In innumerevoli casi affidarsi a strumenti
elettronici può essere utilissimo, ma accendendo un qualunque apparato non si
può spegnere o disconnettere il cervello ... si rischia di prendere grandi cantonate,
di creare problemi a sé stessi o altri, di mettersi in guai seri. Non ci si può fidare ciecamente di tecnologia,
elettronica, intelligenza artificiale o in genere di qualunque altro grande avanzamento
della scienza, devono comunque essere controllati seppur da un altro apparato. Senza voler andare troppo a fondo in questa
materia già dettagliatamente analizzata da professionisti e filosofi, mi limito
a citare alcuni esempi, del più recente dei quali avrete probabilmente letto e
proprio questo mi ha suggerito il tema del post.
Un paio di giorni fa un aereo di linea partito da Sydney (Australia) con destinazione Kuala Lumpur (Malaysia), dopo aver volteggiato per un poco in zona è andato ad atterrare a Melbourne (Australia). La notizia ufficiale riporta che il pilota ha inserito le coordinate sbagliate per la destinazione e, anche se ci son varie versioni in merito, il risultato è stato quello di imboccare un “corridoio” sbagliato e quando qualcuno dell’equipaggio se n’è accorto, il sistema non ha consentito di correggere l’errore. Ho letto che nel trascrivere le coordinate di
destinazione, nella longitudine era stato spostato una cifra da gradi a
decimali passando da 151° a 15°, ma detto punto sarebbe si trova nell’Atlantico
meridionale, a ovest di Città del Capo, a oltre 11.000km di distanza, oltre il
massimo raggio dell’aereo. Ma 151° è la longitudine dell’aeroporto di Sydney e
secondo un’altra versione sarebbe stata quindi impostata una destinazione
identica al punto di partenza e per questo l’aereo, dopo il decollo, sarebbe
restato a volteggiare nei cieli australiani e infine “dirottato” a Melbourne in
quanto a Sydney non era più possibile atterrare. Comunque sia andata è stato
chiaramente un errore umano che, per eccesso di fiducia nei sofisticati sistemi
dell’aereo senza un diretto e immediato controllo da parte dell’equipaggio, è
stato scoperto con troppo ritardo.
Ma posso citare esempi molto più semplici e
quotidiani come quanto succedeva continuamente quando ero al liceo. All’inizio
degli anni ‘70 cominciarono ad essere diffuse le calcolatrici scientifiche Texas Insruments e, anche se non erano
permesse in classe, molti le utilizzavano comunque.
In particolare per la trigonometria facevano risparmiare un sacco di tempo rispetto all’uso delle tavole, ma molti venivano facilmente scoperti in quanto riportavano dati impossibili.
In particolare per la trigonometria facevano risparmiare un sacco di tempo rispetto all’uso delle tavole, ma molti venivano facilmente scoperti in quanto riportavano dati impossibili.
Per esempio che chi si fidava ciecamente dei
risultati forniti che però derivavano da dati inseriti velocemente sotto il
banco, e sbagliando tasto funzione, otteneva valori di 8 o -5 per sen e cos (seno e coseno) che per definizione (qualcuno si ricorda di cosa
parlo?) possono variare solo fra 1 e -1.
In tempi ancora più moderni, errori ricorrenti li commettono quelli che si fidano ciecamente dei navigatori. Solo nell’ultima settimana ben tre auto sono giunte fino alla base delle scale alla fine della stradina (cieca per i veicoli) vicino casa mia, ignorando il cartello con segnale e testo esplicito “STRADA SENZA USCITA” ... perché il GPS non sbaglia!
Avete mai notato quanti sono ormai i
commessi/e, cassieri/e che non sanno più dare un resto se non lo leggono l’importo
sul registratore di cassa o, in mancanza di questo, sullo smartphone di turno? Una volta anche quelli che non avevano neanche la
licenza elementare lo sapevano fare, oggi se battono male una cifra non si
accorgono dell’errore nell’importo anche se completamente sballato. Per loro “sta
scritto sul display e quindi è corretto!”
Consiglio gratuito: utilizzate pure qualunque
apparato o macchinario, ma siate sempre attenti ai dati forniti. Ricordate che non sono indispensabili e per essere sempre affidabili devono essere accompagnati da criterio e buon senso.
Navigatori ed esploratori sono arrivati praticamente dovunque con bussola e mappe poco affidabili (talvolta anche senza né l’una né le altre), e tante scoperte sono state
fatte con calcoli eseguiti con carta e penna.
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