mercoledì 18 giugno 2014

Caccia o non Caccia? basta distinguere: Legale o Illegale?

Sulla pagina FB del Comune di Massa Lubrense è apparso un post relativo all'iniziativa intrapresa dai Cacciatori della Penisola Sorrentina per pulire alcuni sentieri. Dopo l’intervento su Monte San Costanzo, domenica 22 giugno sarà la volta dei sentieri fra Torca e Crapolla. Intervento meritorio che ha ricevuto, fra gli altri, il pubblico plauso dell’Assessore al Turismo con delega alla sentieristica.
Si è scatenato un putiferio, ma solo all'apparenza in quanto dietro la dozzina di post di protesta ci sono solo tre signore, un po’ esagitate e poco informate in merito alle leggi venatorie. La caccia in Italia è pratica legale e ben regolamentata e i cacciatori pagano un bel po’ di soldi per licenza, permessi e assicurazioni. 
Un post recitava “ma qui si sono fermati al medioevo...ma Sorrento, non era in Europa?”. Forse è la signora non sa che in tutta Europa si pratica la caccia legalmente. Nei civilissimi paesi scandinavi c’è un cacciatore ogni 17 abitanti (circa il 6%) in Finlandia, 1 su 33 in Danimarca (circa 3% delle popolazione) con Svezia e Norvegia fra questi due valori. In Inghilterra, Francia e Spagna (paesi paragonabili all'Italia per numero di abitanti) ci sono più cacciatori/abitanti che in Italia e solo in Germania di meno. In Francia sono addirittura oltre 1,3 milioni contro i 750.000 nostrani. Sono tutti fermi al medioevo?
Il fatto che esistano i bracconieri e quelli che sparano a specie protette non significa che tutti i cacciatori siano criminali che uccidono per divertimento, come assunto da queste signore.
Il 90% degli italiani è CONTRO UNA PRATICA BARBARA COME LA SCHIFOSA CACCIA” dice un’altra, il referendum del 1990 era solo “per eliminare il diritto dei cacciatori al libero accesso nei fondi agricoli e non per eliminare la caccia. Il quorum non fu raggiunto e la consultazione fu dichiarata non valida. Comunque, se l’asserzione fosse vera, perché non riproporre il referendum, questa volta per abrogarla?
Dall'altro lato della “barricata” qualcuno ha risposto paragonando, giustamente, la caccia alla pesca e chiedendo conto del fatto che la seconda solleva molte meno proteste (e questo proprio non lo capisco). La risposta è stata: “perché, qualcuno ha parlato di pescatori?”. Penso che per onestà intellettuale le due cose dovrebbero essere considerate molto simili. Sono onnivoro e non capisco perché alcuni quasi vegetariani dicano poveri uccelli, maialini, vitelli ecc., ma non si curino delle povere orate, alici, spigole e, perché no, vongole e cozze. 
Ci sono bracconieri e pescatori di frodo, è vero, e vanno assolutamente condannati, me ci sono tanti che pagano le tasse e le licenze per andare a pescare e/o cacciare LEGALMENTE.
In uno stato di diritto ci sono le leggi e valgono fin quando non sono abrogate. Ma di cosa si lamentano queste signore? Il discorso etico è una cosa, criminalizzare un’altra. Sarebbe più giusto e sensato prendersela con i legislatori.
Non vado a caccia né a pesca, non sono vegetariano, vegano o animalista sfegatato, ma frequento senza remore gli uni e gli altri e li rispetto, purché loro rispettino le leggi. Quindi non sopporto i bracconieri così come non sopporto gli animalisti che però avendo paura dei serpenti (animali assolutamente innocui, anzi utili) li uccidono pur non mangiandoli, o che semplicemente non puliscono le cosiddette deiezioni dei loro cani. Non approvo i pescatori di frodo né i ciclisti che semplicemente vanno in controsenso. Tutti, in un modo o nell'altro, infrangono leggi codici e regolamenti.
Così come possedere un cane non significa che il proprietario lo tratti effettivamente bene né che rispetti le leggi (microchip, guinzaglio, ecc.), possedere un fucile non significa essere criminali fuorilegge; il semplice fatto di pedalare, e quindi non inquinare, non fa del ciclista una persona migliore dei tanto (spesso ingiustamente) vituperati camionisti se non si rispetta il codice della strada.
Generalizzare per categorie è sempre sbagliato: Legale o Illegale, questa è la differenza.

