, la madre della ragazza, un senatore, l’assistente del giurista, aspiranti detective, e vari altri peculiari personaggi. Commedia certamente datata ma ben realizzata, non per niente il regista è George Stevens (successivamente vincitore di Oscar per Un posto al sole, Shane e infine Il Gigante con James Dean, Elizabeth Taylor e Rock Hudson) e il protagonista il solito ottimo e versatile Cary Grant.

Gold Diggers of 1933 (Mervyn LeRoy, USA, 1933)
Primo di una fortunata serie di musical (seguirono le "Gold Diggers" del 1935 e 1937), ma titolo e tema già erano stati sfruttati almeno dal 1923. Letteralmente “cercatori d’oro” ma in tutti i vari film associato a giovani artiste (di solito ballerine di varietà) in cerca di un ricco marito. Spesso i matrimoni si combinano nonostante l’opposizione delle famiglie. Questo è quello che vanta i migliori rating e ottenne una Nomination Oscar, ma personalmente preferisco il successivo Gold diggers of 1935 che, oltretutto, vinse un Oscar e ebbe una Nomination per la coreografia.
In Gold Diggers of 1933 le star erano Dick Powell Ruby Keeler ma non sfugge la presenza di Ginger Rogers non ancora famosa ma nell’anno che la lanciò. Infatti nel 1933 girò ben 10 film, l’ultimo dei quali fu il primo dei 9 musical (fino al 1939) nei quali fece coppia con Fred Astaire. Classica commedia musicale nella quale si trovano a confronto giovani che cercano di realizzare i loro sogni e si confrontano con l’alta società che nutre molti pregiudizi nei loro confronti. Poche coreografie, ma di ottimo livello.
Treni strettamente sorvegliati (Jirí Menzel, Cze, 1966)
Commedia semi-grottesca che si svolge quasi completamente in una piccola stazione ferroviaria durante la II Guerra Mondiale, mentre la Cecoslovacchia era occupata dai nazisti. Il giovane protagonista inizia con grande entusiasmo il suo nuovo lavoro di controllore del traffico ferroviario, sperando di guadagnarsi da vivere facendo quasi niente così come suo padre e suo nonno. Avrà a che fare con il suo diretto superiore erotomane, un capostazione colombofilo e altri singolari personaggi.
Secondo Oscar di seguito attribuito a un film cecoslovacco, l’anno precedente aveva vinto Shop on the Main Street, ma questo non è di pari livello. Ha i suoi buoni momenti ed è originale, ma risulta lento e poco coinvolgente. Secondo me avrebbe meritato di più Ho incontrato anche zingari felici (Yug, di Aleksandar Petrovic, Premio FIPRESCI e Gran Premio della Giuria a Cannes) … guardatelo.

Carnival in Moscow (Eldar Ryazanov, URSS, 1956)
Interessante e per alcuni versi sorprendente scoprire come si organizzavano feste ufficiali in una Casa della Cultura in Unione Sovietica negli anni ’50. Facile fare un parallelo con ciò che abbiamo visto tante volte in film americani di soggetto analogo ma con background completamente diversi … molto simili i giovani che per realizzare le loro idee innovative devono confrontarsi con quelle antiquate dei dirigenti. Ma, come è logico aspettarsi da una commedia (in parte musical), il ricco programma proposto dai ragazzi e cancellato dal nuovo direttore appena 24 ore prima della festa sarà stravolto e riserverà molte sorprese. Piacevole e ben realizzato, seppur in modo naif.

Indiscreet (Stanley Donen, USA, 1958)
Spacciato per commedia romantica, con due star dell’epoca come protagonisti, non convince, non appassiona, non sorprende … è solo noioso e stucchevole. Ottenne 3 Nomination BAFTA e altrettante per i Golden Globe e niente di più. Risalta la netta differenza di livello fra il sempre bravo Cary Grant e la quasi inespressiva Ingrid Bergman. Senz’altro evitabile.

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