Il Don Tancredo, vestito completamente di bianco e con la faccia infarinata, si sistemava su un piedistallo al centro dell'arena e doveva rimanere lì immobile. Si supponeva che il toro, entrato furiosamente alla ricerca di qualsiasi essere vivente che si muovesse per caricarlo e possibilmente incornarlo, si disinteressasse ben presto dell'oggetto immobile, limitandosi ad avvicinarsi per odorarlo per poi allontanarsi.
Il suddetto López fu incornato più volte così come molti suoi emuli dimostrando la poca consistenza della teoria dell'immobilità. L'attuazione rimase relegata in spettacoli di basso livello in quanto quel pubblico dimostrava di apprezzare questo tipo di intermezzo fra una toreada e la successiva. Il fatto che si potessero guadagnare soldi "facili" attirava per lo più disperati, gente senza una peseta, che erano disposti a farsi incornare per risollevarsi da una situazione economica disperata.
Fin qui la storia del Don Tancredo, reale e documentata, ci sono perfino elenchi completi dei più famosi, così come delle date degli incidenti più gravi (numerosi).
Nel già accennato uso comune, il "titolo" è stato affibbiato a numerosi personaggi politici, primo fra tutti Zapatero, e di norma si attribuisce a quelli che, sia in ambito politico che lavorativo, aspettano che i pericoli passino, ignorandoli e facendo finta di niente.
Leggende metropolitane (di vario genere):
* si dice che anche il Generalísimo Francisco Franco facesse il Don Tancredo e che per questo motivo avesse due fascicoli sulla sua scrivania: "questioni che il tempo ha risolto" e "questioni che il tempo risolverà".
* i tori non caricavano pensando di trovarsi davanti ad una statua di marmo. Ma come potevano riconoscere il marmo, considerato che oltretutto ci vedono poco?
* correva voce che Tancredo López ipnotizzasse i tori.
Nessun commento:
Posta un commento