Natura: spesso l'apparenza inganna

Potete domandare a quante persone vogliate di che colore sono i fiori della Bougainvillea e siate pur certi che la stragrande maggioranza vi risponderà: rosso, viola, lilla o altri colori della stessa gamma. 
Niente di più sbagliato! 
Avvicinandosi e osservando bene, come si dovrebbe sempre fare, al centro di quelli che si pensano essere vistosi fiori purpurei o giù di lì, si scopre quello vero, di colore crema o giallognolo, comunque chiaro, talvolta con striature di colore simile a quello delle bratteeQueste sono strutture simili a foglie, situate presso o al di sotto di fiori o infiorescenze con funzione protettiva. Di solito sono verdi, ma talvolta sono di colore molto più vivo tanto da essere confuse con il fiore stesso, come questo caso.
Per fare un altro esempio, anche il fiore delle ben note Stelle di Natale (Euphorbia pulcherrima) è di colore giallo, circondato da una corona di cinque brattee rosse
Un altro comune caso di confusione si verifica fra fiori e capolini, che sono infiorescenze formata da un insieme di piccoli fiori. In basso vedete due foto di un cespuglio di Santolina neapolitana e un primo piano di due ... capolini, non fiori.
  
Anche in questo caso, osservando attentamente e da molto vicino (specialmente finché i veri fiori sono ancora chiusi) ci si renderà conto di aver sbagliato. Ciascun capolino è infatti composto da oltre un centinaio di piccolissimi fiori che nella loro prima fase di sviluppo sono talmente compatti e addossati da apparire come una pallina gialla che inducono molti a identificarlo come il fiore.
In questa ultima foto si può facilmente apprezzare l'enorme quantità di fiori che compongono un capolino di Santolina e, nel caso voleste vincere qualche scommessa, potrete tranquillamente sostenere che in ogni cespuglio sono presenti varie migliaia di fiori.

lunedì 16 giugno 2014

Escursionismo - nuova cartina: Monte Cerreto e dintorni

Ho appena pubblicato la mappa dei principali sentieri di accesso al Cerreto, seconda cima (1316 m) dei Monti Lattari, considerando un tutt’uno il tricuspide Sant’Angelo a Tre Pizzi con i monti S. Michele o Molare (1444), di Mezzo o Canino (1426) e Catiello (1393).
La parte sud-occidentale di questa cartina coincide con quella nord-orientale della mappa dell’area del Cervigliano e Santa Maria dei Monti, da poco pubblicata. 
La scala è identica (1:15.000), ma l’equidistanza è di 50 metri e non 25 come la precedente. Ho comunque disegnato alcune isoipse significative a 25m utilizzando chiaramente il simbolo per le ausiliarie (linea tratteggiata).
Poiché una piccola parte del sentiero fra Monte Rotondo e il Megano restava non rappresentato anche dopo la sovrapposizione delle due carte, ho provveduto a creare un inserto, evidenziato da bordo verde e colore di fondo, che mostra anche quel tratto. 
Dovrebbe essere tutto abbastanza chiaro, almeno spero.
In sostanza vengono rappresentati:
  • l’Alta Via dei Monti Lattari (CAI 300) dalla sella di Monte Rotondo - Acqua Vrecciara fino al Cerreto
  • l’inizio dei sentieri che dal Cerreto conducono a Chiunzi (CAI 300) e ad Angri (CAI 340)
  • il percorso che da quota 1099 (inizio del sentiero meridionale di accesso al Cerreto) va fino a Ravello rasentando Monte Brusara
  • tutto il sentiero da S. Maria dei Monti a Santa Caterina (Scala), via Bosco Annunziata
  • la parte alta (oltre la metà) del sentiero dello Scalandrone (S. Maria dei Monti - Minuta)
  • l’inizio della strada sterrata che collega il Megano con Aurano (Gragnano)
Ci tengo a ricordare che la carta rappresenta solo i sentieri più evidenti, utili e frequentati, tuttavia non tutti provvisti di segnavia o altra segnaletica.
Si raccomanda quindi di prestare sempre attenzione, in particolare nei pascoli del Ceraso e del Megano dove, a causa del passaggio di greggi, si trovano sempre nuove tracce e un sentiero vero e proprio in molti casi non esiste. In particolare nei giorni di scarsa visibilità (spesso ridotta a poche decine di metri) si rischia di girare a vuoto prima di ritrovare il giusto cammino.

domenica 15 giugno 2014

Curiosità Naturalistiche: Petricor, profumo di pioggia o di terra?

C’è chi lo chiama in un modo e chi nell'altro, ma sostanzialmente le espressioni si equivalgono e indicano l’odore (petricor) che si può percepire appena cadono le prime gocce dopo un periodo secco, e solo allora.
Nel 1963 due ricercatori australiani (Bear e Thomas) hanno scientificamente dimostrato che in effetti questo odore è generato da due diversi componenti: una essenza oleosa rilasciata da alcune piante per proteggersi dalla siccità e la geosmina.
Con una ricerca successiva, gli stessi studiosi hanno anche dimostrato che l’essenza oleosa ritarda la germinazione dei semi … aspettando la pioggia.
Invece la geosmina (sostanza organica derivante dalla decomposizione di batteri) è la stessa che provoca il sapore di terra in alcuni pesci di acqua dolce che vivono su fondali fangosi in quanto si fissa nelle loro pelle e nel tessuto muscolare scuro.  
La combinazione di questi due elementi crea l’odore che si percepisce più intensamente con clima caldo secco e dopo un certo tempo di aridità, chiaramente dove ci sono anche una buona quantità di piante.
La stessa sostanza oleosa, quando si miscela con la prima pioggia, causa quella patina che rende le nostre strade particolarmente viscide. Sappiamo bene tutti che con una pioggia “seria” le strade sono molto meno scivolose di quanto non lo siano dopo “quattro schizzi”. 
A causa di ciò, e dei conseguenti tanti piccoli incidenti che per fortuna nella maggior parte dei casi causano solo ammaccature ai veicoli, la prima pioggia poco intensa una volta era scherzosamente detta “l’acqua per i carrozzieri”.

