L'anno scorso avevo
avuto modo di osservare questa strana costruzione sulla punta meridionale di
Cala Sant Esteve, nei pressi del Forte Marlborough, e già allora nutrii dubbi sulla
sua possibile funzione. Non mi sembrava una torre a giudicare dalle mura
interne, dall’apertura al piano terra e dalla mancanza di una solida copertura,
né sembrava una calcara per mancanza di materia prima nelle vicinanze e per la sua forma interna ad imbuto.
Infine mi
incuriosiva il fatto che fosse inclinata verso il mare, come risulta evidente
osservando l'orizzonte della seconda foto, pur non essendo in rovina.
A conclusione di una
ricerca non facilissima ho scoperto che i pochi testi che citano questo
edificio sottolineano proprio il fatto che molti sbagliano considerandola una
torre in quanto era una fornace da palle. Nella fattispecie, la
sua struttura non è esattamente quella descritta in nel Trattato di pirotecnìa militare (1831, Ferdinando Biondi Perelli)
ma le sue caratteristiche sono compatibili con quest’uso.
L’utilizzo delle palle
arroventate (o roventi) ebbe la sua auge fra i secoli XVIII e XIX, quando i
pezzi d’artiglieria avevano una gittata adeguata, le operazioni di riscaldamento
e trasferimento delle palle si potevano svolgere con una certa sicurezza e,
ovviamente, le navi erano ancora costruite in legno. Per facilitare la fuoriuscita delle palle già portate a giusta temperatura c'erano guide in pietra, con adeguata pendenza. Forse è pura fantasia, ma ciò potrebbe giustificare l'inclinazione dell'intera torre per facilitare la
costruzione di un piano inclinato più difficilmente inseribile in una struttura circolare.
Proprio per la loro
pericolosità solo in un paio di casi furono installati su navi, di solito erano
localizzati presso l'ingresso di un porto, a difesa dello stesso, ma non solo. Qui a destra vedete una fornace americana della prima metà del XIX secolo (Fort Macon - North Carolina, USA).
Il lancio di
proietti(li) incendiari è antichissimo, ma fino ad epoche moderne questa
tecnica era limitata dalla scarsa gittata delle catapulte, archi e balestre scagliavano
materiali in fiamme sulle attrezzature nemiche.
La differenza, in
particolare per le navi è sostanziale. Per avere efficacia le palle dovevano
essere arroventate, fin quasi al punto di fusione, e (che più facilmente prendevano fuoco) ora si
mirava allo scafo. Anche palle relativamente piccole potevano essere letali
infatti, avendo accumulato un gran quantità di calore, potevano carbonizzare
lentamente il legno nel quale si erano conficcate e le successive fiamme potevano
divampare anche molto più tardi. Nei trattati militari dell'800 si citano casi
in cui detti proiettili, penetrati nel fasciame della nave, avessero innescato l'incendio
parecchie ore dopo.
In italiano ho recuperato
poche notizie, ma in inglese e spagnolo se ne trovano molte di più. Agli interessati
segnalo che detti proiettili in inglese sono hot shots e in spagnolo balas
rojas.
Andando in giro e investigando si scoprono sempre nuove cose ...
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