Dopo il caldo torna la stagione
dell’escursionismo e ricomincio a ricevere tante email con richieste di
informazioni e anche con tante domande insulse. Nell’ultima, giunta stamane,
una madre mi chiedeva se il sentiero della Valle delle Ferriere (indicazione già di per sé molto vaga) fosse adatta ai suoi figli di 6 e 10 anni ...
Avendo una persona davanti, indipendentemente
dalla sua età, non è semplice rispondere a quesiti del genere, impensabile
farlo via email e per dei ragazzini (oltretutto senza neanche una foto). Un
medico potrebbe mai fare una diagnosi a seguito di una semplice richiesta del
tipo “Mi fa male una spalla, a cosa è dovuto?” o “Stanotte ho dormito male,
perché?”.
Molti adulti avanzano richieste simili per sé fornendo la loro età (che ovviamnete non è indicativa) e io puntualmente rispondo “Ho accompagnato
ultraottantenni in perfetta forma e nelle ascese abbiamo dovuto aspettare
quelli di neanche 50 anni, spesso anche fra i 20 e i 30, che arrancavano parecchi metri più in basso.”
A questi si aggiungono (mi sembra di averne
già parlato) quelli che pianificano passeggiate senza alcun criterio, del tipo
30 km con 2.000 metri di dislivello, da fare in 6 ore (sulla cartina a loro sembra breve e
dimenticano salite e discese) o come l’idea di un gruppo di scout che
sottoponendomi un programma mi scriveva “Terzo giorno ci spostiamo da x a y”
due località distanti soli 3km e collegate da facile sentiero, mentre il giorno
prima avevano previsto oltre 20km e oltre 1.000m di dislivello, ovviamente con
zaino in spalla.
Pur conscio che ciò che scriverò non sarà
letto o sarà semplicemente snobbato da tutti quelli che invece dovrebbero
prenderne buona nota, mi accingo a descrivere comunque come organizzo le mie escursioni,
metodo certamente non unico o perfetto ma sufficiente a limitare i rischi e
giungere a destinazione sano, salvo e soprattutto contento e soddisfatto.
Questo solo post non sarà chiaramente sufficiente, ma almeno comincio a fornire le basi per poter poi approfondire
l’argomento successivamente. Quale esempio, ne ho scelto uno reale e attuale
visto che sto programmando nuove escursioni nel Parque Nacional del Teide, il
vulcano più alto d’Europa (ma solo amministrativamente, in quanto trovandosi a
Tenerife, Canarie, geograficamente è africano) che sorge all’interno di una
enorme di circa 190kmq di superficie. Attorno al cono vulcanico ci sono decine
e decine di sentieri, che possono essere facilmente combinati fra loro in modo da creare
circuiti di anche oltre 20km o semplici traversate, e all’esterno del parco
esistono ancora vari “tratturi”, una volta utilizzati dai pastori, che consentono di scendere a valle, lungo differenti versanti.
Capirete bene che un escursionista
intraprendente e indipendente deve “solo” scegliere volta per volta un
itinerario di suo gradimento, calcolando bene il tempo a disposizione (in
particolare se vuole usufruire del trasporto pubblico), i chilometri che pensa
di poter percorrere in quel tempo (è bene calcolare sempre almeno mezzora in
meno), tenendo ben presente i dislivelli, le pendenze ed il fondo dei sentieri
(da non sottovalutare ... guarda le 3 foto) e non dimenticando l’obiettivo principale (raggiungimento di una cima o di un punto panoramico, osservazione di flora e
fauna, fotografia, ...).
Il compito non è sempre semplice ma, se fa tutto per bene e con criterio, il saggio escursionista ha grandi probabilità di
godersi un’altra bella escursione; se invece improvvisa e va troppo all’avventura, rischia di rovinarsi la giornata e, forse, di rovinarla anche ad altri.
Si deve indispensabilmente iniziare raccogliendo materiale ed
informazioni da fonti affidabili (almeno si suppone che lo siano) vale
a dire Parque Nacional, Turismo Tenerife, Turismo Canarias, guide, gruppi
escursionistici e via discorrendo.
A chi volesse seguirmi in questa
elaborazione, suggerisco di cominciare ad effettuare qualche ricerca in rete,
rendendosi conto di cosa si possa vedere, del tipo di ambiente, delle medie
climatiche (come vestirsi? anche se la decisione sarà sempre e solo last
minute), osservare qualche mappa e scaricarne un paio fra quelle più leggibili,
controllare come raggiungere il Parco con trasporto pubblico e altro che si
reputi necessario.
Nel prossimo post comincerò ad analizzare
vari possibili itinerari e coloro che avranno “fatto i compiti” potranno
seguire le mie elucubrazioni più facilmente e, successivamente, applicare il modello a qualunque altra area.
Per facilitare loro il compito (ma
tutti ne possono approfittarne) consiglio di dare anche un’occhiata alle
gallerie di foto già pubblicate negli anni scorsi e riunite in questa raccolta:
Cañadas del
Teide, Tenerife, Parque Nacional
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