sabato 14 giugno 2014

Altri Mondi e Onomastica: Santiago & C. che confusione!

Frequentando spesso la Penisola Iberica ed avendo un certo interesse sia per la toponomastica che per l’onomastica da tempo mi incuriosiva l’evoluzione del nome Santiago
Nel corso dei miei recenti viaggi ho cercato di approfondire l’argomento, approfittando anche della frequentazione di una filologa. Sia in Spagna che in Portogallo i più non si rendono neanche conto della sostanziale variazione di questo nome nel corso dei secoli.
In ogni caso, quasi tutti concordano nel farlo derivare dall'ebreo Yaakob (Giacobbe, figlio di Isacco e Rebecca) che successivamente, per noi italiani, divenne Giacomo (G. il Maggiore era uno dei 12 apostoli), Jacopo o IacopoIn altri idiomi europei è stato ed è ancora un nome diffusissimo basti pensare al Jacques francese o James inglese, ma in Spagna e Portogallo ha subito una notevole variazione, tanto consistente che molti non collegano i nuovi nomi con quello originale. Mi riferisco, giusto per citare le trascrizioni più diffuse, al Santiago spagnolo e Tiago portoghese. 
In latino ecclesiastico era Sanctus Iacobus, che poi divenne Sant Iaco e Sant Iague e infine Sant IagoPare che le due parole si fusero a seguito del suo uso come grido di battaglia dei cristiani spagnoli durante la Riconquista contro i Mori. Eppure, in Spagna sopravvive anche il nome Jaime.
Pur essendo chiara la ragione, è anomalo e suona strano che parlando del Santo non si usi il San essendo questo già incorporato nel nome Santiago, quindi non si dice San Santiago.
In Portogallo, invece, dalle due parole Santo e Iago si passò a Tiago (o Thiago) spostando la “t” della prima all'inizio della seconda, quindi Santo Iago = San Tiago
Da Tiago alcuni fanno derivare anche i nomi DiagoDiego Diogo che di conseguenza sarebbero ennesime varianti dell'originario Yaakob, ma non tutti sono d’accordo in merito a ciò.
Il nome Santiago è famoso anche al di fuori della Spagna (della quale è santo patrono) già da vari secoli per essere da secoli meta di pellegrinaggi da tutta Europa. Ruta Jacobea, Chemin de Saint-Jacques e Camino de Santiago sono tutti sinonimi che indicano gli itinerari che da varie parti d'Europa conducono al Santuario.
Il nome del santo è anche associato alla Coquille Saint-Jacques (Pecten maximus L., 1758, mollusco bivalve, in italiano Grande pettine) la cui conchiglia, reale o stilizzata, viene utilizzata come segnavia di tutti gli itinerari che conducono a Santuario di Compostela, nella cui cripta si venerano le reliquie dell'apostolo San Giacomo il Maggiore, alias Santiago. Chi vi giunge avendo percorso almeno 100 chilometri a piedi o 200 in bicicletta riceve una conchiglia a testimonianza dell'avvenuto pellegrinaggio.
 
Pensavo che un processo simile a quello di Iago e Tiago si fosse verificato anche per Elmo e Telmo, ma la cosa non è certa e, nel caso, l’eventuale derivazione sarebbe inversa. 
Esiste un San Pedro González, conosciuto anche come San Telmo o San Pedro Telmo (1190–1246), ma non ho trovato citazioni antiche di alcun santo di nome Elmo, anche pare sia un altro nome di Sant’Erasmo (che non è diventato Terasmo in alcuna lingua), vescovo di Formia nel III sec., protettore dei marinai. Quindi potrebbe essere avvenuto che da San Telmo si sia passato all'italiano Sant’Elmo.
 
Questa breve discettazione non ha alcuna pretesa di essere rigorosa e tantomeno esaustiva, prendetela come semplice curiosità. Ma se l'argomento ha suscitato il vostro interesse e lo voleste approfondire, nell'augurarvi buona fortuna, vi prego anche di farmi sapere a quale conclusione giungerete ... se mai riuscirete a giungere a qualche conclusione.
I nomi derivati da Yaakob sono innumerevoli e presenti in quasi tutte le lingue e le fonti che potreste e dovreste consultare sono pressoché illimitate visto che si inizia con l'Antico Testamento. 
Buona ricerca!  

giovedì 12 giugno 2014

Escursionismo e Natura: l'Euforbia arborea (Euphorbia dendroides L.)

