martedì 5 ottobre 2021

Graham Greene e il cinema

Sospendo temporaneamente il mio vagare fra le cinematografie meno conosciute del pianeta per affrontare ora un altro gruppo omogeneo di film legati ad uno stesso autore, ma questa volta non si tratta di un regista bensì di uno scrittore – sceneggiatore: Graham Greene. Molti spettatori non leggono i titoli o si limitano alle star e al regista e quindi pochi ricordano gli autori di soggetto e sceneggiatura, pertanto ancor meno sanno che allo scrittore inglese va attribuito molto del merito ottenuto da film quotatissimi come, per esempio, The Third Man (1949, di Carol Reed, con Orson Welles e Joseph Cotten, 164° miglior film di sempre, un Oscar e 2 Nomination). In fondo al post ho inserito l'elenco dei film e noterete che vari romanzi hanno dato luogo a più produzioni; A Gun for Sale addirittura a 4 versioni diverse. Comincerò le visioni in ordine cronologico e, in caso di remake, non è detto che guardi le versioni successive. Ne salterò anche qualcun altro per non disponibilità o per averli guardati in anni recenti ma, in tal caso, inserirò il link alla micro-recensione corrispondente.

L’idea mi è venuta dopo essermi imbattuto, per puro caso, nel video di un corto del quale non conoscevo l'esistenza, adattamento del mio preferito fra i tanti racconti scritti da Graham Greene: A Shocking Accident (1982, di James Scott, con Rupert Everett). Storia al limite dell'assurdo ma non del tutto impossibile, specialmente se si considera che l'evento (lo shocking accident) viene proposto come avvenuto a Napoli, durante la guerra. L'autore conosceva e apprezzava anche la nostra regione e ne cita luoghi anche se non proprio attinenti alla storia e, non per niente, nel 1948 comprò una modesta casetta ad Anacapri dove era solito venire a passare un paio di mesi ogni anno fino al 1980; nel 1978 ricevette la cittadinanza onoraria.

Vari sono i film adattati dalle sue short stories, per la maggior parte pubblicate in una mezza dozzina di raccolte, la più nota delle quali è Twenty-one Stories. Spesso molto argute e a loro modo divertenti, le short stories si rivelano perfette per essere adattate per lo schermo molto più efficacemente dei romanzi di centinaia di pagine che, necessariamente, sono mal riassunti, con vari personaggi secondari (tuttavia importanti) completamente tralasciati, in due o anche tre ore di pellicola. Un esempio lampante del primo caso, è l'avvincente The Fallen Idol (1948, Carol Reed, con Ralph Richardson, Nomination Oscar a Reed per la regia e a Greene per la sceneggiatura), tratto dall’ottimo racconto The Basement Room.

I lavori di Greene che più apprezzo, particolarmente per essere viaggiatore, sono quelli ambientati al di fuori del vecchio continente. Le descrizioni dei luoghi, degli ambienti e degli abitanti sono coinvolgenti e realistiche, dando l’impressione al lettore di trovarsi sul posto, specialmente se ha una seppur minima conoscenza di quei paesi. Insomma, non era un Salgari che affascinava giovani e adulti scrivendo solo di fantasia (seppur discretamente documenta) di posti mai visti e etnie mai incontrate non avendo mai lasciato l'Italia in vita sua. Infatti Greene, da giornalista e poi agente dell’intelligence inglese, ebbe modo di viaggiare estensivamente cominciando dalla Liberia, Sierra Leone e Congo in Africa, per poi passare in Messico, Haiti e Cuba in centro America, avendo sempre contatti con gli autoctoni e gente comune e non solo con expats, autorità e spie. I protagonisti delle sue storie sono per lo più gente comune che per caso si trovano immischiati e invischiati in situazioni al di sopra della loro capacità di gestione e si arrabattano per venirne a capo o almeno per sopravvivere … nessun supereroe invincibile ed infallibile! I suoi lavori sono una combinazione di thriller, noir, temi sociali e religione, conditi spesso da una buona dose di humor. 

 

Film che sono ansioso di guardare di nuovo sono The Comedians (tratto dall’omonimo romanzo del 1966, film di Peter Glenville del 1967 con un cast d’eccezione che comprendeva Richard Burton, Elizabeth Taylor, Alec Guinness e Peter Ustinov) e Our Man in Havana (romanzo del 1958, film del 1959, di Carol Reed, con Alec Guinness), che penso sia l’unica vera dark comedy – veramente geniale - della sua vasta bibliografia. A proposito di The Comedians, devo dire che non è fra i miei preferiti né come romanzo, né come film (pur essendo di ottimo livello), ma vi sono particolarmente legato per essere stato il primo di Greene che lessi, essendomi capitatomi fra le mani per puro caso al Seaman’s Club di Philadelphia, nel lontano 1982; da allora ho letto quasi tutta la sua ricca produzione!


Naturalmente, consiglio a tutti di leggere i suoi lavori e di guardare i film da essi derivati, ovviamente in lingua originale se se ne avesse la possibilità.

  • 1934 Orient Express (da Stamboul Train)
  • 1937 The Green Cockatoo (sceneggiatura originale)
  • 1940 21 Days (sceneggiatura originale)
  • 1942 This Gun for Hire (da A Gun for Sale)
  • 1942 Went the Day Well? (story)
  • 1944 Ministry of Fear (idem)
  • 1945 Confidential Agent (idem)
  • 1947 The Man Within (idem)
  • 1947 The Fugitive (da The Power and the Glory)
  • 1948 Brighton Rock (idem)
  • 1948 The Fallen Idol (da The Basement Room)
  • 1949 The Third Man (sceneggiatura originale)
  • 1953 The Heart of the Matter (idem)
  • 1954 La mano dello straniero (story)
  • 1955 The End of the Affair (idem)
  • 1957 Saint Joan (sceneggiatura)
  • 1957 Across the Bridge (idem)
  • 1957 Short Cut to Hell (da A Gun for Sale, vedi 1942)
  • 1958 The Quiet American (idem)
  • 1959 Our Man in Havana (idem)
  • 1961 Günes dogmasin (da A Gun for Sale, vedi 1942)
  • 1967 The Comedians (idem)
  • 1972 Yarali kurt (da A Gun for Sale, vedi 1942)
  • 1972 Travels with My Aunt (idem)
  • 1973 England Made Me (idem)
  • 1979 The Human Factor (idem)
  • 1983 The Honorary Consul (idem)
  • 1990 Strike It Rich (da Loser Takes All)
  • 1999 The End of the Affair (idem)
  • 2001 Double Take (vedi 1957)
  • 2002 The Quiet American (vedi 1958)
  • 2010 Brighton Rock (vedi 1948)

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