domenica 10 febbraio 2019

11° gruppo di 5 micro-recensioni 2019 (51-55)

Nessuno dei 5 film di questo gruppo mi ha pienamente convinto, nonostante Oscar, Nomination e reputazione di registi e attori. In ognuno di essi ho visto sia pregi che aspetti deludenti, ma almeno sono tutti ben sopra la sufficienza. Essendo più difficile del solito proporli in ordine di preferenza, seguo quello di visione.
   

51  Rumble Fish  (Francis Ford Coppola, USA, 1983) tit. it. “Rusty il selvaggio” * con Matt Dillon, Mickey Rourke, Diane Lane * IMDb  7,2  RT 72 (complessivo, ma appena 33% dei top critics)
Questo  cast è molto vario e, con il senno di poi, interessante visto che riunisce tanti giovani più o meno esordienti che successivamente si sarebbero fatti strada, come Dillon (19 anni), Cage (19, nipote di Coppola), Chris Penn (18), Laurence Fishburne (22), Mickey Rourke (31 anni, ma ancora a inizio carriera) e i “veterani” (in confronto ai precedenti) Denis Hopper e Tom Waits che si potrebbero considerare eterni ottimi caratteristi.
La sceneggiatura (tratta da un romanzo di S.E. Hinton) non mi è piaciuta per niente e meno che mai la caratterizzazione del personaggio di Mickey Rourke, che già allora si presentava con quell’insopportabile sorrisetto serafico e sornione e parlava con voce calma e suadente.
Di contro, ho trovato piacevolmente originale la regia di Coppola, assolutamente padrone delle scene e delle riprese, che propone interessantissime immagini in bianco e nero nel quale rare volte spiccano il rosso e il blu dei “pesci combattenti” (rumble fish), mentre sembra anche  rendere omaggio all’espressionismo dei muti tedeschi.
Se si sopporta la pochezza della trama e varie interpretazioni a dir poco scadenti, merita certamente una visione.

52  Green Book (Peter Farrelly, USA, 2018) * con Viggo Mortensen, Mahershala Ali, Linda Cardellini * IMDb  8,3  RT 82%  *  5 Nomination (miglior film, Viggo Mortensen protagonista, Mahershala Ali non protagonista, sceneggiatura, montaggio)
Non è che sia male, ma direi che le 5 Nomination siano proprio esagerate ... tuttavia, considerando alcuni degli altri candidati, forse giustificate. 
Essendo basato su una storia vera nella quale si intrecciano vari tipi di razzismo, mi sembra che i 3 sceneggiatori si siano fatti prendere troppa la mano trasformandola in una commedia mediocre. Del resto Peter Farrelly ha fatto carriera e soldi con commedie demenziali iniziando con Scemo & più scemo e i più recenti prima di Green Book sono stati il Scemo & più scemo 2I tre marmittoni; Nick Vallelonga (figlio del vero Tony Lip, protagonista del film), nato e cresciuto nel classico ambiente italoamericano del Bronx, si è troppo rifatto ai personaggi della serie TV The Sopranos nella quale il padre interpretava Carmine Lupertazzi; Brian Hayes Currie è appena alla sua seconda sceneggiatura dopo una commedia di poco successo di una dozzina di anni fa (Two Tickets to Paradise, 2006). I tre sono anche i produttori del film insieme con Jim Burke e Charles B. Wessler e con loro sono candidati all’Oscar per il miglior film.  
La storia raccontata in Green Book non può considerarsi un biopic in quanto narra, sommariamente, di appena un paio di mesi durante i quali Tony Lip fu autista e guardia del corpo del pianista afroamericano Dr. Don Shirley. Senza dubbio avrebbe meritato altra sorte ma la sceneggiatura è basata su appunti e lettere di Vallelonga padre e sui ricordi del figlio, che quindi aveva i diritti sul soggetto.
Sia Nick Vallelonga che Brian Hayes Currie (co-sceneggiatori e coproduttori) hanno voluto anche avere un piccolo ruolo nel film. Questo si regge sui due buoni attori protagonisti che tuttavia non offrono prove memorabili, ma molto probabilmente la colpa è dei ruoli caricaturali a loro imposti. Più che onorevole l’interpretazione di Linda Cardellini nel ruolo di Mercedes, la moglie di Tony Lip. Per il resto, risulta evidente che italoamericani immigrati di prima o seconda generazione si contano ormai sulla punta delle dita, sia guardando quelli proposti nel film sia per essersi dovuti affidare ad un attore di origini scandinave nel ruolo principale.
Intendiamoci, il film non è da bocciare, molte delle mie osservazioni mirano solo a ridimensionare le spropositate lodi, le 5 Nomination, i rating eccessivi che addirittura lo pongono  al 135° posto nella classifica dei migliori film di sempre! Almeno su quest'ultimo punto penso chiunque mi dia ragione ... è un’eresia bella e buona!