Fra i tanti cespugli colorati che si possono apprezzare andando in giro per sentieri in questo periodo si fanno notare le macchie molto variegate di euforbia, pianta che ha un ciclo vitale abbastanza diverso dalla maggior parte delle altre. I suoi colori cambiano in breve tempo dal verde, al giallognolo, al marroncino, al rosso. Ma capita spesso che nella stessa area, a pochi centimetri una dall'altra, si trovino piante di colori molto diversi.

Questo che segue è un breve articolo descrittivo delle particolarità dell'Euphorbia dendroides L. redatto da Sandro Strumia (ricercatore, Botanica Ambientale ed Applicata, Facoltà di Scienze Ambientali dell'Università di Napoli) e concessomi a corredo della prima edizione del libro Le coste di Sorrento e di Amalfi (1991).
Tra le specie che popolano le pendici rocciose della Penisola è sicuramente quella che crea la nota paesaggistica predominante; questo non solo per la sua straordinaria abbondanza, ma anche in funzione di tutta una serie di colori che nell'arco dell'anno si susseguono sulla stessa pianta, conferendo al paesaggio variazioni cromatiche uniche ed in continuo mutamento. Nel periodo invernale questa splendida pianta forma dei veri e propri cuscini sferici di colore verde poiché le foglie sono presenti su di essa già a partire dall'autunno; ma se ritorniamo negli stessi luoghi all'inizio della primavera accanto ad alcuni esemplari ancora completamente verdi, ve ne saranno degli altri che presentano un netto colore giallo, dovuto ai primi fiori che cominciano a sbocciare. All'inizio dell'estate accanto al verde ed al giallo un nuovo colore, il rosso, fa la sua comparsa; ciò è dovuto al fatto che l'Euforbia, prima di entrare in riposo vegetativo, comincia a perdere le foglie che prima di cadere si colorano di rosso. In estate, infine, è inutile sforzarsi di vedere ancora questi splendidi cespugli colorati, perché al massimo potremo intravedere degli arbusti privi di foglie e dall'aspetto scheletrico, ma perfettamente vitali e pronti a riprendere in pieno la propria attività ai primi sentori dell'autunno. Forse qualche lettore si potrebbe chiedere perché nell'Euforbia il processo di perdita delle foglie (defogliazione) avviene d'estate e non d'inverno come siamo abituati a pensare. Per spiegare questa stranezza (che poi stranezza non è) dobbiamo ricordarne il significato fisiologico. La defogliazione è un fenomeno comune nel mondo vegetale e precede il riposo vegetativo durante il quale le funzioni vitali della pianta vengono rallentate al fine di superare i periodi di maggiore stress. Per gli alberi dei boschi appenninici ed alpini, così come per altri comunemente utilizzati nelle città per l'arredo urbano (p.e. i Platani) i mesi più pericolosi sono quelli invernali a causa delle basse temperature che si possono raggiungere. Per l'Euforbia accade esattamente il con­trario visto che l'inverno mediterraneo è piuttosto mite, mentre l'estate, con la sua aridità, può essere pericolosa. Ed ecco allora che la "stranezza" non è altro che un adattamento al clima.  L'Euforbia ha anche un'altra particolarità: se infatti si prova a strappare una foglia dalla pianta, dalla "ferita" che rimane sul fusto e dalla stessa foglia fuoriesce un liquido bianco (latice). Questo è tanto urticante che in Penisola spesso viene utilizzato, al pari del latice del Fico, come acido per bruciare i porri e le verruche. In effetti la sua presenza all'interno dei tessuti rende l'Euforbia poco appetibile, proteggendola così dall'attacco degli erbivori, in particolare delle capre. Secondo la leggenda questo latice veniva usato dalla maga Circe quale ingrediente delle sue pozioni magiche, magari per trasformare gli uomini in maiali; vero o non vero, di certo il promontorio del Circeo (dove, secondo la leggenda, la maga dimorava) è ricchissimo di Euforbia. Si narra anche che in passato i pescatori di frodo la usavano per stordire e catturare i pesci.
 
Vaste popolazioni di Euforbia si trovano attorno alla valle di Mitigliano e lungo la parte bassa del Circuito di Athena (Punta Campanella) e del Sentiero delle Sirenuse.
La scheda botanica, insieme con altre informazioni e tante foto, la trovate come al solito su www.meditflora.com a questo indirizzo: www.meditflora.com/flora/euphorbia_dendroides.htm

mercoledì 11 giugno 2014

Escursionismo: Monte Cervigliano e Santa Maria dei Monti (nuova cartina)

