In effetti oltre a ciò sono tanti i benefici derivanti dal parlare con i locali e sono ancor di più se si approfitta delle occasioni "culturali". Per mia abitudine vado sempre a conferenze, presentazioni di libri, inaugurazioni di mostre e eventi simili in quanto, al di là dell'interesse specifico, si sentono parlare spesso degli ottimi oratori.
Per questo motivo, quando non si ha la
necessità assoluta di “staccare” e dimenticarsi di tutto e di tutti, è opportuno
scegliere destinazioni che offrano attività culturali, ma si sa che anche
quelli che dicono di volersi veramente isolare non riescono a star lontani da
cellulari, tablet e simili,
peggiorati da applicazioni come FB, Twitter e WhatsApp. Se si riesce a
ridurre il tempo dedicato al non far niente (p.e. addormentarsi su una
spiaggia) e quello alle reti sociali (molti, stando all'estero, ci passano
ancora più tempo che a casa) si avrà la possibilità di incontrare i locali e
parlare con loro. Per fare ciò, basterà avere un minimo di disposizione alla
socializzazione, mentre una discreta padronanza di un idioma comune che ci
permetta di comunicare (meglio se quello del luogo in cui ci troviamo) è un
aiuto sostanziale ma anche poche parole e tanta buona volontà possono bastare.
Un’altra condizione che facilita questi scambi socio-culturali è quello di non
viaggiare in gruppo, al massimo in coppia - se inevitabile - altrimenti
assolutamente da soli.
Il viaggiatore
indipendente riceve maggiore attenzione e non deve dividere con altri il tempo
che il suo interlocutore locale gli dedica. Non penso che si debba spiegare
quanto sia più gratificante una chiacchierata in due piuttosto che in quattro,
in particolare fra sconosciuti.
Questa è l'essenza
del vero viaggiare, e il concetto è stato ripetuto, seppur in modo diverso, da
tutti i relatori del PERIPLO - Festival Internacional de Literatura deViajes y Aventuras. Anche relazionandolo
alle proprie esperienze, età e professioni (estremamente varie, dai giovani blogger rampati alcuni dei quali vanno
in giro per il mondo con figli di un paio di anni, a giornalisti affermati,
filologi, scrittori, filosofi e ricercatori) tutti hanno sottolineato che il
viaggio, più che i luoghi, lo fanno le persone, meglio se poche in ambienti non
sovraffollati.
Molti dei relatori
hanno fatto il giro del mondo per diversi motivi e in vari modi: Marcos e Yolanda in 11 mesi di viaggio,
con tanti voli, Osvaldo Renz con
moglie e figlio di un paio di anni, Adriano
Rodriguez, secondo al mondo fra i blogger di viaggio di lingua spagnola,
anche lui con moglie e figlia di un paio di anni, Alicia Sornosa l’ha fatto in moto con tanti km anche in Africa.
Hanno parlato di
loro libri o ricerche specifiche vari autori/giornalisti come Javier Ruiz che ci ha portato nella
selva amazzonica ecuadoriana illustrandoci i problemi delle varie etnie di
indios, Javier Reverte che ha descritto
l’Irlanda dal di dentro, dagli
incontri con autori locali, alle serate passate con i pescatori nei pub, agli
scontri fra cattolici e protestanti nel nord e oggi, giornata conclusiva, Patricia Almarcegui scrittrice,
filosofa e tanto altro, esperta di Medio
Oriente, dalla Siria e Giordania, allo Yemen a sud, alle ex-repubbliche sovietiche dell’Asia centrale, all’Iran. Con il suo apprezzatissimo intervento
ha sfatato tanti pregiudizi e “leggende
metropolitane” che quotidianamente i mezzi di (dis)informazione ci
propinano. Inoltre, proprio per la sua preparazione filosofica e letteraria,
nonché per essere donna (che viaggia da sola) ha analizzato alla perfezione le
ansie, le aspettative, le soddisfazioni e i momenti indimenticabili (nel bene e
nel male) dei veri viaggiatori.
La vera chiusura di Periplo è stata affidata a Paco Nadal, giornalista de El Pais, autore di libri di viaggio, blogger e youtuber conosciutissimo. Nonostante l’età (non che sia vecchio, ma
non ha superato la cinquantina) è riuscito a riciclarsi e allargare le sue attività
letterarie dalla sola stampa tradizionale a tutti i mezzi di comunicazione
disponibili al giorno d’oggi, cosa che molti, anche più giovani di lui, non hanno voluto fare o non ci sono riusciti rifiutando le nuove tecnologie. Lo stesso Paco
Nadal nel corso della settimana aveva condotto un laboratorio di produzione
di testi di viaggio, con qualunque mezzo: articoli, blog, libri, video Youtube,
FB, ecc.. Io sono stato uno degli “allievi” e devo dire che, al di là di quanto
ho imparato ma che probabilmente non utilizzerò più di tanto, è stato un mini
corso estremamente interessante nel corso del quale i vari spiriti di
viaggiatori di epoche, background ed età diverse sono usciti fuori in confronti
appassionati.
Questa mia
partecipazione al laboratorio è un ennesimo esempio di come si possa, direi si
debba, approfittare di occasioni simili per conoscere altre realtà, altre
esperienze, altre persone, per non parlare di ciò che non mi stancherò mai di
ripetere vale a dire migliorare la propria conoscenza delle lingue con la
pratica. Ed è un classico “circolo virtuoso”, più partecipi e più sai, più sai
e più assimili, più assimili e pù sei soddisfatto e potrai arrivare a livelli
sempre più alti che ti permetteranno di poter comprendere testi più complessi
ed elaborati. Nel corso di questa settimana densissima di attività, avrò
ascoltato una ventina di ore di interviste, conferenze ed incontri, oltre 10
ore di laboratorio avendo come relatori professionisti della comunicazione. Non
da ultimo mi sono dovuto cimentare nella composizione un testo, ovviamente in
spagnolo, in poco più di un paio di ore e senza vocabolario ... perché limitarsi alle scuole di lingue se basta avere buona volontà e interesse e saper cogliere le
occasioni?
Nessun commento:
Posta un commento