venerdì 5 aprile 2019

23° gruppo di 5 micro-recensioni 2019 (111-115)

Cinquina con due film francesi e tre americani, due quali per caso interpretati da Spencer Tracy (ma di genere e qualità completamente) e un western relativamente più recente, a dir poco deludente. Tutti recuperati senza un criterio preciso in modi e tempi diversi, sono anche molto diversi per epoca, meriti e stile. L’unico già visto (ma oltre 40 anno fa) è quello di Truffaut.
   
114  La nuit américaine (François Truffaut, Fra, 1973) tit. it “La porta dell'universo”  * con Jacqueline Bisset, Jean-Pierre Léaud, François Truffaut  * IMDb  8,0  RT 88%  * Oscar miglior film straniero e 3 Nomination (regia, sceneggiatura e Valentina Cortese non protagonista)
Questa commedia drammatica di Truffaut, oltre a narrare le vicende delle produzione di un film, trasuda cinefilia da tutti i pori ... dedicato alle dive del muto Lillian e Dorothy Gish, la prima protagonista fra l’altro di Intolerance (1916, Griffith) ) e The Night of the Hunter (1955, Charles Laughton, ... imperdibile), dal pacco che il regista riceve sbucano in rapida sequenza monografie su Buñuel, Dreyer, Lubitsch, Bergman, Godard, Hitchcock, Rossellini, Hawks, Bresson (era la sua classifica di preferenze?), si ascoltano quiz cinematografici radiofonici, un bambino si impossessa di una serie di foto di scena di Citizen Kane (1944, Orson Welles) e tanti altri riferimenti e registi di qualità.
Brillante il modo in cui Truffaut mette insieme storie, personaggi ed eventi (molti dei quali probabilmente aneddoti reali) in un film quasi corale, dagli attori (navigati ed emergenti) con i loro problemi esistenziali, ai tecnici e ad alcuni personaggi esterni. Inoltre si esibisce in una serie di movimentati e rapidi piani sequenza di ottima fattura.
Il film nel film mostra trucchi, scenografie posticce, intoppi giornalieri ai quali si deve far fronte, in un modo o nell’altro.
Un’arguta commedia particolarmente apprezzabile dai cinefili, molto ben strutturata e realizzata, da guardare senz’altro godendosi tutti i particolari.

112  Bad Day at Black Rock (John Sturges, USA, 1955) tit. it “Giorno maledetto”  * con Spencer Tracy, Robert Ryan, Anne Francis, Lee Marvin, Ernest Borgnine * IMDb  7,8  RT 97% * 3 Nomination Oscar per miglior regia, Spencer Tracy protagonista e sceneggiatura
Ennesimo film degli anni ’50 del quale non avevo mai sentito parlare; mette insieme un eccezionale regista come Sturges e un versatile attore quale fu Tracy in un ambiente quasi western, poche case in mezzo ad una delle tante aree desertiche dell’Arizona. Uno sconosciuto (monco) scende dal treno a Black Rock (fermata a richiesta, la prima dopo molti anni) e viene “accolto” con estrema diffidenza e preoccupazione dai locali. Un film “di attesa” ... non è chiaro cosa sia venuto a fare in quel posto dimenticato da Dio e dagli uomini, ne chi sia veramente. Oltre Spencer Tracy, il cast include altri attori di rango quali Robert Ryan, Lee Marvin, Ernest Borgnine. La tensione cala un poco solo nel finale, quando vengomo rivelati i motivi della visita dell’uomo e delle preoccupazioni degli abitanti di Black Rock.
Mi ha ricordato molto l’ottimo film ungherese 1945 (2017, Ferenc Török, consigliato), nel quale l’arrivo di due misteriosi personaggi in un piccolo paesino crea uno scompiglio totale e porta a tragiche conseguenze.
Senza dubbio ne suggerisco la visione.
      
115  Les choristes (Christophe Barratier, Fra, 2007) tit. it “I ragazzi del coro”  * con Gérard Jugnot, François Berléand, Jean-Baptiste Maunier * IMDb  7,9  RT 69%  *  2 Nomination (miglior film non in lingua inglese e musiche originali)
Da non confondere con l’omonimo (ma solo in italiano) I ragazzi del coro di Aldrich (tit. or. The Choirboys, 1977), di tutt’altro genere e qualità. Questo francese, esaltato dalla critica oltre i suoi meriti (almeno secondo me), è solo un film ben realizzato, con buone interpretazioni e un’ambientazione degna di nota. La storia, purtroppo, è abbastanza banale e il suo sviuppo è pressoché identico a quello di tanti altri film ... il direttore quasi aguzzino, i piccoli delinquenti  che vengono riportati sulla retta via da un buono, nonostante scetticismo e qualche ostacolo creato dai colleghi, la parte lacrimevole, e via discorrendo.
Certamente sopra la media per come è girato, ma il suo punto debole è la sceneggiatura più che scontata.

111  Adam's Rib (George Cukor, USA, 1946) tit. it “La costola di Adamo”  * con Spencer Tracy, Katharine Hepburn, Judy Holliday * IMDb  7,6  RT 100%  * Nomination Oscar per la sceneggiatura
Ruolo ben differente (rispetto al precedentemente menzionato Bad Day ...) per Spencer Tracy in questa banale commedia abbastanza insulsa, pur partendo dal tema serio della parità di punti di vista e trattamento di uomini e donne di fronte alla legge. La sua antagonista è Katharine Hepburn (sua moglie nel film) ma gli scontri più animati fra i due non saranno familiari, bensì quelli in tribunale dove si affronteranno nei rispettivi ruoli di pubblica accusa e avvocato difensore.
Trama per gran parte scontata, i due attori protagonisti (che hanno fatto molto meglio in altre occasioni) non bastano a tenere in piedi i film. Si trascina stancamente fra improbabili scene in tribunale e banali ripicche fra coniugi.
Evitabile ... evidente prodotto popolare di cassetta, regista e interpreti principali hanno fatto molto di meglio.

113  Silverado (Lawrence Kasdan, USA, 1985) * con Kevin Kline, Scott Glenn, Kevin Costner * IMDb  7,2  RT 77%  * 2 Nomination Oscar per sonoro e musica originale
Uno dei peggiori western moderni di sempre, totale delusione ... ero diffidente ma alla fine ho ceduto visti i rating e qualche qualche nome non disprezzabile. Suggerisco di evitarlo.

Le oltre 1.400 precedenti micro-recensioni dei film visti a partire da gennaio 2016 sono sul mio sito www.giovis.com; le nuove continueranno ad essere pubblicate, in gruppi di 5, su questo blog. 

Nessun commento:

Posta un commento