Ho appena pubblicato la cartina del sentiero dal traforo di Agerola a Santa Maria dei Monti. L’escursione è piacevole, ma la sua importanza va molto oltre ciò in quanto include una parte del crinale dei Monti Lattari, punto di passaggio obbligato fra l'area Cerreto, Megano e Ceraso e quella del S. Angelo a Tre Pizzi.
Nella cartina ho quindi indicato anche tutti i sentieri più interessanti e battuti che da detta area si dirigono verso Megano e Cerreto (CAI 300 in direzione est), verso Crocella, Capo Muro e Faito (CAI 300 in direzione ovest), nonché le numerose bretelle verso sud:
* Pontichito per Acquolella e S. Lazzaro
* Lama dei Gatti per Fic’’a Noce e Valle delle Ferriere
* Mustaculo e Castello verso Scala
* Scalandrone e Bosco Annunaziata da S. Maria ai Monti verso Scala
E’ anche indicato l’intero circuito di Monte Cervigliano. A proposito di questo, lungo il lato occidentale noterete un breve tratto punteggiato. Indica una deviazione nel bosco a monte, necessaria per aggirare un tratto franato dell’originale largo sentiero.
Un altro tratto punteggiato si trova fra in belvedere di Mustaculo e il Castello di Scala.
Questo tratto è un EE, solo per esperti, quindi sconsigliato ai più, in particolare in discesa.
La carta è dimensionata per essere stampata in A4. L’equidistanza è di 25 metri e la scala è di 1:15.000 (minime variazioni possibili a seconda dei margini della vostra stampante).
Se la cartina (sempre disponibile su www.giovis.com) vi appare verticale, ruotatela (click destro). Potete ingrandirla anche al 500% non sgrana e non perde qualità!!

martedì 10 giugno 2014

Escursionismo - mirabile dictu: FB Camminate riapre snellita e selettiva

Come vox clamantis in deserto (non a caso sono Giovanni, nomen omen) continuo per la mia strada, o meglio il mio sentiero, pur sapendo che è arduo. Ma si sa: per aspera ad astra.
Nella nuova versione della pagina FB Camminate confluiranno le discettazioni erranti di interesse escursionistico e brevi notizie come link a schede botaniche, comunicazioni di chiusura o riapertura sentieri, avvisi di possibili pericoli, foto, video, cartine, ecc. ma non annunci di escursioni.
Obtorto collo continuerò da solo a creare contenuti ad hoc da pubblicare nonché a segnalare alle fide amministratrici della pagina link interessanti e pertinenti. Agli ex-collaboratori dico apertis verbis: errare humanum est, perseverare autem diabolicum. Cui prodest?
Nonostante si sappia vox populi che non agisco pro domo mea o con finalità ad personam, sembra che ci sia sempre chi non ci crede e non collabora … nemo propheta in patria.
La cooperazione è conditio sine qua non per il raggiungimento del non plus ultra, ma mala tempora currunt e bisogna accontentarsi.
E siccome repetita iuvant, alias melius est abundare quam deficere, ribadisco sic et simpliciter: hic manebimus optime.

Post scriptum
Nel caso non conosciate alcune delle succitate locuzioni e frasi latine, visitate la pagina www.scudit.net/mdmalatempora.htm o andate a FB Camminate per il testo in chiaro   

lunedì 9 giugno 2014

Escursionismo: la Valle delle Ferriere 10 anni fa ... GHIACCIATA (video)

Ecco il primo dei video "storici" che ho montato e caricato sia su YouTube che su Vimeo.
Oltre a illustrare lo stato della Valle poco più di 10 anni fa, è molto particolare, e probabilmente quasi unico, in quanto mostra una di quelle rarissime occasioni nelle quali parte delle cascate e cascatelle della Valle delle Ferierre sono ghiacciate.
Ho inserito anche alcune scene del sentiero di accesso riprese nella stessa occasione poiché, pur non mostrando il ghiaccio, le ho ritenute interessanti per testimoniare le condizioni del sentiero 10 anni fa (esattamente il 25 gennaio 2004). 
Ho quindi aggiunto specifiche didascalie per evidenziare alcuni tratti allora senza passamano e la scala al lato della cascata fra la centrale elettrica e Ferriera che era crollata l’anno precedente a seguito di un violentissimo temporale. La scala, come molti di voi ben sapranno, dopo poco fu ricostruita e allargata.
Successivamente si vede anche la roggia (canale artificiale che convoglia l’acqua dalla presa al mulino, in questo caso alla condotta forzata della centrale idroelettrica) che all’epoca era piena di terriccio e quindi veniva utilizzata come sentiero di accesso alla Riserva.
Anche nei prossimi video cercherò di sottolineare le maggiori evoluzioni naturali e/o cambiamenti artificiali dello stato dei luoghi.    Buona visione

