giovedì 28 gennaio 2021

micro-recensioni 26-30: notissimi e quasi ignoti, ma media RT 93%

… e i due sconosciuti ai più vantano un 100 e un 92 su RottenTomatoes! I tre titoli arcinoti, secondo IMDb, si trovano al 4°, 8° e 33° posto nella classifica dei migliori film di tutti i tempi … ma non sono per niente d’accordo. Ma andiamo per ordine.

 

Pulp Fiction (Quentin Tarantino, USA, 1994)

Ottenne l’Oscar per la sceneggiatura e altre 6 Nomination; è quello che si trova all’8° posto. Senz’altro è quello che mi è piaciuto di più, non solo per la folle sceneggiatura, ma per i dialoghi, i personaggi, le interpretazioni e la regia. Certamente non è un film per educande ma non è eccessivamente splatter per essere di Tarantino; anche concetti accettabili e socialmente / psicologicamente interessanti sono proposti con colorito turpiloquio e la trama contorta che inizia e finisce con la stessa situazione con la quale è iniziato il film, procede fra flashback e flashforward, con personaggi che ricompaiono inaspettatamente. Tante de citazioni, da quello che si vede in tv, ai poster di B-movies, al menù del locale dove si svolge la gara di twist. Ottima e appropriata la colonna sonora, cast molto ricco, con tanti attori del suo entourage, utilizzati già nel precedente Reservoir Dogs e che si ritrovano in altri film successivi. Un film geniale e sconcertante, molto divertente per i peculiari personaggi che compaiono anche in modo inaspettato, ma soprattutto Pulp Fiction è realizzato in modo eccellente, anche se c’è qualcuno che storce il naso per la miscela di sangue, droga, vizi e violenza. Devo veramente suggerire a chi non l’avesse ancora visto di recuperarlo al più presto? E, conoscendo l’inglese, è doveroso guardare la versione originale, nel doppiaggio si perde moltissimo; sono andate a guardare il clip italiano per vedere come avessero tradotto la “barzelletta” dei pomodori … ovviamente male.  

Diamond of the Night (Ian Nemec, Cze, 1964)

Secondo in ordine di preferenza è questo breve film cecoslovacco di 67 minuti, direi quasi sperimentale; negli anni ’60 lì si produssero tanti ottimi film (molti li ho già citati e suggeriti l’anno scorso. Le righe di presentazione non mi avevano entusiasmato ma poi ho letto che il tema dei due ragazzi che fuggono dalla deportazione è in effetti quasi incidentale. C’è tanta macchina a mano, i dialoghi sono quasi inesistenti e la narrazione si sviluppa per immagini che mostrano i timori, le analisi delle possibili azioni e i pensieri dei due. Lavoro di regia assolutamente apprezzabile che riesce ad avvincere anche senza contare sulle parole. L’ho trovato sottotitolato ma veramente non c’è bisogno di traduzione. Imperdibile per chi si interessa di arte cinematografia.

  

Nightmare Alley (Edmund Goulding, USA, 1947)

Film di culto sia per l’ambientazione in un circo itinerante, di quelli che raccoglievano tanti fenomeni da baraccone, sia per il ruolo insolito affidato a Tyrone Power … né bel tenebroso, né vincente e spavaldo, né tombeur de femmes. In alcuni momenti sembra richiamare le atmosfere del vero cult del genere Freaks (1932, Tod Browning), specialmente quando entra in scena l’erculeo Bruno. Si conosce il protagonista Stanton 'Stan' Carlisle (Power) quando è ancora un semplice imbonitore e tuttofare e lo si segue nella sua scalata al successo fino a proporsi come veggente in locali per ricchi. L’ambizione di creare sempre più illusioni e far soldi in maniera truffaldina lo porterà ad associarsi con una psicologa e le conseguenze saranno imprevedibili. Interessanti sia i personaggi, da quelli del carnival e quelli del jet set, e anche i rapporti fra di loro, fra amori, gelosie, storie di alcolismo, ricatti e truffe. Insomma non il solito Tyrone Power, ben diretto da Edmund Goulding e affiancato da 3 attrici ben diverse fra loro, ma perfettamente calate nei loro ruoli.  

The Usual Suspects (Bryan Singer, USA, 1995)

Certamente è un buon film, ma altrettanto certamente è stato nettamente sopravvalutato. A vostra memoria ricordate solo 32 film migliori di questo? Si barcamena fra crime e poliziesco, senza prendere una direzione precisa, gli interpreti sono senz’altro di livello più che buono e la trama riserva effettivamente tante sorprese, ma con troppe carenze e scarsa plausibilità tanto che, in effetti, lo si potrebbe quasi vedere come una commedia dark. L’ho voluto guardare di nuovo 8 anni dopo l’ultima visione, ma le mie perplessità sono sempre le stesse e, anzi, mi è forse piaciuto meno dell’ultima volta.

The Dark Knight (Cristopher Nolan, USA, 2008)

Veramente questo è il quarto miglior film di sempre? Secondo IMDb ai primi posti, nell’ordine, ci sono: The Shawshank Redemption (1994), The Godfather (1972) e The Godfather: Part II (1974). Avrei anche qualcosa da obiettare in merito al primo in assoluto, ma si sa, le classifiche lasciano il tempo che trovano e, oggettivamente, sono impossibili da stilare. Come si fa a paragonare film girati a decenni di distanza di generi diversi con tecnologie completamente differenti? Comunque sia, questo film è veramente noioso, ripetitivo e abbastanza scontato. Un sacco di azioni spettacolari (ma a chi interessano? certo non a me), ottimi attori (sprecati) e, vabbè che è di derivazione comics, la logica e la psicologia dei personaggi, da qualunque punto di vista le si vogliano considerare, lasciano molto a desiderare. Bah!

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