Vi segnalo questo
interessante e lungo articolo (da leggere e interpretare con il solito dovuto
senso critico) apparso ieri sul New York Times. Chi si è
limitato a leggere la mera notizia di pochi giorni fa in merito ai concreti passi
avanti nel processo di distensione dei rapporti fra Stati Uniti e Cuba, senza
approfondire assolutamente l’argomento, potrà avere una visione un poco più
ampia di quello che potrebbe accadere a breve e capire da quale punto si
partiva visto che già era in atto un processo di rinnovamento e apertura
iniziato con l’ingresso in scena di Raul Castro.
Si è
sempre parlato tanto di dissidenti e censura, ma forse non tutti sanno che già
da vari anni erano numerosi i blog attivi a Cuba (quindi non curati da
espatriati, ma da residenti) anche se, ovviamente, riuscivano a raggiungere un ridotto numero di lettori, ma allo
stesso tempo importate, considerata la lentezza della rete
cubana e i pochissimi computer disponibili. Vari blogger non avevano neanche un
proprio computer, ma operavano dagli Internet Cafè nati per i turisti. Questi
blog (i principali sono citati e linkati nell’articolo) sono spesso molto più
letti all’estero che non in patria dove sono comunque ben conosciuti.
La censura senz’altro ancora
esiste, ma pare che il dissenso sia più che tollerato, anzi le critiche al
sistema sono addirittura “benvenute”. Se comprendete lo spagnolo, vi invito a
leggere questo editoriale apparso su Granma (il più importante giornale di Cuba, filogovernativo) il 12 dicembre scorso, dal significativo titolo “Cuba è decisa a collegarsi con il mondo”. Appare
chiaro che, almeno come facciata, il governo cubano è ben deciso a migliorare
l’accessibilità alla rete con tutte le logiche conseguenze (da notare che l’articolo è
precedente all’annuncio di Obama).
Qualche blogger guarda anche un
po’ più in là e quindi cominciano a sorgere le prime, giuste, preoccupazioni
relativamente al probabile moltiplicarsi di arrivi di stranieri sull’isola. Leggete, per esempio, questo post
apparso ieri sul blog jovencuba.com
(blog gestito da studenti) dal significativo titolo A la espera de otra invasion gringa (In attesa di un’altra invasione gringa). Ci si chiede, anche con un po' di preoccupazione, come si potrà passare
in poco tempo dagli attuali 400-500mila visitatori annui ai previsti 3-5 milioni. Come si
soddisferanno, per esempio, le esigenze di trasporti e alloggi? E i servizi
sanitari, fognature, ecc. considerato che probabilmente molti dei turisti si
concentreranno in poche limitate aree?
Per
approfondire anche altri argomenti e conoscere diversi punti di vista suggerisco
non solo di dare uno sguardo a quest’altro noto blog www.chiringadecuba.com,
anch’esso segnalato e citato nell’articolo del NYT, ma anche di leggere i
commenti.
Peccato che, come al spesso accade, questi argomenti di politica internazionale possano essere approfonditi solo quelli che hanno dimestichezza con le lingue. Chi parla solo italiano si deve accontentare delle poche, scarne e approssimative notizie riportate sui quotidiani nazionali da cercare, ovviamente, dopo gli ultimi pettegolezzi su Ballotelli, Razzi, Buffon, Mick Jagger, Conte ecc.
Nessun commento:
Posta un commento