domenica 8 giugno 2014

Escursionismo: filmati di 10 anni fa, un'interessante documentazione

Dopo aver rielaborato e pubblicato i video dei concerti di musica etnica (Ancia Libera e Fanfare Ciocarlia) ho messo mano al recupero e montaggio delle riprese effettuate fra il 2003 e il 2006 nel corso di alcune escursioni con gli allora Escursionisti Lubrensi.
Ovviamente la qualità delle immagini sarà inferiore a quella dei miei video più recenti in quanto una piccola videocamera a nastro di oltre 10 anni fa non può competere con una più moderna, seppur piccola e senza eccessive pretese, che è in grado di riprendere in HD.
Qualcuno obietterà: "Perché utilizzare e riproporre quelle riprese invece di andarne a fare di nuove?". E' presto detto: in soli dieci anni i sentieri della Penisola e Monti Lattari in parecchi tratti sono cambiati e di molto.
In alcuni casi a seguito di opportuni e giusti interventi di manutenzione, in altri di oltraggiosi e assolutamente inutili lavori di "messa in sicurezza". Ci sono poi le evoluzioni più o meno naturali dell'ambiente che circonda i sentieri, dalla crescita di alberi (alcune specie in 10 anni aumentano di molto le proprie dimensioni), alla sparizione di boschi a causa di incedi, dalle frane ai crolli di ruderi e muretti a secco. In questi video, per quanto possibile, cercherò di segnalare i luoghi e i panorami che più sono cambiati nel corso di questi anni.
Sono convinto che ai frequentatori abituali dei sentieri in questione interesserà rivedere dove camminavano e cosa vedevano una decina di anni fa (la data dell'escursione è nelle info e talvolta anche fra le didascalie). 
Come i recenti e attuali video di interesse escursionistico, anche tutti questi "storici" saranno caricati sia su YouTube che su Vimeo.
COMING SOON: 
la Valle delle Ferierre con le cascate parzialmente ghiacciate (25 gennaio 2004)

sabato 7 giugno 2014

Escursionismo: competizioni sportive e pulizia dei sentieri

Mi hanno comunicato che i nastri di plastica e le bandierine che vedemmo nel corso del TREK 100km domenica e lunedì scorsi sono stati rimossi
... dagli stessi organizzatori, Fabio Fusco per la zona di Positano - Santa Maria del Castello e Michele Volpe per la zona Vico Equense - Monte Faito ...
Bravi! La loro A.S.D. Aequa Trail Running organizza numerosi eventi lungo i sentieri di tutta la Penisola, Costiera Amalfitana e  Monti Lattari e quindi se non ritirassero tutta la loro segnaletica sarebbe un bel guaio. Resta da sapere se anche la segnaletica apposta nelle faggete e lungo i sentieri di Monte Faito in occasione della gara di Moutain Bike di domenica scorsa sia stata egualmente rimossa. Speriamo ...
I problemi maggiori negli ultimi anni si sono avuti in autunno quando un operatore turistico non locale ha organizzato una settimana di gare sui Monti Lattari. Nei giorni successivi sono stati raccolti una quantità incredibile di nastri di plastica. Se mai chiedessero un permesso o autorizzazione a Comuni o Ente Parco, penso che questi dovrebbero chiedere il versamento di una cauzione da trattenere in caso di mancata pulitura per poterla successivamente devolvere a qualche associazione locale che si occuperebbe del lavoro.
Oltretutto questi Tour sono abbastanza cari e gli organizzatori intascano un bel po' di soldi e non i pochissimi Euro delle Associazioni Sportive ... quindi, se non volessero o non potessero provvedere direttamente, dovrebbero pagare qualcuno per la pulizia, ma in ogni caso non dovrebbero lasciarci "in dono" chilometri di strisce di plastica bianco/rossa.
E’ giusto che si sappia chi rispetta l’ambiente e chi semplicemente lo sfrutta, chi apprezza e ha a cuore lo stato dei sentieri e chi no.

venerdì 6 giugno 2014

Escursionismo: ostinazione, flessibilità e buonsenso

Morale
E' inutile e talvolta autolesionistico ostinarsi a rimanere fedeli agli itinerari programmati quando, con un po' di buonsenso, una cartina e una decente conoscenza del territorio, si può passare ad una escursione molto più piacevole o, quantomeno, non troppo "bagnata" o priva di panoramicità.
Esempio
Nel week-end appena trascorso si è svolto il Trek 100km, serie di tre lunghe escursioni che ci avrebbero portato in tanti diversi posti dei Monti Lattari, percorrendo molti dei sentieri più belli.
Come forse molti ricordano, sabato pomeriggio ci sono stati numerosi temporali in quasi tutta la Penisola, anche abbastanza intensi oltre una certa quota. 
Per fortuna le previsioni sono ormai abbastanza affidabili e quindi siamo corsi ai ripari (in senso figurato, ci siamo bagnati egualmente). 
Il primo giorno il programma prevedeva l'ascesa al Faito da Pimonte, un lungo giro fra le faggete fino al Molare e infine il ritorno a Bomerano via Capo Muro e Monte Tre Calli. La seconda tappa si sviluppava invece a quote un po' più basse attraversando la Valle delle Ferriere e ritornando ad Agerola via Brusara, Megano e Ceraso.
Visto che io sono uno di quelli che vede l'escursionismo come un'attività piacevole a basso rischio e non come una "sfida estrema" alle mie capacità e alle forze della Natura, non ho esitato a modificare il programma in modo sostanziale, con soddisfazione dei partecipanti.
Quindi ho invertito l'ordine delle tappe in quanto i temporali di solito sono più intensi in quota che non a valle e anche perché la discesa pomeridiana dal Faito su rocce bagnate ci avrebbe rallentato molto e ci avrebbe fatto correre qualche inutile rischio. Non da ultimo, le nuvole che in questi casi si ancorano alle alture non ci avrebbero consentito di godere di alcun panorama.
Oltre a questa inversione temporale, ho anche invertito il senso di marcia iniziando con il tratto fra i 1000 e i 1100m (Ceraso, S. Maria ai Monti, Megano) riservandomi la Valle delle Ferriere, che offre tante vie di fuga, per il pomeriggio. Puntualmente abbiamo beccato vari brevi acquazzoni tornando a S. Lazzaro via Acquolella ma siamo riusciti a percorrere comunque una trentina di chilometri estremamente piacevoli. 
  