      

53  Mamá cumple 100 años (Carlos Saura, Spa, 1979) tit. it. “Mamà compie 100 anni” * con Geraldine Chaplin, Rafaela Aparicio, Amparo Muñoz, Fernando Fernán Gómez * IMDb  7,5  *  Nomination Oscar miglior film non in lingua inglese
In effetti è un sequel dell’ottimo Ana y los lobos (Carlos Saura, 1973), ma di gran lunga inferiore. Soliti riferimenti più o meno velati a clero e potere militare ma non c’è da meravigliarsi considerato che si tratta di Saura e che il dittatore Franco era morto appena 3 anni prima e si era in piena “transizione”. Buone le interpretazioni fra le quali spicca quella dell’impareggiabile Rafaela Aparicio, con la solita eccezione di Geraldine Chaplin che, come è noto, era la compagna di Saura ed è opinione comune che solo per tal motivo comparisse nei suoi film. Alcuni personaggi sono ben delineati e qualche gag è ben riuscita, ma poco di più.

54  Last Train from Gun Hill (John Sturges, USA, 1959) tit. it. “Il giorno della vendetta” * con Kirk Douglas, Anthony Quinn, Carolyn Jones * IMDb  7,4  RT 80%
Western dalla struttura molto strana, oserei dire quasi teatrale, trattandosi quasi di un “uno contro tutti”, per di più “fuori casa”.  Gli spari sono pochi e si fanno attendere in quanto  procede fra mille discussioni nell'attesa dell'inevitabile scontro a fuoco conclusivo.
Storia poco plausibile, che viene proposta quasi come una partita di poker fra chi ha buone carte e uno che (almeno in apparenza) bluffa. Non si discutono le capacità di Kirk Douglas e neanche quelle di Anthony Quinn, che fa la sua brava figura, ma è la descrizione della società di Gun Hill che lascia molto a desiderare. Ben girato in un Technicolor  molto luminoso, proposto come al solito con titolo italiano fantasioso, merita una visione se non altro per la sua originalità.

55  Little Miss Sunshine (Jonathan Dayton, Valerie Faris, USA, 2006) * con Steve Carell, Toni Collette, Greg Kinnear, Alan Arkin * IMDb  7,8  RT 91%  * 2 Oscar (Alan Arkin non protagonista e sceneggiatura) e 2 Nomination (miglior film e Abigail Breslin non protagonista)
Guardandola come una satira di costume ha qualche pregio ma sembra un’occasione mancata. Come spesso accade, mettendo troppa carne a cuocere, si perdono di vista gli obiettivi principali e quindi l’occasione per essere più incisivi. Limitando le esagerazioni e pur restando nel genere commedia, gli sceneggiatori avrebbero dovuto scegliere per il soggetto un numero limitato di manie o vizi americani: i concorsi, il migliore, il numero 2, il disprezzo per tutti quelli che hanno una vita normale ma, non ottenendo grandi successi, sono definiti losers (perdenti). Invece hanno aggiunto droga, sesso, burocrazia, psicologia e tanto altro e il minestrone è servito. 
Meritava i 2 Oscar? Della sceneggiatura ho già detto, Arkin (che apprezzo) ha fatto molto di meglio. 

I film sono disposti in ordine di (mio) gradimento, il numero indica solo l'ordine di visione. In attesa di importarle nel mio sito, e finché Google+ rimarrà attivo, si può accedere a tutte le altre micro-recensioni cliccando sui poster in queste pagine

3 commenti:

  1. Green Book : miglior film no. Sceneggiatura c'è First Reformed e altro più validi. Montaggio sorvolo xchè non ci capisco. I due attori sono giustamente nominati, secondo me. E' una commedia, c'è qualche stereotipo senza dubbio, ma gli attori si distinguono.

    Little Miss Sunshine : è una parodia di vizi americani che hai ben evidenziato. Gradevole. Non so se da Oscar.

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    1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    2. Grazie per l'appoggio morale ...
      Essendoti riferita solo a questi due deduco che non abbia visto gli altri.
      Quello di Saura e il western probabilmente non sono il tuo genere, ma ti consiglio di prendere in considerazione Rumble Fish, ma solo per come è filmato.

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