Mi hanno detto che sono un “viajero romantico”! Ma chi me l'ha detto è un blogger di viaggio
2.0 (si autodefinisce così) che con la sua compagna l'anno scorso ha fatto il
giro del mondo ... praticamente in aereo. Quando, al termine della sua charla (una chiacchierata, letteralmente),
un intervento nell'ambito di Periplo
– Festival Internacional de literatura de
viajes y aventuras -, abbiamo scambiato due parole mi sono definitivamente
convinto che di veri viaggiatori sono rimasti pochi. Pur non comprendendomi nel
novero, certamente riesco a viaggiare (nel senso romantico del termine) anche ora che faccio viaggi più stanziali
che di movimento e esplorazione. Ciò mi consente di avere probabilmente molti
più contatti con i locali, certamente più approfonditi indipendentemente dalla
quantità, e spesso ciò è più gratificante del solo saltellare da un posto
all'altro con mezzi spesso unicamente per turisti, solo per dire sono stato qui, sono
stato lì.
Indipendentemente da come anni fa in certe circostanze si era
costretti a muoversi senza avere alternativa, ora che ci si trova di fronte ad
una vasta e variata offerta, ci sono ancora margini per scegliere in modo
saggio, anche se purtroppo non è sempre vero. Per esempio, per andare da Cuzco ad Aguas Calientes (stazione di Macchu
Picchu) si è quasi costretti ad imbarcarsi sul treno per turisti essendo
quello degli indios ormai vietato. In alcuni paesi è certamente più rapido e facile muoversi
con minivan, jeep, auto a noleggio, ma in questo caso i soli locali che si
incontrano e con i quali, forse, si possono scambiare due parole sono ben pochi
e spesso lavoratori del settore turistico come guide e autisti.
Questo è il "moderno" autoferro, che fino a pochi anni fa univa Ibarra (sulle Ande) a San Lorenzo sulla costa dell'Ecuador. Nel 1980 viaggiai su un suo "antenato", più piccolo e più affollato.
I mezzi di trasporto più che i luoghi nei quali si alloggia
fanno la prima grande differenza. Nella maggior parte dei paesi i secondi sono
frequentati esclusivamente da turisti, mentre si può ancora facilmente
scegliere di viaggiare essendo fra i pochi stranieri, meglio se unici. In
questo aiuta moltissimo il viaggiare soli e il contatto con i locali diventa più
facile e praticamente inevitabile.
Molti falsi viaggiatori si limitano a visitare le città più
famose che, anche se affascinanti per storia, architettura e musei nei quali sono
esposti pezzi unici estremamente significativi, raramente forniscono una conoscenza
dello spirito locale. E’ risaputo che ormai è difficile incontrare fiorentini a
Firenze o veneziani a Venezia se non allontanandosi dal centro. Chi vuole veramente
capire un paese deve andare nelle città più piccole (la cosiddetta provincia) o
addirittura in paesini o villaggi. E ciò vale per qualunque paese ... anche
negli Stati Uniti visitare e anche casomai vivere per alcune settimane fra New
York, San Francisco, Chicago, non può assolutamente bastare. Si deve necessariamente
viaggiare negli stati del sud, nel mid-west, nel west e negli stati centrali
del nord, quelli al confine con il Canada ... completamente un altro mondo.
Molti di quelli che oggi si definiscono viaggiatori e
scrivono “Blog di viaggio” tendono ad avvicinarsi più alla figura del “turista” che al vero
viaggiatore in quanto il secondo, per definizione, si muove più lentamente,
indipendentemente e costruisce con calma il suo itinerario. Oltretutto, molti
blogger di viaggio, oltre ad avere l’ossessione dei Like, visite e commenti,
devo assecondare il loro più o meno vasto pubblico. Nell’intento di raggiungere
numeri di visite e ranking tali da poter sperare di ricavare dei guadagni spesso si riducono a scrivere delle meraviglie di tale hotel o ristorante o degli eccezionali
servizi forniti da questa o quella agenzia e ciò va di pari passo con la sperata
vendita banner o spazi pubblicitari.
In fin dei conti sono contento di essere stato qualificato come viaggiatore romantico (y empedernido) perché significa che
è evidente il mio diverso modo di viaggiare ed il differente approccio alle
brevi e saltuarie notizie dal mondo che comunico via blog. In questa epoca di
etichette posso definirmi (per taluni post) Blogger di viaggio 0.2 lasciando volentieri ad altri la qualifica
dieci volte maggiore di Blogger 2.0.
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