L'inversione di date ci ha permesso di goderci una giornata splendida, con visibilità eccezionale, camminando in ambienti completamente diversi passando dai coltivi e castagneti a monte di Pimonte alle faggete del Faito fino a Sant'Angelo a Tre Pizzi per poi ridiscendere dall'altro versante fra rocce, falesie e una rigogliosa macchia mediterranea in fiore.
  
clicca qui per altre foto www.maratrail.com/100km/100kmpics.htm 
Ribadisco che secondo me, pur essendo più che opportuno andare in escursione avendo un certo programma, si deve sempre essere pronti a cambiarlo per sfruttare al meglio la giornata. Non per niente ho spesso organizzato escursioni fornendo poche informazioni generali (luogo d'incontro, area interessata, distanze e dislivelli orientativi) e aggiungendo il mio famoso ... e poi si vede.

mercoledì 4 giugno 2014

Escursionismo, Natura e Ambiente: pulizia sentieri e falciatura

Il 1° giugno i Cacciatori della Penisola Sorrentina hanno dedicato buona parte della mattinata (iniziando veramente presto) alla pulizia dei sentieri di Monte San Costanzo e avrei partecipato se quello stesso giorno non fossi stato impegnato a guidare la seconda escursione del Trek di 100km da Pimonte a Bomerano passando per Faito, Lontra, Bandera, Cerasuolo, Molare, Conocchia, forestale, Capo Muro, Monte Catiello e Monte Tre Calli.
 

Solo oggi ho avuto occasione di andare a rendermi conto del lavoro svolto dai volontari. Con mia grande soddisfazione ho constatato che, al contrario di tanti altri casi in cui gli operatori (pagati) hanno fatto un pessimo lavoro per pochezza o per aver inutilmente disboscato vaste aree dove nessuno metterà mai piede, questa volta i cacciatori (volontari) hanno portato a termine un ottimo lavoro, eseguito con criterio.
In effetti ci contavo ben sapendo che sono abituati a camminare non solo lungo sentieri, ma anche lungo tracce appena individuabili e anche fuori sentiero. Ero quindi quasi sicuro che non avrebbero creato una insulsa e inutile autostrada tagliando tutto il possibile ai lati del percorso per una larghezza di vari metri. 
Si sono limitati a rendere visibile (e quindi più sicuro) il cammino, tagliando alla base dove necessario e sfoltendo i cespugli che con il loro fogliame coprivano il fondo del sentiero (in particolare l’Ampelodesmos mauritanicus, in dialetto Lepantine). 

 
 
Fra il cosiddetto Campo Vetavole e la terrazza di cemento a monte della frana su Mitigliano (febbraio 1973) hanno creato pochi semplici, ma utili, scalini. (le due foto qui sotto)

 
 
Insomma un lavoro ben fatto al contrario di quello visto lunedì 2 giugno lungo la bretella fra Montepertuso e le Tese dove, senza alcuna necessità, è stata fatta tabula rasa di un’area al lato del sentiero conosciuta per ospitare numerose Ophrys, orchidee non molto comuni e comunque protette dalla legge come tutte le Orchidee spontanee. Purtroppo lo sono solo sulla carta in quanto i pulitori/Attila seppur spesso pagati dalle Amministrazioni non ne tengono alcun conto. (sotto, foto delle Ophrys che c'erano e dell'attuale steppa).
 
