L’unico noto è Baci rubati di Truffaut, un classico della Nouvelle Vague, gli altri film sono produzioni pressoché sconosciute, un iraniano e tre dell’America Latina; ognuno di essi ha le sue particolarità e tutti godono di buona critica tant’è che il rating medio su IMDb è di 7,5. Tuttavia, vari di essi mi hanno un po’ deluso.
Muerte de un burocrata (Tomás Gutiérrez Alea,
Cuba, 1966)
Divertente e arguta commedia diretta grottesca e
co-sceneggiata da Tomás Gutiérrez Alea, uno dei più conosciuti registi cubani
al di fuori dell’isola, avendo diretto Fragole e cioccolato (1993,
Nomination Oscar, Premio della Giuria e Orso d’Argento a Berlino per la regia).
Tagliente critica alla burocrazia in genere e a quei dirigenti e impiegati che pretendono
di seguire ciecamente leggi e regolamenti, anche quando è impossibile applicarli.
Si presenta una situazione kafkiana, con circostanze degne di Comma
22, esaltata dal fatto che al centro del problema c’è un cadavere. Ottusità
e paradossi regnano incontrastati in questa descrizione della lotta impari
contro la burocrazia che alcuni di noi, di tanto in tanto, si trova a dover
affrontare. Penso che il soggetto si potrebbe adattare a qualunque paese e a
qualunque epoca; il limite della versione cubana consiste in alcune scene
troppo paradossali ed esagerate, che contrastano con tutto il resto che è purtroppo
abbastanza vicino alla realtà.
Consigliato come sagace e pungente passatempo.
La bestia debe morir (Román Viñoly Barreto, Arg, 1952)
Interessante noir narrato quasi interamente con un lungo flashback, a partire da una (probabile) morte per avvelenamento. La chiave della storia è una serie di casualità/coincidenze estremamente improbabili pur essendo certamente possibili, cosa assolutamente non nuova nei thriller. Interessante e ben messo in scena, descrive una ricca famiglia borghese nella quale regnano ipocrisia, gelosia, tradimenti, prevaricazione e anche violenza.
Film segnalato in una delle tante liste, peccato per la
scarsa definizione e la pessima qualità del sonoro del file che ho trovato.
Curiosità: il soggetto è tratto da una storia di Cecil Day-Lewis, autore inglese padre del celebrato attore Daniel (Oscar per Il petroliere, Lincoln, Il mio piede sinistro, Nomination per Gangs of New York, Nel nome del padre e Il filo nascosto).
Sombra verde (Roberto Gavaldón Mex,
1956)
Gavaldón è uno di quei registi messicani che pur non avendo mai diretto capolavori assoluti è sempre affidabile, sceglie delle buone sceneggiature e dirige bene anche attori non famosissimi. Con narrazione svelta passa dai moderni uffici di una grande azienda nella capitale ad un avventuroso viaggio nella selva caraibica e infine ad un soggiorno “forzato” in un inaspettato “paradiso”, che proprio tale non è. Più che buone sono le riprese nella selva, mai semplici; il viaggio è occasione per pubblicizzare non solo l’ambiente, ma anche tradizioni come i voladores de Papantla e archeologia con El Tajin e la sua Piramide delle nicchie, singolare monumento maya poco conosciuto ma unico nel suo genere. Fra film d’avventura e dramma passionale-romantico, propone anche la visione indigena della selva e della sua sombra verde.
Baci rubati (François
Truffaut, Fra, 1968)
Non sono mai stato un gran ammiratore di Truffaut,
ma continuo a guardare i suoi film in quanto riconosco che, in particolare i
primi, introdussero un modo di filmare relativamente diverso da quello che all’epoca
si considerava ortodosso.
Volutamente abbastanza banale e insulso, trovo Jean-Pierre Léaud perfetto per il ruolo data la sua insipienza. Da sottolineare invece la presenza di Delphine Seyrig, meteora nell'ambito della Nouvelle Vague, che esordì in L'année dernière à Marienbad (Alain Resnais, 1961); lei stessa regista sperimentale soprattutto di corti e documentari, oltre che attrice. Nomination Oscar film straniero.
Mossafer - Le passager (Abbas
Kiarostami, Iran, 1974)
Dei vari film di Kiarostami che ho guardato questo mi sembra essere il meno convincente. Si tratta del suo secondo lungometraggio che, come quasi sempre, è basato su una sua sceneggiatura originale che tratta di vite comuni, in piccole cittadine, spesso con protagonisti giovani e non professionisti.
Non appassionante, è comunque interessante per dare uno sguardo alla vita comune in Iran mezzo secolo fa.
#cinema #cinegiovis
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