Tutt'altra storia per Koh Sukorn, meno turistica delle altre due, più isolata, ma molto tranquilla, interessante e rilassante. Ho letto che è l'unica isola thailandese nella quale neanche durante l'altissima stagione i turisti sono più dei residenti (solo 2500) che però sono superati in numero dai bufali d'acqua.
Avrete capito che l'economia più che turistica è di tipo rurale basata soprattutto sulla produzione di riso e caucciù e sull'allevamento. I pochi bungalow e resort sono concentrati lungo una spiaggia di circa 1km esposta a ponente, sul lato oposto dell'isola rispetto all'abitato principale e al molo.
La comunità locale, per lo più di fede islamica, è molto aperta nei confronti degli stranieri anche se risulta difficile comunicare a gesti visto che quasi nessuno conosce altro idioma all'infuori del thailandese. Fra gesti e dimostrazioni pratiche mi hanno comunque introdotto all'affascinante mondo (come tutte le pratiche artigianali) della produzione del caucciù nel modo tradizionale.
L'estrazione della gomma naturale dall'albero del caucciù.(Hevea brasiliensis), come si praticava in origine e ancora oggi in tante piantagioni a conduzione artigianale famigliare. Gli alberi, regolarmente distanziati e allineati, sono piantati in appezzamenti relativamente piccoli al margine dei quali si trova di solito l'abitazione del proprietario.
L'estrazione della gomma è un lavoro duro che inizia nel cure della notte, anche alle 2 del mattino, per approfittare delle temperature più basse che favoriscono la colatura della gomma che continua fin verso mezzogiorno o poco più tardi. La corteccia viene incisa praticando con un'apposita lama un netto taglio digonale e superficiale per non danneggiare l'albero. Il lattice scorre e si raccoglie nei tradizionali contenitori costituiti da gusci di noci di cocco tagliate a metà che vengono svuotati nel pomeriggio, dopo che il flusso si è fermato. Il lattice viene quindi traportato al piccolo laboratorio, spesso all'aria a perta o protetto solo da una tettoia, e versato in apposite forme nelle quali, con l'aggiunta di acido formico, si coagulerà.
Questo grosso "panetto" viene quindi lavorato come si fa per le lasagne ... prima si stende con un grosso mattarello e, quando sarà più o meno appiattito, lo si comincia a passare fra i rulli della pressa per assottigliarlo e eliminare acqua fino a farlo diventare una grande "pettola".
Nelle foto si vedono le presse e le pettole stese ad asciugare sulle quali si nota la "filigrana" che identifica il produttore.Ad asciugatura completata la gomma avrà perso il suo originale colore bianco assumendo una tonalità fra il nocciola e il dorato ed è pronta per essere venduta ed essere avviata alle fabbriche che la trasformeranno ulteriormente.
Curiosità (apprese approfondendo l'argomento in rete)
- Le proprietà della gomma erano già note nel Messico di oltre 3000 anni fa agli Olmechi che ne trasmisero la conoscenza ai Maya. Questi, facendo bollire il lattice, creavano le palle che poi usavano per il "gioco della pelota".
- Un coltivatore esperto riesce ad incidere un albero ogni 20 secondi.
- Un lavoro medio giornaliero varia fra i 450 e i 650 alberi incisi.
- Un albero viene inciso una volta ogni due o tre giorni, mai ogni giorno.
- Le incisioni sono parallele e molto vicine tanto da riusire a utilizzare appena 25cm di corteccia l'anno riuscendo così ad avere oltre 25 anni di produttività.
- I "canali" nei quali scorre il lattice salgono a spirale (destrorsa) lungo il tronco. Per tale motivo le incisioni diagonali seguono un andamento opposto (sinistrorso) per intercettare un maggior numero di dotti.
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