mercoledì 30 luglio 2014

Cartografia: la mappa perfetta non esiste, né può esistere

In Cartografia esistono tre qualità fondamentali: chiarezza, completezza, precisione.
Purtroppo questi tre obiettivi ai quali tendono gli sforzi dei cartografi diventano a un certo punto incompatibili fra loro. Cercherò di spiegare questo concetto brevemente e, spero, chiaramente.
Chiarezza: è la qualità per la quale tutti i dettagli siano facilmente identificabili e riconoscibili e le forme del terreno siano evidenti
Completezza: è intesa come “massimo insieme di particolari planimetrici e altimetrici”.
Precisione: l'ubicazione di ciascun particolare nella stessa posizione che occupa nella realtà, in assoluto e in relazione agli elementi circostanti.
Per ognuna di queste qualità esiste un proprio limite intrinseco. In particolare le prime due collidono in quanto se si vuole mantenere la chiarezza (leggibilità) della carta non si potranna mai riportare “tutti” gli elementi di una certa categoria (sentieri, strade, edifici, ecc.). La scelta sarà fatta dal cartografo non solo in base alla grandezza fisica degli elementi, ma anche in base alla loro rilevanza e rispetto alla  densità di elementi simili in quell’area. Un paio di esempi per tutti: una cappella isolata è cartograficamente più importante di una chiesa in città, un sentiero appena tracciato (e pressoché unico) in montagna è più importante di una strada secondaria cieca in area urbana.
In quanto alla precisione gioca un ruolo fondamentale la scala. Al diminuire di questa (sottolineo che 1:50.000 è minore di 1:25.000, si tratta di rapporti) parecchi simboli convenzionali occupano molto più spazio della loro grandezza fisica. Mi spiego meglio: nelle carte stradali una rotabile è convenzionalmente rappresentata con due sottili linee nere parallele, con o senza colore di riempimento. Considerando uno spessore totale del simbolo di 0,5÷0,7mm (spesso anche di più), ne deriva che raffigura una larghezza di 5÷7m se la scala è 1:10.000 e di 50÷70m se è 1:100.000. 
La cosa diventa ancora più evidente per i simboli puntiformi che indicano particolare piccoli ma importanti come edifici isolati, sorgenti, antenne e via discorrendo. Quando due elementi, anche di caratteristiche diverse, sono vicini il cartografo dovrà distanziarli (e quindi spostarli dalla loro posizione esatta) o dovrà eliminarne uno.
La generalizzazione e la semplificazione sono fra i pregi delle buone cartine.
Discettando di questi argomenti sono stati scritti libri interi e si sono svolti infiniti incontri e dibattiti, ma chiaramente non si è giunti, né si potrà mai giungere a conclusioni che stabiliscano regole ferree.
La simbologia è pesantemente condizionata dalla scala e dal tipo di area rappresentata, sulla scelta degli elementi da rappresentare (per qualità e importanza) influisce la tematicità della carta, la densità di simboli dovrà sempre tendere a un giusto compromesso fra leggibilità e completezza.
Chiudo con un aneddoto. Vari anni fa, nel corso di un convegno fra cartografi organizzato dalla IOF (International Orienteering Federation), una mezza dozzina di essi fu incaricata di realizzare una cartina di una piccola area. Il risultato fu che le mappe erano tutte abbastanza diverse fra loro, ma che tutte erano assolutamente leggibili e precise. Alcuni aveva dato maggior importanza al rilievo, altri alla vegetazione, alla rete di sentieri includendo le tracce meno evidenti, ai particolari rocciosi …

cartina per Corsa di Orientamento (Orienteering), precisissima eppure generalizzata,
leggibile per molti sportivi, ma assolutamente incomprensibile per tanti altri 
Se si chiedesse ad un gruppo di scrittori di descrivere brevemente la Baia di Jeranto o Monte S. Angelo a Tre Pizzi, siate pur certi che si otterrebbe un risultato simile: vari pezzi di ottima prosa eppure tutti diversi. Cartografare significa descrivere graficamente e come ogni altro tipo di linguaggio ognuno lo adatta alle proprie percezioni e valutazioni, l’importante è comunicare (bene) cercando di farsi comprendere anche da chi non sa leggere tanto bene ... 

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