Mi piace uscire in escursione avendo idee abbastanza
precise, ma non definitive, ed andare alla scoperta di posti nuovi, in aree che
non conosco. Oggi sono riuscito a percorrere un circuito da Mahon, studiato e pianificato ieri sera. Quasi tutto meglio del previsto. Nella prima
parte (percorso ciclabile fra campi, fincas e muretti a secco) ho trovato vari
soggetti interessanti per le mie macro (rovi, rubia, ginestre e numerose
tartarughe a spasso).
Dopo un incontro a quattr’occhi (quasi) con la simpatica signorina dall'originale acconciatura (foto a sx), mi sono immesso sul Camì de Cavalls e l’ho seguito verso ovest fino ad un barranco che l’anno scorso mi diede non pochi problemi. Infatti, sulla cartina della guida, è segnata una deviazione per questa strettissima insenatura rocciosa (Cala Rafalet) alla quale si accede percorrendo il fondovalle, attraverso un bel bosco e tante rocce. Il problema è che dal Camì de Cavalls si dipartono ben tre sentieri ma l’accesso giusto è quello meno evidente. Giunto alla spiaggetta (seguendo un percorso diverso da quello di settembre scorso) mi sono rifocillato, ho scattato varie foto “subacquee” e poi mi sono messo alla ricerca del sentiero (segnato sulla guida, ma non ufficiale) che non trovai l’anno scorso. Dopo qualche salita e discesa fra bosco fitto e macchia ancora più fitta - sgariandomi il mellone oltre a vari altri ricordini sulle gambe (rovi, smilax, asparagus albus, calicotome e altre specie ben spinose) – scavalcando un muro ho raggiunto una terrazza relativamente aperta, con orchidee e tanta euforbia già virante al rosso. Dopo qualche minuto, dopo essere andato avanti e indietro provando vari “forse passaggi” fasulli, vedo una testa spuntare al di là del muro, l’avanguardia di coppia di escursionisti di Barcellona che cercavano il passaggio per scendere nel barranco, provenienti dalla cala de Sant Esteve (mia meta). Quindi con soddisfazione di tutti ci siamo scambiati le informazioni e ognuno è riuscito a proseguire. Per fortuna loro non avevano visto ben due discese per la spiaggetta (molto più semplici) altrimenti non ci saremmo incontrati. In effetti entrambi ci basavamo sulla carta in scala 1:35.000 (e quindi abbastanza vaga) e cercavamo la connessione dove era indicata, ma dove assolutamente non era!
Dopo un incontro a quattr’occhi (quasi) con la simpatica signorina dall'originale acconciatura (foto a sx), mi sono immesso sul Camì de Cavalls e l’ho seguito verso ovest fino ad un barranco che l’anno scorso mi diede non pochi problemi. Infatti, sulla cartina della guida, è segnata una deviazione per questa strettissima insenatura rocciosa (Cala Rafalet) alla quale si accede percorrendo il fondovalle, attraverso un bel bosco e tante rocce. Il problema è che dal Camì de Cavalls si dipartono ben tre sentieri ma l’accesso giusto è quello meno evidente. Giunto alla spiaggetta (seguendo un percorso diverso da quello di settembre scorso) mi sono rifocillato, ho scattato varie foto “subacquee” e poi mi sono messo alla ricerca del sentiero (segnato sulla guida, ma non ufficiale) che non trovai l’anno scorso. Dopo qualche salita e discesa fra bosco fitto e macchia ancora più fitta - sgariandomi il mellone oltre a vari altri ricordini sulle gambe (rovi, smilax, asparagus albus, calicotome e altre specie ben spinose) – scavalcando un muro ho raggiunto una terrazza relativamente aperta, con orchidee e tanta euforbia già virante al rosso. Dopo qualche minuto, dopo essere andato avanti e indietro provando vari “forse passaggi” fasulli, vedo una testa spuntare al di là del muro, l’avanguardia di coppia di escursionisti di Barcellona che cercavano il passaggio per scendere nel barranco, provenienti dalla cala de Sant Esteve (mia meta). Quindi con soddisfazione di tutti ci siamo scambiati le informazioni e ognuno è riuscito a proseguire. Per fortuna loro non avevano visto ben due discese per la spiaggetta (molto più semplici) altrimenti non ci saremmo incontrati. In effetti entrambi ci basavamo sulla carta in scala 1:35.000 (e quindi abbastanza vaga) e cercavamo la connessione dove era indicata, ma dove assolutamente non era!
Faccio ora una breve digressione relativa alla segnatura dei
sentieri. Mi rendo assolutamente conto che apporre i segnavia in modo che siano
visibili, utili e che non scompaiano in pochissimo tempo è compito non da poco,
ma certe volte si vedono cose che mi lasciano molto perplesso. In questo caso
sottolineo la segnatura non ottima ma eccezionale del Camì de Cavalls, spesso
troppa, ma le deviazioni sono molte volte completamente tralasciate. Lungo i circa 3 chilometri dal
suddetto punto mal segnato sulla guida (che però non è ufficiale) fino alla
evidente Torre d'en Penjat nei pressi di cala de Sant Esteve non esiste un solo segno e si
incontrano decine e decine di incroci e biforcazioni che probabilmente consentono tutte di raggiungere la torre,
ma talvolta ci si va a complicare la vita inutilmente e si rischia di perdere punti
interessanti. Trovo che qui ci sia troppa sperequazione fra gli eccessi di
segnavia del Camì de Cavalls e sentieri alternativi (più stretti e accidentati)
ma di gran lunga più interessanti. E questo succede dovunque …
Tornando a oggi, devo dire che in questa piacevolissima giornata la parte migliore e stata proprio questa con panorami e ambienti spettacolari tanto che già a metà strada avevo deciso di ritornarci con lo zoom lasciando il macro all’hostal. A metà di questo tratto ho avuto anche la piacevolissima sorpresa di trovarmi in un fantastico e inaspettato campo, limitato da un muro a secco e rocce calcaree della costa, pieno di papaveri gialli (Glaucium flavus) e nel corso della settimana sono gli unici che ho visto.
Tornando a oggi, devo dire che in questa piacevolissima giornata la parte migliore e stata proprio questa con panorami e ambienti spettacolari tanto che già a metà strada avevo deciso di ritornarci con lo zoom lasciando il macro all’hostal. A metà di questo tratto ho avuto anche la piacevolissima sorpresa di trovarmi in un fantastico e inaspettato campo, limitato da un muro a secco e rocce calcaree della costa, pieno di papaveri gialli (Glaucium flavus) e nel corso della settimana sono gli unici che ho visto.
Nonostante questo tratto di costa fosse battuto da un discreto vento (e si vede dalla posizione dei petali), sono riuscito a scattare varie foto che mi hanno soddisfatto.
Queste sono le altre foto di oggi, per i panorami bisogna aspettare qualche giorno … siamo nati
per soffrire.
Camminare, perdere il sentiero (ma non troppo) e appizzare gli occhi in quanto le sorprese sono sempre dietro l’angolo … o dietro la foglie o dietro un muro.
Camminare, perdere il sentiero (ma non troppo) e appizzare gli occhi in quanto le sorprese sono sempre dietro l’angolo … o dietro la foglie o dietro un muro.
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