Giorni abbastanza pieni e variati come mio solito e
quindi, pur limitandomi alle parti per me più interessanti
e probabilmente per gli altri meno note nn riuscirò ad essere breve. La Lisbona non turistica, che tuttora sopravvive ma
si sta “restringendo” sempre più, mi
ha sempre ricordato la Napoli di 40 anni fa, un po' malmessa, vicoli con
palazzi malridotti se non in rovina, tanti piccoli esercizi "originali" con gestori e clienti
socievoli e aperti alla chiacchiera, insomma tradizionale vita di quartiere.
Sabato una lunga passeggiata mi ha portato a riprendere
contatto con tutta la zona orientale del centro, passando a monte del castello,
al limite della Mouraria, rapido sguardo al mercato delle pulci (Feira da Ladra, ormai un fatto
commerciale al 100%) e ritorno attraverso Alfama, l’altro famosissimo
quartiere di Lisbona. Anche questo, come tanti vecchi quartieri in
qualunque città turistica in ogni parte del mondo, si sta riciclando, organizzando,
ripulendo e ovviamente sta perdendo la sua originalità.
Ho visto stranieri uscire da casette appena ristrutturate il che mi induce a pensare che ci siano un cumulo di stanze in affitto o addirittura che molti abbiano comprato e se lo hanno fatto qualche anno fa è stato a prezzi bassissimi. Per esempio guardate questo artista "immigrato" giapponese che dipinge con caffè e vino rosso in una vecchia bottega contornata di azulejos e sotto i classici panni stesi.
Si sono moltiplicati i locali che propongo serate di Fado (spesso a prezzi esorbitanti) servendo cibo internazionale
e bisogna avere davvero buon fiuto per trovare qualche bettola per soli locali
dove si esibiscono fadisti non
professionisti, ma in un ambiente molto più piacevole e originale dove si potrà
mangiare qualcosa di semplice, casomai solo dei pasteis de bacalhau e bere buon vinho da casa.
Avendo un appuntamento gastronomico da tutt’altra parte, mi sono limitato a cercare nella parte alta di Alfama un posto dove avrei potuto mangiare la domenica, quando la maggior parte dei piccoli locali chiudono. Nel pomeriggio ho inaugurato la mia serie di visite alla Cinemateca Portuguesa, una piccola perla per i cinefili come me. Ogni sabato propone un double bill (doppio spettacolo, come quello delle grindhouse amate da Tarantino), ma non proiettando B-movies bensì due ottimi fim d'epoca con biglietto unico che costa la bellezza di 2,15 euro in una ottima sala con poltrone in pelle!
L’altrieri era la volta di due musical "Gold
Diggers of 1935" (Busby Berkeley, USA, 1935, vincitore di Oscar) e
"Les Demoiselles de Rochefort" (Jacques Demi, Francia, 1966) con due
pezzi da 90 americani, vale a dire Gene Kelly e George Chakiris che si guadagno
il suo Oscar nel famoso West Side Story.
I film vengono ovviamente proiettati senza
intervallo, ma fra l'uno e l'altro c'è una pausa di mezz'ora durante la quale
si può profittare della caffetteria o cercare qualcosa di interessante nella
libreria, entrambe al piano superiore.
A tutti i cinefili: se vi capita di passare per Lisbona,
non dimenticate di controllare se nel programma della Cinemateca Portuguesa ci fosse qualcosa che vi interessa. Oltre
ad alcuni classici che probabilmente avrete già visto, fra i 3 o 4 film al
giorno, tranne la domenica (giorno di chiusura) sono certo che qualunque
appassionato della settima arte troverà qualcosa di imperdibile.
La domenica mattina, come qualcuno avrà già visto da queste foto sono andato a caccia di soggetti girovagando di
nuovo nel dedalo di stradine contorte collegate da escadinhas (scalette) di Alfama e quelle più larghe,
disposte a griglia regolare, della Baixa. Sono partito con la precisa intenzione di
fotografare le vecchie insegne dipinte su vetro, ceramica o metallo e disegni
più elaborati su pannelli composti da più mattonelle e, come spesso accade, ho
trovato meno di quanto sperato - oltre quello che avevo già adocchiato - ma
varie altre cose interessanti e diverse dalle solite.
Segnalo in particolare l’ingresso di questo vecchio
cinema conosciuto come Animatografo do
Rossio. Di notizie precise in merito all’animatografo ne ho trovate poche, ma sembra assodato che si
trattasse di un metodo di proiezione di immagini alternativo al cinema, mentre Rossio
è il quartiere nel quale si trova. Il locale è sì ancora attivo e con il nome
originale, ma funziona come cinema porno!!!
Sono poi andato nel piccolo ristorante che avevo
adocchiato il giorno precedente al quale si accede attraverso un piccolissimo bar
(riempito da banco e 2 tavolini) e poi percorrendo un corridoio (quasi un
cunicolo) si giunge alla sala pranzo con i caratteristici minuscoli tavolini tutti
affiancati e coperti da tovaglia di carta (sulla quale poi si scrive il conto,
se necessario) dove si mangia gomito a gomito con i vicini.
Ho mangiato un classico bacalhau assado no forno, con patate bollite, qualche oliva e
insalata, l’annaffiato con mezzo litro di vinho tinto (il quartino non lo prendono proprio in
considerazione), ho conversato amabilmente con una coppia di simpatici giovani
portoghesi e ho concluso con un caffè ... o conto? 7,50 euro!
Ero l’unico straniero, ai due ragazzi suddetti la
signora che serviva ai tavoli ha portato direttamente la brocca da un litro di
vino, di fronte a me c’era invece un signore che ha “allungato” il suo mezzo
litro con gassosa (aggiunta a richiesta direttamente da una bottiglia di 2
litri, non si paga) e il resto della clientela era molto variegata e comprendeva anche
qualche famiglia con nonna. Ambiente molto piacevole. Ci ritornerò in
settimana.
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