giovedì 11 febbraio 2016

Fischi per fiaschi, termini ingannevoli: attenti alle traduzioni “a senso”

Dopo aver menzionato il peixe espada che non è il pescespada ma una specie simile al nostro pesce sciabola (lo vedete nella foto a sinistra con entrambe i tipi: il nero è detto preto), ecco altri termini gastronomici i cui nomi in portoghese possono generare confusione.  Per rimanere in tema marino comincio con pescada che induce in equivoco gli italiani.
   
Il termine è riferito al merluzzo fresco e non al pesce in genere (pescado in spagnolo). Quindi non chiedete "che pescada è?" perché vi risponderebbero: pescada! In effetti in spagnolo esistono entrambe i termini, maschile per pesce e femminile solo per merluzzo che tuttavia viene anche detto merluza. Nella foto a destra (mercado da Ribeira a Lisboa) vedete i cartellini dei merluzzi, quelli di dimensioni minori vengono indicati come pescada peq. (pequena = piccola).

Altro nome di pesce che può trarre in inganno (ma è meno comune e già ne parlai tempo fa) è quello riferito al pesce San Pietro (Zeus faber L.): galo in portoghese e gallo in spagnolo in quanto le sue spine dorsali sembrano una cresta.
In entrambe i casi il termine significa anche gallo, quello pennuto, ma questo è ancor più raro in un menù, quindi se lo trovate è molto più probabile che si tratti del pesce. 

Digressione toponomastica: il nome de Li Galli, gruppo di isolotti al largo della Costiera Amalfitana, appare in documenti ufficiali del XIII secolo e in passato fu scritto: 
"Galli o Sirenuse, Galli forse perché vi si fa preda di pesci detti Galli". 
Personalmente sono sostenitore di questa teoria.

L'ultimo termine connesso con il settore pesci che vi sottopongo è Braz e si riferisce ad un modo di cucinare il baccalà, ma assolutamente non ha niente a che vedere con la brace. La ricetta, bacalhau à bras (o braz, con iniziale maiuscola o minuscola) è famosa in tutto il Portogallo ed ha valicato i confini nazionali tant’è che la troverete anche in Spagna sotto il nome di revuelto de bacalao a la portuguesa o bacalao dorado.
Si tratta di baccalà sminuzzato, fritto con patate alla julienne, cipolla tagliata molto finemente e uovo, infine guarnito prezzemolo e olive nere. Le giuste proporzioni dei primi quattro ingredienti, tutti principali, sono fondamentali per la riuscita del piatto. 
La ricetta fu creata da tale Brás (ou Braz, come si scriveva all'epoca, equivalente di Biagio in italiano) un taberneiro del Bairro Alto, quartiere di Lisbona e quindi si dovrebbe scrivere con iniziale maiuscola.
Se vi trovaste a Portimão (Algarve), vi consiglio di andarlo a provare al rest. Oasis che frequento, in alternativa a A Nossa Casa, specificamente per bacalhau à bras, arroz de lingueirão (diciamo risotto con cannolicchi) e isca à portuguesa (fegato). Sono piatti che non tutti propongono e, se lo fanno, non sono al livello dell'Oasis (che serve anche porzioni enormi).

Lasciamo il mare e passiamo alla marmelada che, considerato il tema del post, è facile immaginare che non significhi marmellata. Il marmelo è il cotogno e quindi marmelada sono solo la cotognata e la confettura di cotogne; le nostre marmellate/confetture si chiamano doce (pron. “dose”). Parimente a quanto detto a proposito di pescada, non chiedete come feci io vari anni fa appena giunto in Portogallo: “di che marmellata si tratta?”. La abbondantissima prima colazione del B&B nel quale alloggiavo includeva un assortimento di confetture fatte in casa e il sapore di una di esse non mi era del tutto nuovo, ma non lo riconoscevo con certezza e quindi domandai cosa fosse e la ragazza rispose: "marmelada". Non soddisfatto, riproposi la domanda citando vari frutti utilizzati di solito per le confetture e lei, guardandomi come se fossi scemo, rispose: “marmelada ... de marmelo!” e a questo punto capii che qualcosa non andava ...

Concludo con il termine minhota, che agli italiani sembra ovviamente equivoco, ma che è invece un semplice attributo che si riferisce alla provincia del Minho (Miño in spagnolo, pronuncia identica “migno”) patria del vinho verde, regione più settentrionale del Portogallo, che si affaccia sull’Atlantico e confina con la Galizia (Spagna).
Se frequenterete ristoranti non "internazionali" o estremamente turistici, vi capiterà senz'altro di trovare nei menu qualche piatto tradizionale della suddetta provincia, quindi a la minhota (pronuncia “mignota”, con una sola “t”) e ormai già sapete che non ha niente a che vedere con le prostitute e quindi neanche con la nostra puttanesca.

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