lunedì 4 maggio 2015

Il bello di sapere, ma non abbastanza

Assodato che non è possibile sapere tutto, limite inavvicinabile essendo infinito, è altrettanto vero che quanto più si sa più si desidera sapere e più è facile apprendere (all’inizio)Per come la vedo io, chi entra in questo vortice o in una specifica spirale senza fine ne rimane spesso intrappolato. Tuttavia penso che costoro nel tempo tendano ad intraprendere strade diverse dividendosi in due gruppi: quelli che vorrebbero avvicinarsi quanto più possibile al "tutto" (chiaramente in settori ben determinati) e quelli che preferiscono sapere abbastanza in molti campi in modo da avere una base sufficiente per poter approfondire degli argomenti. I primi mirano ad innalzarsi, i secondi ad allargare le proprie conoscenze.
Questa brevissima considerazione, molto probabilmente già abbondantemente analizzata e sviscerata da tanti altri, nasce dalle frequenti sensazioni di piacere che provo scoprendo e apprendendo, a seguito di ricerca o per caso, grazie a quanto ho accumulato in passato. Nella fattispecie, nel corso della mia prima escursione menorchina, ho notato tanti fiori conosciuti o molto simili ai nostri, e ho potuto apprezzarli di più avendo un'idea di cosa stessi guardando, della famiglia di appartenenza e spesso notando delle differenze. 
Pur non essendomi imbattuto in novità assolute, le specie simili alle nostre, ma non identiche, sono frequenti ed interessanti. Del resto, questo era quello che c'era da aspettarsi considerate latitudine, quote e posizione geografica combinate con il fatto che sull'isola si sono potute affermare alcune specificità. Avevo programmato questo mio ritorno a Menorca subito dopo il sopralluogo di settembre scorso, sapendo che in primavera avrei trovato una fioritura molto più abbondante e varia di quella di fine estate.
Per fare qualche esempio, ieri, appena sceso dall'autobus, mi sono subito imbattuto nel Gladiolus illiricus, più piccolo del nostro G. italicus e con fiori più vicini fra loro, presente in grandi quantità. Ho poi notato la bella Bartsia trixago (pare che questo sia ora il nome più usato per la Bellardia) con i suoi caratteristici colori, ma procedendo nella mia escursione ne ho trovate tante apparentemente uguali per forme e dimensioni, ma gialle (Bellardia trixago var. flaviflora).
   

Anche le prime orchidee che ho trovato (entrambe sfiorite) mi hanno lasciato un po' perplesso conoscendo i relativi "parenti" (Anacamptis pyramidalis e Serapias). Per queste ultime nonostante qualche ricerca in rete non sono giunto ad alcuna conclusione, mentre per la prima è stato più semplice Anacamptis pyramidalis var. alba. I miei amici botanici mi hanno sempre detto che quasi in ogni specie sono presenti esemplari “albini”, ma in questo caso è la norma. Lungo i sentieri e in prossimità di essi ho contato centinaia di esemplari completamente bianchi e pochissimi (forse una decina) di color rosaceo, simile alle nostre Orchidee piramidali. (le foto di queste orchidee saranno pubblicate a breve e accompagnate da altro post)
In conclusione, sono molto soddisfatto che la mia relativa e limitata sapienza non sia estesa quanto la mia ignoranza. Ciò mi permette di avere tanto da imparare, ma mi dà anche il vantaggio di poter capire abbastanza di quanto leggo e di avere delle nozioni base per poter iniziare una ricerca non dovendomi limitare a Googlare, per esempio, "fiore giallo".
I wield only one sword, the sword of Wisdom, and recognize only one enemy: Ignorance.

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