Stamattina,
a causa del troppo vento (quasi impossibile scattare macro di fiori) e delle
nuvole che spesso limitavano la luminosità, ho dovuto rinunciare al programma
previsto e ho scelto di andare ad approfondire le mie ricerche in merito alla
possibile fornace da palle di Cala Sant Esteve (vedi post precedente). In questo post spiegherò che nonostante il mio impegno non sono pervenuto ad alcuna soluzione definitiva, proporrò un altro caso da risolvere e vi sottoporrò un facile quiz. Oltre alle 4 foto anticipate di seguito, potete rendervi conto della situazione scorrendo le altre foto di fornace, cava e buco misterioso.
Come suggerito da una dirigente
della biblioteca di Mahon, sono prima passato dal Museo Militare di Es Castell,
mia ultima speranza di trovare documentazione affidabile. La gentile addetta
alla biglietteria mi ha ha fatto parlare con un responsabile del Museo il
quale, al momento, stava proprio preparando una mostra sulle strutture
difensive all’ingresso del porto di Mahon e fra i disegni che aveva ce n’era
uno di una fornace all’interno di un forte. Con lui c’erano altri due signori,
apparentemente esperti della materia, ma non sono riusciti a dissipare i miei
dubbi. Il “capo” mi ha detto subito che si trattava di una calcara, ma dopo mie
alcune obiezioni e richiesta di riferimenti scritti è diventato più evasivo e
ha giustificato la sua risposta dicendo che suo padre l’aveva sempre indicata
come tale. Con tutto il rispetto per il padre, non mi è sembrata una prova
definitiva, e quindi ho garbatamente obiettato che dalla grande cantera (cava) a valle
della torre non si ricava un calcare adatto a produrre calce e oltretutto sono
tuttora visibili i classici tagli netti per produrre parallelepipedi da
utilizzare per opere murarie. Mi ha risposto che il pietrame veniva trasportato
lì la altre aree più a sud … e allora gli ho fatto anche notare che nelle vicinanze non c’era un tipo di vegetazione che potesse fornire abbastanza legname (come per esempio leccete che si trovano negli umidi e ombrosi
barrancos) e mi ha detto che anche il legno doveva essere trasportato (?!), ma a questo punto mi sembrava già meno sicuro. Ovviamente ho insistito nel
sottoporgli le mie perplessità: “Perché mai avrebbero dovuto trasportare legno
e pietre invece della sola calce, se avessero costruito la calcara in zona più
idonea?” (come si faceva dalle parti nostre).
L’avevo
quasi convinto, ma era ancora titubante. Su un punto però eravamo tutti d’accordo:
assolutamente non si trattava di una torre e certamente era una fornace … ma
per cuocere cosa?. E allora ho portato la discussione sulla forma della struttura
che non era quella classica con una sola apertura e abbastanza alta da
consentire un comodo accesso, in questo caso sono due, relativamente basse, più
una terza che non raggiunge la parte centrale ma conduce ad una piccola
finestra che potrebbe essere stata utilizzata per controllare la combustione. Ho
concluso ripetendo che l’unica notizia scritta (seppur in un articolo in rete) recitava: “Anche se può sembrare un’antica torre di
difesa o di guardia, è una fornace da palle.”
Al
ché uno degli altri due astanti ha ammesso “potrebbe essere vero” e così è
terminata la mia indagine presso il Museo Militare. Sono quindi andato a
verificare il tutto e a scattare numerose foto, cosa che non feci la volta
scorsa non avendo tanto tempo e con il sole alle spalle dell’ingresso. Dopo
attenta visita e considerazioni varie, devo comunque dire che come sono
convinto che non si tratti di una calcara, sono egualmente scettico in merito
all’ipotesi fornace da palle. Ciò soprattutto per un paio di semplici motivi:
a) non riesco a immaginare come avvenissero le fasi di carico e scarico delle
palle; b) nelle vicinanze non c’è traccia di alcuna piattaforma che potesse
ospitare un pezzo di artiglieria.
Né
in rete (dove ormai c’è di tutto e di più), né in una ulteriore indagine in
biblioteca ho trovato alcuna immagine di calcare con aperture simili e nessun
disegno della sezione verticale come quella della fornace di Sant Esteve che presenta un
restringimento, come un imbuto, nella parte centrale.
Prima
di avviarmi alla Torre d'en Penjat (anche questa tralasciata per i medesimi
motivi) ho fatto un bel giro nella vasta cava e, ahimè, mi sono imbattuto in un
altro “mistero” (almeno per il momento). Si tratta di una specie di vasca di meno
di 2 metri di diametro, chiaramente scavata nella roccia e non naturale, completa di un bordo piano e 4 scalini molto regolari, nonché una netta scanalatura verticale. Si trova a pochissimi metri
dal mare, ma non è collegata ad esso. Chiedendomi a cosa potesse
servire sono solo riuscito ad elaborare tante strambe ipotesi, ma
nessuna abbastanza sensata. Quindi
non solo non ho risolto in via definitiva i miei dubbi in merito alla
destinazione certa della fornace, ma ora ho anche l'interrogativo della vasca da
chiarire. (foto a sx)
Infine, ecco il quiz: ho sentito un improvviso rumore fra i
cespugli, mi sono girato e ho visto schizzar via a gran velocità un simpatico
animale. In un attimo ho acceso la fotocamera e, seguendone il movimento, sono riuscito a beccarlo.
Riuscite a vedere di chi si tratta nella foto a destra?
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