Domenica
scorsa sono andato per l’ennesima volta a passeggiare lungo questo sentiero che,
nonostante la “devastazione” causata dall'incendio di un paio di anni fa, è senz'altro da annoverare fra percorsi più piacevoli e panoramici dei Monti
Lattari. Limitandosi ad andare alla frana e tornare, è assolutamente alla
portata di tutti e, in termini di distanza e dislivello, è più o meno equivalente
al Nocelle-Colle La Serra (CLS) a/r che è senz'altro il
miglior modo di percorrere la parte più interessante del Sentiero degli
Dei senza dover affrontare interminabili e inaffidabili viaggi con mezzi
pubblici.
Il primo è un percorso più graduale, senza tanti saliscendi e, anche se la differenza di quota assoluta è maggiore, in quanto a dislivello complessivo (la sommatoria di tutte le salite) i due sono pressoché identici e anche le distanze sono molto simili: 3.700m per SMC-frana (7,4km a/r) e 3.850m per Nocelle-CLS (7,7km a/r).
Questo schizzo essenziale nel quale metto a confronto i profili dei due percorsi semplificati, quindi senza indicare i tanti saliscendi del Sentiero degli Dei, evidenziano questa similitudine. L'unica vera differenza consiste nel fatto che il sentiero della Forestale si sviluppa ad un'altitudine di qualche centinaio di metri maggiore.
Come il Sentiero degli Dei, anche il sentiero per la frana via Forestale è esposto a sud ed è riparato dai venti freddi settentrionali (l’inverno si avvicina) dal massiccio di Monte S. Angelo a Tre Pizzi. Il tracciato è evidente e ben battuto, e nei pochi tratti di larghezza ridotta ci sono anche dei passamano che non sono strettamente necessari né è consigliabile fidarsi troppo (vedi post precedente).
E' un percorso che consiglio a tutti ricordando che a S. Maria
del Castello (SMC) non avrete mai problemi di parcheggio ed esiste anche un
bar/ristorante (Zi’ Peppe) per rifocillarsi. Il sentiero fa parte dell’Alta Via dei Monti Lattari (CAI 300) e lascia la
strada rotabile circa 400m prima del ristorante, nel punto in cui la strada
spiana.
In questa
galleria Google+ trovate varie foto che mostrano quale sia la
situazione attuale (tronchi carbonizzati) e anche numerosi notevoli panorami non solo verso la
costa ma anche (soprattutto nella parte fra Forestale e frana) verso l’alto.
Ultima
nota … la foto in basso mostra il rischioso passaggio che è ciò che è
rimasto dell’originale sentiero. Qualcuno ci passa, verso est è un po’ meno
rischioso che verso ovest, ma non lo consiglio certamente a nessuno. Questo è
uno dei punti (si tratta di una decina di metri scarsi) nei quali un intervento
“serio” affidato a gente che di montagna ne capisce e non a chi, come spesso accade, pur avendo titoli
simili (ingegneri, architetti, geometri) non ha alcuna esperienza specifica.
In giro
per il mondo in situazioni paragonabili a questa ho visto cavi di sicurezza,
passerelle o ponti sospesi che in un modo o nell'altro hanno risolto il
problema rendendo il passaggio più facile e sicuro. Il suo ripristino eviterebbe agli escursionisti degli inutili saliscendi e soprattutto l'attraversamento dei cumuli di rocce della frana che a molti crea più di un problema.
Ma chi
dovrebbe muoversi in tal senso? Non si tratta di trovare un volontario che metta una semplice scaletta
o corda di aiuto (come dicevo nel precedente post), ma di un effettuare un intervento che sia
ben fatto e duraturo. Comuni? Regione? Parco? Comunità Montana? Il CAI dovrebbe/potrebbe sollecitarli?
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