sabato 29 febbraio 2020

Nuove avventure lusitane (4): il cibo ... il leitão, il bacalhau e altro

La settimana portoghese motivata dall’orienteering si è rivelata molto soddisfacente anche dal punto di vista gastronomico sia per la qualità che per la scoperta di nuovi piatti, nonostante i passati lunghi soggiorni invernali e le successive numerose visite. 
In breve, abbiamo cominciato con il già citato ottimo Coelho à caçador (coniglio alla cacciatora, ottimo) appena arrivati a Santiago do Cacem, a tarda ora, accompagnati dal padrone di casa. Venerdì 21, dopo il consueto giro in carta dimostrativa (model event) ci siamo diretti a nord, nell'area di Vila Nova de Santo André, con l’intenzione di mangiare un buon leitão in un ristorante "specializzato" consigliato da José, ma abbiamo avuto l’amara sorpresa di non trovarlo in quanto Cascalheira lo prepara solo giovedì, sabato e domenica. Abbiamo quindi “ripiegato” su 2 piatti del giorno, vale a dire favas com chouriço (fave con più che la tipica salsiccia iberica, essendoci anche altri tipi di carne) e un arroz de polvo (riso con polpo). Sappiate che in qualunque parte del Portogallo vi troviate, troverete sempre degli arroz de ..., solo lontani parenti della paella spagnola e dei risotti nostrani, ma sempre ottimi e di solito di sapore marino (seppia, cannolicchi, baccalà, vongole, pescatrice, ...). Ci sono anche gli arroz de ... verdure varie, ma sono di contorno. Le porzioni erano più abbondanti del normale, anche per gli standard lusitani (la foto centrale serve per dare le dimensioni dei tegami, considerando che la forchetta era una comune, il cucchiaio ampiamente da portata). 
A proposito delle porzioni, sappiate che in Portogallo, nella maggior parte dei locali tradizionali, per ogni piatto troverete due prezzi, uno per la dose (porzione enorme) e uno per la meia dose (porzione normale … non è una mezza porzione italiana). Pertanto la sera abbiamo preferito ordinare solo una grigliata mista da dividere (con insalata) ma questa si è rivelata quasi superiore alle nostre forze essendo pensata per 2 (ma non ce l'avevano detto).
Sabato mattina gara e poi subito in macchina per tornare da Cascalheira avendo prenotato il famoso leitão (maialino di latte, simile al porceddu sardo) e ne è valsa la pena. Se non siete vegetariani, è un piatto imperdibile, ma vi consiglio di andare in un ristorante “specializzato”, autentico e di buon nome (non necessariamente caro), di quelli che spesso si trovano in aperta campagna ma, come detto, lo preparano solo pochi giorni a settimana. Il leitão assado à Bairrada arriva in tavola con la pelle croccante e sempre accompagnato da patate fritte (a fette sottili tagliate a mano), insalata e fette di arancia. (foto sotto) 
Domenica rancho, si pronuncia come il rancio militare ma è ottimo e saporito, a base di ceci ma con tanti pezzetti di carne e insaccati, in sostanza simile alle garbanzas canarie, ma in Portogallo in quasi ogni piatto misto di carni e verdure c'è anche la verza (nella foto sotto, l'abbondante porzione servita al "ristorante da campo" allestito presso l'arrivo della seconda tappa per soli 4 euro). 
Lunedì è stato il giorno del bacalhau … conclusa la terza gara siamo andati a Vila Nova de Milfontes con l’intenzione di mangiare pesce fritto, ma poi abbiamo ripiegato su un buon bacalhau com natas (baccalà con panna, sotto a sx) … può sembrare uno strano accoppiamento, ma è ottimo e si presenta come una specie di lasagna nella quale si alternano strati di pesce, patate e cipolle. 
La sera a Santiago ci siamo imbattuti in un inusuale bacalhau à moda de Braga, noto anche come b. minhoto (della regione del Minho) o b. à Narcisa (dal nome del ristorante che per primo lo propose, foto sotto a dx). Si tratta di un grosso trancio di baccalà fritto e poi condito con cipolle e peperoni saltati nell'olio in cui è stato fritto il pesce e infine stufati in aceto. Contrasto interessante, ma ci è sembrato che peperoni e cipolle fossero insufficienti e che l'aceto coprisse troppo i sapori. 
 
Appena conclusa la quarta e ultima gara, ci siamo diretti a Lisbona, praticamente senza pranzare, con la mira di andare a rifocillarci al solito Cantinho de São José che, nonostante la sua posizione a pochi metri dall’Avenida da Libertade, conserva tutta la sua autenticità.
 


Speravo in un ensopado de borrego (stufato di agnello di almeno un paio d’anni) ma, non avendolo trovandolo, sono rimasto più che soddisfatto del piatto (che non conoscevo) consigliato in sua sostituzione: la chanfana (stufato di capra, ben diverso dalla carne cabra canaria, ma altrettanto deliziosa - foto sopra a sx)). Per "recuperare le forze" e per festeggiare abbiamo anche diviso una dose di entrecosto (costolette, foto sopra a dx) al forno con patate dolci e una della classica entremeada (pancetta) con riso, patate fritte e insalata. 
Rimasto solo e terminate le gare, mercoledì ho cominciato a ritornare alla normalità accontentandomi (fra pranzo e cena) di carapauzinhos fritos con arroz de grelos (piccoli sauri bianchi fritti, con riso e broccoletti, a sx) e bacalhau à Brás o Braz, che non significa alla brace ma è il nome dell'inventore del piatto (il che giustifica la maiuscola, equivale a Biagio). Si tratta di un piatto comunissimo nel quale il baccalà viene sfibrato e poi fritto con cipolle e patate tagliate alla julienne e amalgamato con uova.
Da sottolineare che il vino sfuso servito nei locali frequentati è sempre stato all'altezza della situazione. In Portogallo si può sempre contare sul migior vinho da casa (almeno il tinto = rosso, che è quello che bevo abitualmente), oltretutto a prezzi ridicoli (mediamente fra i 6 e gli 8 euro/l) in relazione alla qualità. 

Non capisco come ci sia gente che in Portogallo, in mezzo a tutto questo ben di Dio, ordini hamburger, pollo, pizza, pasta, chiede la maionese (chiaramente industriale) da mettere sul pesce, e altri obbrobri del genere.

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