Da parte mia va un plauso e un grazie ai cacciatori intervenuti e a chiunque altro abbia collaborato e spero che l’Amministrazione comunale e/o il Club Alpino Italiano (C.A.I.) colgano questa occasione per provvedere a migliorare la segnaletica. 

martedì 3 giugno 2014

Altri Mondi e Musica: Ancia Libera

Dopo aver aggiunto al mio canale YouTube i dieci video della brass band balcanica Fanfare Ciocarlia (vedi post del 30 maggio) è ora la volta di 5 spezzoni tratti dal concerto tenuto dal gruppo musicale Ancia Libera nella chiesa di Santa Marina a Pogerola (Amalfi) durante le festività natalizie del 2004.
https://www.youtube.com/user/GioVisMaraTrail/feed?activity_view=3 
Questo gruppo, nato a Napoli nel 1994, univa musicisti attivi nel campo della musica etnica, classica ed antica ed era integrato da ricercatori di tradizioni popolari del sud Italia, antropologi e etnomusicologi.
Fra i loro strumenti principali si contavano vari tipi di zampogne, ciaramelle, tammorre, organetto ed altri strumenti tradizionali. 
  
Anche se non siamo prossimi al Natale, penso sia interessante ascoltare le performance di questo gruppo molto originale. 

lunedì 2 giugno 2014

Escursionismo, sport e ambiente: manteniamo puliti i sentieri

Durante questi ultimi tre giorni ho camminato per quasi tutta la Penisola seguendo l'itinerario della 100km da me promossa. Con i miei compagni di escursione abbiamo constatato con piacere che l'escursionismo in Costiera Amalfitana, Monti Lattari e Penisola Sorrentina è ormai una bella realtà abbastanza consolidata e si vedono sempre più camminatori indipendenti che, muniti di cartine, guide o fogli descrittivi dei self-guided tours si avventurano anche lungo sentieri finora meno frequentati come quello della Conocchia, quello che attraversa la frana, Monte Comune e via discorrendo. 
Abbiamo notato che anche gli sport in ambiente naturale stanno riscuotendo un notevole successo e sempre più spesso incontriamo lungo i sentieri podisti e ciclisti, sia in allenamento che in gara, ed anche di questo sono molto contento. 
Ma qui vengono anche le dolenti note ... 
Infatti negli ultimi anni ho constatato che non tutti gli organizzatori di eventi sportivi, in particolare di gare di Trail Running o di Mountain Bike, al termine della manifestazione si preoccupano di mandare qualcuno a ritirare le centinaia di metri di strisce di plastica bianco/rosse sparse lungo vari chilometri di sentiero. Per fortuna la maggior parte lo fanno e direi che sono proprio loro quelli che dovrebbero richiamare i propri colleghi ed invitarli a lasciare i sentieri come erano. Questo è uno di quei casi nei quali a causa di pochi scostumati incivili una intera categoria di persone (per bene) viene screditata
Ieri abbiamo visto bandierine e nastri posizionati sulla Conocchia per una gara podistica e poco più avanti, fra i faggi del Faito, c'erano innumerevoli strisce di plastica che delimitavano e indicavano il percorso per una gara di mountain bike (in corso). 
Stamattina fra Montepertuso e le Tese per Santa Maria del Castello abbiamo visto tanta altra plastica bianco/rossa per una gara in corso.
In quanto sportivo, praticante un'attività agonistica in ambiente naturale (Orienteering), apprezzo moltissimo chi partecipa a gare fra boschi, prati e lungo i sentieri e ancor di più gli organizzatori che si sobbarcano un gran lavoro senza certamente arricchirsi, anzi impiegando il loro tempo e denaro.
Ma come tutti quelli ai quali piace correre in ambiente naturale (pulito) sono il primo a lamentarsi con gli organizzatori che non rispettano l'ambiente. Per fortuna nell'Orienteering è d'obbligo ripulire immediatamente tutte le aree utilizzate e ritirare tutte le segnalazioni e, per quanto mi risulta, tutte le società fanno quanto richiesto. Non so cosa stabiliscano i Regolamenti delle altre Federazioni, ma penso che siano più o meno simili.
Pertanto spero che dai boschi del Faito, dai sentieri della Conocchia e nei dintorni di Montepertuso vengano al più presto rimossi tutti i nastri di plastica bianco/rossi e che gli stessi atleti sollecitino in futuro la "pulizia" dei percorsi cooperando fattivamente anche se non sono obbligati. Inoltre sarebbe opportuno che gli stessi atleti locali che si allenano su sentiero qualora trovassero eventuali segnali "dimenticati" li rimuovano 

domenica 1 giugno 2014

Escursionismo e Natura: rose selvatiche dei Monti Lattari e Penisola Sorrentina

Quelle che più facilmente potrete osservare andando in giro per sentieri sono la Rosa canina L. (rosa selvatica comune) e la Rosa sempervirens L. (rosa di San Giovanni).
La prima meno profumata dell'altra e con fiori di solito rosacei contro quelli più bianchi della Rosa di San Giovanni. I fiori solitari o in gruppetti di 2 o 3 per la canina, di solito gruppi di 3 - 7 fiori per la sempervirensSono entrambe in fiore e lo saranno per un altro mesetto. 
  
Scheda Meditflora R. caninawww.meditflora.com/flora/rosa_canina.htm
  
Scheda Meditflora R. sempervirenswww.meditflora.com/flora/rosa_sempervirens.htm